Conoscete la pianta dell’aria, che vive sulle rocce o sui tronchi e i rami degli alberi (epifita) e ha funzioni anti-smog? Si chiama Tillandsia, appartiene alla famiglia delle Bromeliacee ed è diffusa, con oltre 500 specie, in una vasta area che va dal sud degli Stati Uniti fino alla Patagonia, quindi nelle zone tropicali e subtropicali del continente americano.
Il sistema di vita di queste “figlie del vento”, che devono il loro nome al botanico svedese E. Tillands ed erano già note ai Maya, è stato scoperto solo nel 1904, quando il fisiologo tedesco Carl Mez chiarì la fisiologia delle piante epifite, che assorbono l’acqua e i sali minerali dalle squame presenti sulle foglie.
La Tillandsia è una pianta erbacea sempreverde dalle radici poco sviluppate, con funzione di appiglio al sostegno. Il loro segreto sta proprio nelle lunghe foglie, per lo più riunite in dense rosette, che sono rivestite di squame argentee (i tricomi), capaci di assorbire l’acqua e i sali minerali disciolti nell’aria, per trasferirli nei tessuti interni dove avviene la fotosintesi. Le infiorescenze a capolino portano numerosi fiori, di colore bluastro o violetto, ciascuno accompagnato da una brattea. I frutti sono invece capsule oblunghe o lineari a tre valve, contenenti semi alati. Vi è inoltre un’altra forma di nutrimento per queste piante che vivono d’aria, garantita dalle colonie di batteri azoto fissatori, ospiti delle foglie delle Tillandsie, che concedono loro in cambio le sostanze organiche azotate di cui hanno bisogno.
“Le figlie del vento” sono piante molto duttili e versatili, con grande capacità di adattamento. Le ritroviamo sulle vette delle Ande, così come tra il fogliame delle foreste pluviali o sulle dune sabbiose. In generale, preferiscono comunque ambienti molto luminosi (anche se non gradiscono la radiazione diretta) e climi caldo-umidi.
Se siete interessati a un loro acquisto, sappiate che le potete trovare nelle grandi fiere o in quelle di settore, oltre che in alcuni vivai specializzati. Informatevi bene sulle loro caratteristiche ed esigenze e fatevi consigliare se tenerle in casa o all’aperto. Nelle zone a clima mite, le Tillandsie vivono bene all’esterno anche tutto l’anno, basta magari aver cura di coprirle durante la notte nei periodi più freddi. Posizionatele in alto, lontano dai ristagni e al riparo dalla luce diretta solare (l’esposizione varia comunque a seconda delle specie), appendendole all’ombra di un albero o legandole a un pezzo di corteccia.
Se invece volete purificare l’aria dei vostri interni e tenerle al chiuso, assicuratevi che vi sia molta luce e una buona areazione e appoggiatele in alto a un sostegno, che può essere costituito da una pietra, da un ramo secco o da un oggetto di vetro, resina, ceramica o altri materiali.
Per quanto riguarda le loro esigenze idriche, le Tillandsie collocate all’esterno in giardino o sul balcone ricavano naturalmente l’acqua dalla pioggia e non richiedono cure particolari, a meno che non si registrino periodi di scarse precipitazioni. In tal caso, è necessario vaporizzarle con dell’acqua non troppo acida o alcalina (pH ottimale 4,5-6,5). Per le piante che vivono all’interno, invece, è buona norma procedere alle vaporizzazioni non più di due-tre volte alla settimana, tenendo sempre presente che le “figlie del vento” non sopportano l’eccesso di acqua, e che le loro esigenze in tal senso mutano in base alla stagione, all’intensità della luce e all’età e morfologia della pianta. In generale, più acqua serve alle Tillandsie site in ambienti luminosi e secchi, nonché per quelle fiorite e a foglie filiformi.
Una volta allontanate dal loro habitat, queste piante dell’aria possono accusare delle carenze nutritive, per cui è necessario reintrodurre le sostanze fondamentali (azoto, fosforo, potassio), ricorrendo a fertilizzanti che abbiano tali componenti in parti uguali (da preferire le preparazioni 20/20/20), da vaporizzare due volte al mese nel periodo primaverile-estivo, solo una volta in autunno-inverno.
I peggiori nemici delle “figlie del vento” sono due insetti, gli afidi e le cocciniglie, che possono essere combattuti con gli anticrittogamici disponibili in commercio o con metodi naturali, che prevedono l’utilizzo di vari elementi, quali: sapone nero, aglio, nicotina, cannella in polvere o alcol etilico. Per eliminare le cocciniglie basta ad esempio lavare la pianta con un cotone imbevuto di acqua e alcol etilico, in rapporto 1:3.
Il motivo per cui dovreste abbellire le vostre case con le “figlie del vento” è facile da capire: queste piante assolvono un’importantissima funzione di depurazione dell’aria. Molti studi scientifici hanno rilevato come siano capaci di assorbire i nocivi agenti inquinanti prodotti dalla combustione incompleta di benzina e gasolio, ossia gli idrocarburi policiclici aromatici (Ipa), derivati dal traffico veicolare, dal riscaldamento domestico e dalle attività industriali.
Le Tillandsie, immuni dall’inquinamento terrestre, possono essere impiegate anche per il bio-monitoraggio atmosferico, poiché rivelano lo stato di salute dell’aria e al contempo riescono a ripulirla dallo smog. Recenti ricerche americane hanno inoltre evidenziato come queste piante siano efficaci nella lotta alla cosiddetta sindrome dell’edificio malato (Sbs), grazie alla loro capacità di assorbire altri agenti inquinanti presenti nell’aria, quali formaldeide, radon, anidride solforosa, ozono e fumo di sigarette, all’origine di disturbi vari quali emicrania, affaticamento, nausea, sonnolenza, irritazioni nasali, secchezza delle fauci, affaticamento, perdita di concentrazione ecc.
In conclusione, gli studi hanno dimostrato che le Tillandsie, insieme alle orchidee, sono le piante più efficienti per la depurazione naturale dell’aria. Decorative e al contempo salutari…“le figlie del vento” devono assolutamente trovar spazio all’interno delle vostra mura domestiche!
Marco Grilli