C’è chi aspetta questo giorno con la gioia dei bambini nel cuore e chi invece lo evita, lo nega, e lo vive con difficoltà; resta il fatto che il compleanno è un giorno importante per ognuno di noi e non soltanto perché si diventa “più vecchi di un anno” come molti dicono, ma perché questo giorno speciale ha un significato profondo che forse passa un po’ inosservato, così come quello del fare gli auguri a chi celebra questo importante rito familiare.
Osservare quindi questa ricorrenza che ci accompagna lungo l’arco della nostra intera vita e che segna il nostro tempo personale cogliendone la magia può aiutarci a recuperare il potere degli auguri, del farli e riceverli, come un dono davvero prezioso. E profondamente sacro.
Dal dies natalis al compleanno
Dietro alle nostre feste di compleanno, vi sarebbero un filosofo e tre grandi civiltà.
Gli Antichi Romani celebravano il compleanno dei personaggi importanti: il dies natalis dei re, degli imperatori e dei membri dell’aristocrazia, usanza poi lentamente giunta fino a noi grazie a Goethe che il 28 agosto 1802 decise di festeggiare il suo 53esimo genetliaco con una torta decorata con ben 53 candeline inaugurando in questo modo la tradizione delle feste di compleanno come le conosciamo oggi. Prima di allora era consuetudine celebrare l’onomastico in quanto poche persone conoscevano in realtà la propria data di nascita.
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Secondo gli storici dobbiamo agli Antichi Greci l’usanza della torta e delle candeline: erano infatti soliti fare un’offerta deposta sull’altare della dea Artemide con un dolce tondo come la Luna a base di miele che i fedeli illuminavano con le candele per farlo brillare come l’astro nel cielo ad ogni plenilunio. Soffiando le candele, esprimevano i desideri sperando che la loro offerta fosse gradita alla dea che in cambio li avrebbe esauditi.
Ralph Linton afferma infatti nel suo libro The Lore of Birthdays :
“Le candele accese e i fuochi sacrificali hanno sempre avuto un particolare significato mistico da quando l’uomo cominciò a erigere altari ai suoi dei. Le candeline sono quindi un omaggio al bambino che festeggia il suo compleanno; lo onorano e gli portano fortuna. (…) Gli auguri di compleanno e gli auguri di felicità sono parte integrante della celebrazione. (…) Questa credenza affonda le sue radici nella magia. (…) Gli auguri di compleanno possono fare del bene o del male perché in quel momento specifico si è più vicini al mondo degli spiriti.“
Il proprio compleanno assume quindi una funzione di ponte tra visibile ed invisibile dove dall’altra parte del velo ci sarebbero questa volta gli antenati e gli spiriti affini alla persona: alcuni li chiamano angeli custodi mentre gli Antichi Greci li chiamavano Daimon. “Prima della nascita, l’anima di ciascuno di noi sceglie un’immagine o disegno che poi vivremo sulla terra, e riceve un compagno che ci guidi quassù, un daimon, che è unico e tipico nostro. Tuttavia, nel venire al mondo, ci dimentichiamo tutto questo e crediamo di esserci venuti vuoti. È il daimon che ricorda il contenuto della nostra immagine, gli elementi del disegno prescelto, è lui dunque il portatore del nostro destino.” afferma James Hillman nel suo libro Il codice dell’anima.
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Gli auguri e la storia dei sacerdoti etruschi
L’usanza di fare gli auguri potrebbe invece trovare una spiegazione già nel nome stesso. Gli Àuguri erano i sacerdoti etruschi e poi romani, conosciuti in tutto il mondo antico per la loro arte divinatoria. Erano gli interpreti della volontà degli dei e degli spiriti, consultati prima di ogni grande evento, che fosse una battaglia o la fondazione di una città.
Gli Àuguri era dediti al vaticinio attraverso la contemplazione del volo degli uccelli nel tĕmplum, ovvero nello spazio consacrato, diviso, delimitato, che erano soliti disegnare nel cielo e riportati poi sulla terra in quadranti favorevoli e nefasti e nei quali venivano osservati e tradotti i segni che secondo la credenza dell’epoca derivavano dal mondo invisibile e dagli spiriti, tracciando un cerchio con i lituo, il bastone rituale. Chiudendo il cerchio, veniva fissato e sacralizzato l’istante che permetteva la profezia.
Quando compiamo gli anni, celebriamo il giorno in cui siamo venuti al mondo, ovvero la fotografia dell’inizio della nostra esistenza che fa da ponte tra Cielo e Terra, con noi nel mezzo.
Da questo momento in poi, ogni anno questa ricorrenza rappresenterà il compimento del nostro personale viaggio intorno al Sole, l’astro che scandisce il nostro tempo. Chiudiamo un ciclo e ne apriamo uno nuovo. Il compleanno può quindi assumere la funzione di tĕmplum, di divisione spaziale e temporale.
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Gli auguri e il confine con la profezia
Il nostro compleanno rappresenta quindi uno spazio/tempo preciso, un tempo liminale, in cui ricopriamo metaforicamente lo stesso posto che assumevamo quando il nostro primo grido, il nostro primo respiro, ci annunciava al mondo: in quel preciso giorno, torniamo nello stesso posto in relazione al Sole.
Il compleanno assume in questa ottica il significato di viaggio. Anzi, potremmo dire che si tratta di un crocevia tra spazio e tempo, tra Terra e Cielo. Questa caratteristica trasforma questo giorno così significativo in un orizzonte che è possibile contemplare per trarne i migliori auspici per il futuro, esattamente come facevano gli Àuguri, gli antichi sacerdoti di origine etrusca.
In definitiva possiamo dire che “fare gli auguri” è forse uno dei doni più sacri che possiamo fare a chi compie gli anni perché significa cercare di farsi profeti per le persone care, “predire” loro salute, gioia, felicità e grandi traguardi nei loro orizzonti in questo giorno in cui il velo tra i mondi si fa più sottile per loro.
Da questo punto di vista invece che “fare gli auguri“, possiamo cercare di “farci Àuguri”, ovvero di ricoprire per un attimo il ruolo sacro di sacerdoti ed attrarre nella loro vita tutto ciò che desideriamo di buono per le persone che portiamo nel cuore in questa parentesi che li vede chiudere un vecchio ciclo ed iniziare un nuovo meraviglioso viaggio nel tempo della loro vita.
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Fonti e approfondimenti: • Jean-Claude Schmitt, L’invenzione del compleanno, GLF editori Laterza, 2012. • Ralph Linton, The Lore of Birthdays, Omnigraphics, 1998. • Romano Impero: arx auguraculum • Templum: la sacralizzazione dello spazio