La Pet Therapy, o terapia dolce, nasce dal connubio tra uomo e animale. Questa terapia nasce ufficialmente nel 1961 quando l’animale diventa “co-terapeuta” nel processo di guarigione, rivestendo il ruolo di “mediatore emozionale” e “catalizzatore” dei processi socio-relazionali.
A partire dagli anni ‘80 il programma Pet Therapy è stato suddiviso in fasi distinte tra loro:
- Animal-Assisted Activities (AAA) – Attività svolte con l’ausilio di animali che hanno l’obiettivo primario di migliorare la qualità della vita di alcune categorie di persone (anziani, ciechi, malati terminali,ecc.).
Sono interventi di tipo educativo e/o ricreativo che, finalizzati al miglioramento della qualità della vita, possono essere erogati in vari ambienti da professionisti opportunamente formati, para-professionisti e/o volontari, insieme con animali che rispondono a precisi requisiti. Le AAA sono costituite da incontri e visite di animali da compagnia e a persone in strutture di vario genere. Per queste attività:
- non sono necessari obiettivi specifici programmati per ciascuna visita, anche se è opportuno prevedere sempre obiettivi di miglioramento;
- é opportuno raccogliere e conservare dati sulle visite effettuate;
- le visite sono gestite con spontaneità e la loro durata non è prestabilita.
- Animal-Assisted Therapy (AAT) – Terapia effettuata con l’ausilio di animali finalizzata a migliorare le condizioni di salute di un paziente mediante specifici obiettivi.
È una terapia di supporto che integra, rafforza e coadiuva le terapie normalmente effettuate per il tipo di patologia considerato. Può essere impiegata, con pazienti affetti da varie patologie, con questi obiettivi:
- cognitivi ( miglioramento di alcune capacità mentali, memoria, pensiero induttivo)
- comportamentali (controllo dell’iperattività, rilassamento corporeo, acquisizioni di regole)
- psicosociali (miglioramento delle capacità relazionali, di interazione)
- psicologici in tempo stretto (trattamento della fobia animale, miglioramento dell’autostima).
Sono interventi con obiettivi specifici predefiniti, in cui gli animali rispondenti a determinati requisiti sono parte integrante dei trattamenti volti a favorire il miglioramento delle funzioni fisiche, sociali, emotive e/o cognitive nonché della salute del paziente. Si tratta di co-terapie dolci, che affiancando i consueti trattamenti, si rivelano efficaci, anche laddove questi non riescono, grazie soprattutto alla presenza dell’animale. La terapia effettuata con gli animali per risultare efficace deve, innanzitutto, individuare gli obiettivi specifici per ciascun destinatario dell’intervento, valutare i progressi in itinere, deve essere finalizzata al raggiungimento di obiettivi di salute e fattore importante essere gestita da professionisti di sanità umana.
- Human- Animal Support Services (HASS).
In Italia, la Pet Therapy, sbarca nel 1987 al Convegno interdisciplinare su “Il ruolo degli animali nella società odierna”, tenutosi a Milano il 6 dicembre al quale hanno partecipato esperti di fama internazionale. Nel 1990 nasce, sempre in Italia, il C.R.E.I. (Centro di ricerca Etologica Interdisciplinare per lo Studio del Rapporto uomo-animale da compagnia) che unisce studiosi di varie discipline inerenti la salute umana ed animale, l’ambiente ed il comportamento.
Al dottore è stato chiesto in che modo l’interazione tra essere umano e animale aiuta il malato di Alzheimer?
“Il contattto e lo scambio emozionale che avviene tra uomo e animale è molto particolare e profondo, sicuramente differente dai comuni rapporti interumani. Si differenzia tanto sul piano emotivo che occupazionale, e soprattutto crea un coinvolgimento molto forte. Molte persone malate di Alzheimer tendono a chiudersi in loro stesse a causa della perdita progressiva delle capacità cognitive, e il rapporto che si instaura con un animale dà loro modo di ‘riattivarsi’, esternare emozioni, migliorare l’umore e la qualità della vita quotidiana. Uscire dallo stato apatico e depressivo è di fondamentale importanza per il malato di Alzheimer (come per altri malati), e questo tipo di terapia è basata fondamentalmente sul piacere e sull’avere voglia di ‘fare’. Perdere interesse per ogni azione e non voler uscire di casa sono le caratteristiche comuni a molti malati di Alzheimer, ma il solo fatto di avere un animale che va spazzolato, nutrito, accompagnato a fare una passeggiata, con il quale si gioca e che regala momenti di dolcezza e divertimento, rimette in moto la persona malata in ogni senso, la Pet Therapy offre al malato una leva motivazionale fortissima. Emerge il piacere di conoscere l’animale, il piacere di trascorrere del tempo in sua compagnia, il piacere di accarezzarlo e giocare. Un altro aspetto è quello emozionale, perché l’animale crea intorno a sé un clima di grande affettuosità e gioia, e un’atmosfera distesa e serena aiuta molto il malato di Alzheimer”.
La pet terapy non è solo una terapia di supporto, ma spesso è l’unica terapia che possa dare dei risultati soddisfacenti, quindi non è da considerarsi una panacea, ed è anche importante dal punto di vista etico, da quando esiste questo tipo di terapia si è iniziato a pensare di più ad un animale in modo dinamico e non solo come oggetto, da allora gli animali sono veri e propri coadiuvanti nelle terapie che necessitano di stimoli psicologici, affettivi e motori.
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