Significati Simbolici

Il segreto dei disegni simbolici nei tappetti persiani

Di Sandra Saporito - 17 Ottobre 2024

Sono una persona molto pratica che preferisce spesso la funzionalità all’estetica, motivo per il quale mi sono chiesta a lungo il motivo per il quale i tappeti persiani, anche contemporanei, erano tenuti così tanto in considerazione. Non erano forse “semplici” tappeti artigianali?

Certo, hanno da sempre svolto molteplici funzioni: abbelliscono le stanze rendendole più accoglienti, attutiscono i rumori e la caduta degli oggetti, evitano i brutti scivoloni oltre ad essere particolarmente apprezzati da chi soffre di piedi freddi in inverno. Inoltre, creano uno spazio visivamente delimitato.

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Eppure, mi sfuggiva un dettaglio importante, dichiarato apertamente nella loro trama, solo che non ci avevo mai dato importanza… Ebbene no, non sono semplici tappeti! sono manufatti di tradizione millenaria che intrecciano simboli, miti e leggende con uno scopo ben particolare custodito nella storia delle loro origini…

Il più antico tappeto persiano del mondo ci svela il suo segreto

La storia narra che i primi tappeti persiani videro il giorno per aiutare le tribù nomadi iraniche a ripararsi dal freddo nelle loro tende, ma l’esatto periodo di nascita della loro tessitura resta ancora ignoto. Purtroppo le materie tessili sono facili prede di insetti e roditori e difficilmente resistono a condizioni atmosferiche avverse, motivo per il quale finora gli studi ne avevano rintracciato l’origine solo grazie alla letteratura, tra cui quella greca dove Omero e il filosofo Senofonte ne menzionavano l’esistenza rispettivamente nell’Iliade e nell’Anabasi di Ciro.

Ciononostante, il tempo a volte riserva belle sorprese e grazie agli scavi archeologici condotti da Sergej Rudenko e Michail Grjaznov nel 1929 sul monte Altaj, è tornato alla luce il tappeto persiano più antico al mondo: il bellissimo tappeto di Pazyryk, datato al V-IV secolo a.C, fu ritrovato nella tomba di un principe scita. Una lastra di ghiaccio del permafrost lo aveva preservato per ben 25 secoli!

Una funzione magico-religiosa

Il prezioso tappeto rettangolare di lana, ora conservato nel museo dell’Hermitage di San Pietroburgo , presenta uno sfondo rosso con una cornice esterna principale ornata da sette cavalieri per ogni lato che rinchiudono ventiquattro alci rossi e gialli, segue una seconda bordatura composta da quadratini che rinchiudono dei grifoni che finalmente incorniciano un campo di ventiquattro fiori stilizzati.

I simboli scelti per questa complessa opera di tessitura non sono ovviamente stati scelti a caso ma richiamano il corredo funerario del principe e un messaggio magico-religioso. La tradizione imponeva la sepoltura reale con sette cavalli (come i lati delle quattro cornici esteriore del tappeto). Le alci (o renne) erano invece un simbolo psicopompo, di accompagnamento dei defunti dalla Terra al cielo, mentre i grifoni, creature ibridi, simboleggiavano la forma daimonica benevola delle divinità guerriere e della fertilità della tempesta. Ciò ricorda la funzione sacra del tappeto di Pazyryk, l’antenato dei tappeti persiani.

Bello come il giardino dell’eterna primavera

I tappeti persiani sono sinonimo di lusso
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Il tappeto nella cultura persa era importante non solo per isolare le persone dal freddo ma anche per la sua rappresentazione simbolica legata alla vita che sulla terra iraniana veniva messa a dura prova durante i rigidi inverni. Fu così che venne alla luce il profondo significato della rappresentazione dei tappeti persiani: rappresentare il paradiso, dal persiano antico pairi daeza (“giardino recintato”), il giardino dell’eterna primavera che nei manufatti veniva incorniciato da bordature sapientemente decorate, per creare uno spazio sacro e protetto.

Su queste antiche opere d’arte furono quindi ricamati con fili sempre più preziosi, di lana vergine e di seta prima, d’oro e argento poi, dei decori floreali, degli animali reali e mitologici, e dei motivi geometrici dal profondo valore simbolico che raffiguravano la perfezione dell’Eden nella sua bellezza ma non nella sua fattura: infatti erano inseriti volutamente delle asimmetrie per ricordare ai fortunati proprietari di questi preziosi tappeti la consapevolezza dell’imperfezione che conveniva alla loro condizione umana e mortale.

Il tappeto persiano assumeva così una funzione spirituale. Dentro la sua trama veniva racchiuso lo spazio sacro dove l’uomo poteva incontrare il divino.

All’interno di una trama sacra

Le materie prime per i tappetti persiani. Lana e seta
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La struttura dei tappeti persiani è tradizionalmente divisa in quattro parti che simboleggiano i quattro elementi dell’universo (aria, terra, acqua, fuoco) oltre ai quattro fiumi sacri che originano dal Paradiso: il Tigri, l’Eufrate, il Pison e il Gibon. Il punto d’incontro di questi quattro fiumi nel centro è considerato come il fulcro della conoscenza e della vita, uno spazio sacro nascosto nella trama dell’universo e protetto da diverse cinte.

Questo parallelismo tra tappeto e giardino/universo fu studiato da numerosi ricercatori tra i quali il filosofo francese Michel Foucault che afferma nella sua opera Eterotopia: “Il classico giardino dei persiani realizzava uno spazio sacro che doveva riunire all’interno del proprio rettangolo quattro sezioni che rappresentavano le quattro parti del mondo e che, a loro volta, comprendevano uno spazio ancora più sacro degli altri, simile all’ombelico, il centro del mondo. Questo luogo si collocava nel centro del giardino (era lì che si trovavano la vasca e lo zampillo) e tutta la vegetazione doveva essere ripartita entro questo spazio, in questa specie di microcosmo. Quanto ai tappeti, in origine si trattava di riproduzioni di giardini (il giardino è un tappeto in cui il mondo intero ha appena realizzato la sua perfezione simbolica, e il tappeto è una sorta di giardino mobile che attraversa lo spazio). Il giardino è la più piccola particella del mondo ed è anche la totalità del mondo. Il giardino rappresenta fin dalla più remota antichità una sorta di eterotopia felice e universalizzante”.

Pertanto, il giardino che emerge dalla trama è considerato simbolicamente come un microcosmo contenente il macrocosmo, l’universo. Questo disegno ricorda perfettamente quello del mandala indiano Vastu Purusha che simboleggia il cosmo ordinato all’origine della scacchiera.

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La sorprendente simbologia dei tappeti persiani

La simbologia dei tappeti persiani risulta dalla sovrapposizione nel corso dei secoli di diverse culture e correnti religiose: lo sciamanismo, il buddismo, l’islam, e una credenza popolare non codificata che varia da regione a regione. Ciò ci aiuta a comprendere quanto sia fondamentale intendere questi tappeti orientali come un quadro d’insieme che dà la chiave di lettura dei singoli simboli. Tuttavia, proveremo a delineare i significati di alcuni di loro.

La tessitura, un'arte millenaria patrimonio dell'UNESCO
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Se i tappeti persiani marcano il passaggio tra il mondo profano (materiale) e uno spazio sacro (spirituale), la bordura della loro trama richiama il tema della protezione, della barriera magica intorno al giardino all’interno del quale possiamo trovare alberi, fiori, animali, geometrie…

Gli animali

Gli uccelli possono rappresentare la leggerezza ma anche il collegamento col cielo. Liberandosi dalla pesantezza del mondo, possono simboleggiare il volo dell’anima. I rapaci indicano coraggio, intraprendenza e protezione. Il noto antropologo Schuyler Van Rensselaer Cammann riconnobbe invece nel motivo chiamato “tartaruga” la reminiscenza dell’Uccello Solare, chiamato Simurgh, simile alla Fenice, trasformatosi lungo i secoli.

Il pavone, animale totemico della Persia, ha una funzione apotropaica; il cammello è simbolo di felicità e ricchezza. I cervi e gli alci derivano dalla tradizione sciamanica che li considera come animali traghettatori delle anime.

Il mondo vegetale

L’albero della vita, stilizzato in diverse forme, ci riporta alla simbologia dell’eden e all’axis mundi che connette cielo e terra. Gli alberi da frutto rappresentano la prosperità, la fertilità, l’abbondanza. Le peonie indicano prosperità. Il fior di loto, derivante dal buddismo, è l’emblema della purezza. Il narciso è simbolo di buon augurio mentre il fiore di pesco rappresenta la rinascita.

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I motivi geometrici

La stella a otto punte compare spesso in mezzo ai tappeti persiani per significare la centralità della volta celeste, buona fortuna, spiritualità. Il rombo è un simbolo prettamente femminile mentre la croce uncinata o swastica iraniana (simbolo che i nazisti deturparono facendone un simbolo di terrore) è un simbolo celeste che sin dal Neolitico rappresenta la fertilità, l’abbondanza e la vita.

Fonti e approfondimenti

• Michel Foucault, Eterotopia, Mimesis. 2018
• Patrice Fontaine, Le tapis persan ou le jardin de l’éternel printemps, Éditions Recherche sur les Civilisations, Paris, 1990

Sandra Saporito





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