Psicologia

Il meraviglioso potere di una carezza

Di Redazione - 17 Dicembre 2024

Che cos’è una carezza?
Fare primavera con la punta delle dita.
(Franco Arminio)

Le carezze sono veri e propri tocchi della nostra anima. Accarezzando qualcuno lo stiamo inondando d’amore, di comprensione e di vicinanza. I piccoli e silenziosi gesti che arrivano dal cuore hanno il potere di nutrire profondamente chi li riceve.

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Una carezza è il capolavoro della nostra mano, quella parte del corpo che agisce nel mondo concretizzando il nostro essere. Ogni volta che muoviamo le mani, muoviamo intenti, idee, emozioni, vita.

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Cosa rappresenta una carezza: il valore simbolico del contatto

Il tatto è uno dei primi sensi che ci permette di crescere. Grazie all’abbraccio, alle carezze, al calore del corpo genitoriale ci sentiamo amati e sicuri: questa consapevolezza ci dona la gioia di vivere.

Il piccolo d’uomo cerca il contatto corporeo per molti anni nell’infanzia: per lui è un rifugio, un porto sicuro, un punto di riferimento importante. Anche da adulti il contatto continua a rappresentare un bisogno fondamentale: le persone che non sono abituate ad essere accarezzate o abbracciate si ritirano in se stesse, fanno fatica a ricevere, non sono in grado di abbandonarsi all’altro.

Un bambino che cresce senza una carezza, indurisce la pelle, non sente niente, neanche le mazzate.
(Erri De Luca)

Il contatto pelle a pelle tra due individui, siano essi amanti, amici o educatore e allievo, ha il potere di alleviare il dolore fisico, di rilassare il corpo, di spalancare un mondo fatto di vicinanza e aiuto reciproco. A volte basta una pacca sulla spalla oppure una semplice carezza sulla guancia, spesso è solo un abbraccio che può calmare acque tempestose: sta di fatto che l’incontrarsi mediante un contatto fisico è un modo bellissimo di scambiarsi affetto, è una via di comunicazione non verbale che fa giungere al cuore le frasi “Io ci sono. Sono qui per te. Ti vedo. Ti capisco. Ti sostengo.

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Benefici psicologici e fisici delle carezze

Capita spesso di non sapere cosa dire davanti ad un amico che soffre, di trovare le parole giuste per far comprendere la nostra vicinanza, di non sentirci all’altezza di quel dolore che vorremmo in qualche modo alleviare. Ecco che in aiuto ci viene la carezza.

Donare a qualcuno la nostra carezza è un modo per collegarci all’anima di quella persona, è la via per parlare un linguaggio antico dove le parole risultano essere qualcosa in più, che disturba la comunicazione. Avere il coraggio di accarezzare l’altro è la via per metterci in gioco, per trovarsi nei punti più deboli, per brindare alle nostre debolezze e fragilità.

La carezza presenta benefici fisici e psicologici sia per chi la riceve sia per chi la dona: il corpo si rilassa, tutte le cellule vengono come ricaricate di nuova energia vitale, vi è un vero e proprio scambio di vitalità, la mente smette il suo chiacchiericcio, si percepisce un senso di calore in tutto il corpo, emergono emozioni trattenute troppo a lungo. Capita che dopo un tocco delicato della mano sulla nostra mano o sulla guancia le lacrime inizino a scorrere.

Provate a pensare a quanta pace ci arriva accarezzando un animale: con loro si crea nell’immediato un collegamento d’anima che ci fa stare bene nel corpo e nella mente. Se poi avete bisogno di saggezza e di bellezza andate ad accarezzare un albero, un fiore, un elemento della natura.

Voglio parlarvi della carezza. Questo gesto in estinzione, rivoluzionario, incompreso persino dal vocabolario. Carezza: “Tenera dimostrazione di amorevolezza e di benevolenza un po’ leziosa che si fa lisciando con il palmo della mano. Esempio: far le carezze al gatto”. Riscopriamo il significato di “carezza”. Tocco della vita. Il Cristo ha resuscitato i morti con una carezza: c’è l’accoglienza. In una vera carezza c’è la cognizione del dolore dell’altro, perché reggere il voltaggio di una autentica carezza è difficile quanto un miracolo. È con una carezza che Maometto sposta la montagna e la morte si concilia con la vita. La carezza è un ponte fra due abissi di solitudine. Perciò il cielo e la terra passeranno, ma certe carezze non passeranno mai.
(Jack Folla)

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Come le carezze influenzano le relazioni e l’autostima

I bambini sono soliti ricevere carezze, gli adulti un po’ meno. Eppure è una dimostrazione d’affetto che fa bene a tutti. Nel mondo adulto dove le relazioni spesso sono caratterizzate da incomprensioni e non detti, basterebbe una carezza per rimettere nella giusta collocazione le cose.

La carezza, infatti, sostiene la relazione, la migliora, l’arricchisce e la nutre. Chi la riceve viene abbeverato d’amore, fa aumentare la propria autostima, si sente importante, visto e compreso.

Meno parole, allora, e più carezze che vengono dal cuore!

Prendetevi tempo, tanto tempo, per accarezzare ed essere accarezzati, per vivere con presenza questo contatto delicato e profondo: è il regalo più bello che possiamo ricevere e donare!

La carezza non è un semplice contatto, perché allora verrebbe meno al suo significato. Carezzando l’altro, io faccio nascere la sua carne con la mia carezza, sotto le mie dita. La carezza fa parte di quei riti che “incarnano” l’altro, fa nascere l’altro come carne per me e per lui.
(Jean-Paul Sartre)

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