Il candido giglio che orna con eleganza i giardini e i bouquet delle spose ci inebria con il suo profumo e la sua bellezza senza tempo ma vi è nel portamento di questo fiore maestoso un significato ancestrale che ha attraversato, imperturbato, le ere e le religioni. Sono molte le leggende e i racconti che vi fanno riferimento. Candido calice dal quale bevono le fate, fiore nato dagli dei, emblema di santi e angeli, il giglio è un fiore delicato dai numerosi segreti.
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Il giglio è un fiore ornamentale e medicinale
Il giglio, o lilium, è una pianta appartenente alla numerosa famiglia delle Liliaceae che comprende circa 4000 specie riunite in 280 generi diffusi in tutto il mondo. Fiore regale, cugino della più rustica cipolla, vanta anch’esso numerose proprietà medicinali a secondo della varietà. I petali del giglio bianco, raccolte a fine primavera sono benefiche per la pelle: sono usate per alleviare scottature, irritazioni ed eczema. Il bulbo raccolto a fine estate può essere usato in decotto a scopo diuretico, emmenagogo ed espettorante.
Il giglio alpino, di colore rosso-arancio, compare invece tra i Fiori Californiani. Aiuta le donne ad accogliere ed esprimere la propria femminilità e a sciogliere i blocchi emotivi che possono derivare dalla sfera sessuale.
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Ma la proprietà che gli viene più riconosciuto è legato al suo profumo, inebriante e persistente, porta al rilassamento della mente, a patto di rispettare la regola dei 5 fiori per ogni stanza in quanto un suo uso eccessivo potrebbe stimolare eccessivamente l’olfatto portando nei soggetti più sensibili disagi e cefalee.
Il giglio compare anche tra i rimedi popolari: si usava bruciare i suoi petali per stimolare sentimenti di gioia, estro creativo, e per propiziare sogni profetici; inoltre, piantare i fiori intorno alla casa era utile secondo la magia rurale per allontanare ogni forma di negatività.
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Il giglio, un simbolo molto antico
Il giglio, re dei fiori accanto alla rosa, è la pianta ornamentale più anticamente usata al mondo. Originario dall’Asia occidentale, fu portato nel Vecchio Continente dagli Assiri per i quali rappresentava l’idea di purezza e sovranità, giunse poi nel Bel paese grazie ai Greci e fu solo a partire dal XII secolo che divenne il fiore sacro alla Madonna, simbolo di castità e innocenza; ma la sua correlazione col sacro Femminino risale ad un tempo immemore.
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Vi sono rappresentazioni pittoriche cretesi risalenti al 1650 a.C che testimoniano l’uso del giglio bianco come simbolo di una dea primordiale, probabilmente Britomarti, dea della natura, della fertilità e della caccia nella civiltà monoica, che divenne poi ancella della greca Artemide. Per i Minoici il giglio era emblema di potere e sovranità.
Nell’Antica Grecia era fiore sacro ad Era, dea del matrimonio e del parto oltre che regina dei Cieli. Secondo la mitologia il giglio sarebbe nato dal suo seno. Il mito narra che mentre il piccolo Eracle poppava dal seno della dea, alcune gocce di latte scivolarono sulla terra e altre nel cielo. Dall’incontro tra la terra nera e il latte candido nacquero questi graziosi fiori bianchi che sparsero intorno a loro un profumo inebriante mentre il latte che si unì al cielo diede nascita alla Via Lattea. I Gigli bianchi diventarono quindi per i Greci simbolo d’amore puro, fedeltà e procreazione. Nell’antichità, era usanza tra Greci e Romani porre sulla testa delle giovani spose una corona nuziale composta di gigli e spighe di grano per simboleggiare la purezza, l’abbondanza e la fertilità.
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Nella tradizione ebraica, il giglio rappresentava la bellezza, la purezza, l’innocenza e la fragilità mentre a questi valori si aggiunsero quelli di castità e santità nella tradizione cristiana, motivo per il quale possiamo ammirarlo nelle raffigurazioni dell’Annunciazione, offerto dall’arcangelo Gabriele alla Vergine Maria (possiamo apprezzare queste rappresentazioni nelle opere di Leonardo da Vinci, Filippo Lippi, Jacopo da Montagnana per citarne alcuni).
“Le cose più semplici della vita sono anche quelle più straordinarie. Dobbiamo soltanto consentire loro di rivelarci la propria essenza. I gigli di campo non tessono né filano. Tuttavia, neanche l’eccelso Salomone poté disporre di una veste lussuosa e raffinata come quella dei fiori.”
(Paulo Coelho, Il manoscritto ritrovato ad Accra, 2012)
La fioritura del giglio d’estate ne fece un fiore sacro a Sant’Antonio da Padova (giglio bianco), celebrato il 13 giugno, protettore del matrimonio, delle donne incinte e patrono della procreazione e a San Giovanni Battista, onorato il 24 giugno (giglio rosso), simbolo di amore e sacrificio.
Va precisato che il significato cambia anche a secondo del colore dei petali: per esempio, il giglio dorato simboleggia la perseveranza; il giglio giallo, la nobiltà; il giglio rosa, la delicatezza e la femminilità; il giglio arancione, la nobiltà terrena, da regalare a qualcuno di cui si ha grande stima. Infine il giglio fucsia rappresenta la freschezza, la gioventù.
Curiosità: il giglio ha anche lo straordinario potere di rifiorire dopo una lunga siccità o un incendio dimostrando grandi qualità rigeneratrici, per questo motivo simboleggia anche il rinnovamento e la resurrezione.
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Il fiore spirituale degli alchimisti
Il giglio fu adottato anche nell’antica arte dell’alchimia dove la sua raffigurazione candida ed immacolata fu rappresentativa della pura essenza mercuriale. Nell’opus, rappresentava per gli adepti l’integrità psichica che non poteva essere corrotta dai desideri.
“Andate fuori, nei campi, incontro alla vostra speranza e, seduti tra i gigli, ascoltateli mentre canticchiano nel sole. Non tessono, loro, vesti per coprirsi, e non sollevano tronchi né pietre per costruirsi un rifugio; ma cantano, invece. Colui che lavora nella notte provvede ai loro bisogni e la rugiada della Sua grazia bagna i loro petali.”
(Khalil Gibran)
Fonti:
• Archive for Research in Archetypal Symbolism (ARAS), Il libro dei simboli, ed. Taschen, 2011.
• Il giglio: nella storia, nel mito, nell’arte
• La rosa di Sharon – Fiori e piante nella tradizione ebraica antica
• La storia del giglio
Sandra Saporito
Autrice e operatrice in discipline bio-naturali
www.risorsedellanima.it