Nell’albero genealogico, la madre ha un ruolo cardine. È la porta della vita, il canale attraverso il quale ogni membro della famiglia viene al mondo. Che incarni la madre buona o la madre oscura, in entrambi i casi essa plasma non solo il corpo del bimbo che porta in grembo ma anche parte del suo bagaglio emotivo, del suo modo di vedere il mondo, del suo inconscio.
“In nome del padre: si inaugura il segno della croce. In nome della madre s’inaugura la vita.”
(De Luca, 2006)Leggi anche —> La Lettera Da Scrivere Alla Propria Madre
Il ruolo della madre e la metafora della terra
Per spiegare simbolicamente l’importanza della madre nel nostro albero famigliare, possiamo ricorrere alla metafora della terra. Madre e terra sono il mondo misterioso, profondo, potente, che accoglie dentro di sé il seme della vita, in una dimensione quasi liminale; creano intorno a lui un mondo protetto dall’esterno, uno spazio condiviso soltanto da loro che resterà sconosciuto ed insondabile agli altri, per permettergli uno sviluppo sereno, rispettoso dei suoi tempi e poi consentirgli di nascere in un mondo nuovo, una dimensione diversa. Dentro questo grembo oscuro e fertile, la vita sogna e si forma fino a quando verrà chiamata a venire alla luce.
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Il germoglio di vita resterà comunque ancorato alla terra attraverso le sue radici rimaste nel terreno fecondo, che provvederà alla sua crescita. Grazie a questa connessione intima, lei sosterrà e nutrirà la sua creatura, le fornirà tutto di se stessa. Allo stesso modo la madre nutre fisicamente ed emotivamente il suo bambino, trasmettendogli un bagaglio emotivo oltre che genetico che lo supporterà e influenzerà nel suo percorso di vita, nelle sue relazioni, nelle sue scelte, e nella sua visione del mondo. Lo guiderà dal primo respiro fino al momento in cui diventerà autonomo, sarà per lui un punto di riferimento indispensabile al suo sviluppo.
Quando comprendiamo quanto il ruolo della madre sia fondamentale per la vita non solo dell’individuo ma anche dell’intero albero famigliare, ci rendiamo conto che assieme al meraviglioso dono che le viene dato, gravano anche sulle spalle molte responsabilità. Per questo motivo, nell’ottica di un lavoro sul proprio albero genealogico è utile considerare le emozioni che può aver provato per comprendere il motivo delle scelte che hanno condizionato, nel bene e nel male, il futuro al quale ha dato la vita.
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Il mondo attraverso lei
La figura della madre nell’albero genealogico è un mondo misterioso da esplorare. Essa racchiude in sé il mistero del lignaggio femminile, è il grembo nel quale la vita mette radici, il nutrimento primigenio del corpo; lei rappresenta spesso l’amore totale, incondizionato, pronto a dare la propria vita per quella dei suoi figli. Il battito del suo cuore è il primo suono che udiamo, capace di tranquillizzare la mente, placcare i turbamenti dell’anima, ma anche attivare le nostre risorse interiori più profonde e potenti.
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Materno è il primo sguardo che il bambino incrocia nella sua vita mentre lei gli rimanda il riflesso di se stesso e del mondo che lo circonda, filtrato dall’amore e dalla necessità di protezione. Una madre fiduciosa nella vita, serena, aperta rimanderà l’immagine di un orizzonte da scoprire, mentre una madre in difficoltà, segnata dalla vita, rimarcherà inconsapevolmente le insidie del mondo condizionando una tendenza all’apertura o alla chiusura del bambino verso il mondo intorno a lui.
Al livello famigliare ciò può influenzare il flusso vitale dell’albero genealogico permettendo alla generazione seguente di ricevere, accogliere come esperienza spontanea, quasi innata, alcune capacità o arti, oppure, al contrario, portando ad ostacolare attraverso resistenze inconsapevoli ed auto-sabotaggi la realizzazione dei figli (e dei figli dei figli), sempre in un tentativo di protezione, per evitare loro il dolore di alcune esperienze.
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L’aspetto nascosto della madre
Durante la gestazione, la madre diventa la culla di due storie famigliari, dentro di lei convivono il frutto di due alberi, due stirpe, due lignaggi con i loro drammi, le loro gioie, i loro successi e fallimenti, ma soprattutto quella spinta verso la vita che s’incarna attraverso lei. A volte questi alberi si manifestano nei suoi sogni, collaborano, lottano, e le loro memorie decantano le informazioni più importanti, goccia dopo goccia, per poi fonderle in quella piccola persona in divenire nel suo grembo.
Ognuno di noi riceve in questo modo un’eredità unica, che trascina dietro di sé molte storie, felici e meno, legate alla vita ma anche alla morte. Possono quindi emergere ricordi o sincronicità legati a certi segreti o eventi dolorosi che molte mamme (e nonne) tacciano soltanto perché fa troppo male parlarne, come quello sul lutto perinatale, per esempio. Nel quadro di uno studio sull’albero famigliare può essere prezioso riuscire ad accogliere la complessità di questa figura così centrale.
Comprendere le difficoltà alle quali può essere stata confrontata e i suoi stati d’animo può aiutare a fare luce su alcune cicatrici con le quali il proprio albero si ritrova a confrontarsi e prendersene cura.
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La curiosa dimensione temporale materna
La madre nell’albero famigliare è messaggera di un quadro complesso: ogni madre racchiude dentro di sé l’archetipo della donna assumendo simbolicamente il ruolo di portavoce terreno del lignaggio femminile ancestrale, sia materno che paterno, anche se quest’ultimo in maniera più sottile ed indiretto rispetto al primo.
Per le madri, il grembo diventa un luogo di connessione con le antenate in quanto scrigno di una comunicazione intergenerazionale e transgenerazionale. Come affermava Layne Redmond: “Tutti gli ovuli che una donna porterà con sé nelle ovaie, le porta da quando è un feto di quattro mesi nel grembo di sua madre. Ciò significa che la nostra vita cellulare come un uovo inizia nel grembo di nostra nonna. Ognuno di noi ha trascorso cinque mesi nel grembo di nostra nonna, e lei a sua volta si è formata nel grembo di sua nonna. Vibriamo al ritmo del sangue di nostra madre prima che lei stessa nasca, e questo impulso è il filo di sangue che scorre dalle nonne alla prima madre.’’
La dimensione temporale sembra pertanto concentrarsi nell’ovulo/seme, diventando un punto d’incontro tra generazioni, ecco che il ruolo di guardiana della vita che la madre assume si esplica al di là del tempo e dello spazio.
Fonti e approfondimenti
• La madre simbolica e la sua funzione
• L’archetipo della madre nelle costellazioni familiari
• L’archetipo della grande madre nella psicologia analitica di jung
Sandra Saporito