Curiosità

La smorfia napoletana: i simboli abbinati ai 90 numeri

Di Sandra Saporito - 21 Giugno 2023

Napoli, città di storia e folklore

Napoli, decretata dall’UNESCO patrimonio dell’umanità, è una terra di bellezze mozzafiato con una storia molto antica, ricca di tradizioni e folklore. È un museo a cielo aperto che incanta, è un territorio da ammirare ma anche da ascoltare e gustare in una scoperta sensoriale che non lascia nessuno indifferente., Questa città nata all’ombra del Vesuvio è culla di storia, cultura e arte.

Meraviglioso panorama di Napoli con Vesuvio in sottofondo
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Tuttavia, non conosciamo Napoli soltanto per il suo patrimonio culturale, artistico ed architettonico ma soprattutto per tutto ciò che costituisce la napoletanità: questa forte identità comunitaria, passionale, allegra e un po’ chiassosa, che ha reso Napoli famosa in tutto il mondo assieme alla sua incomparabile pizza, al mandolino, alla sua lingua e alle sue tradizioni.

Questo forte attaccamento alla propria identità culturale ha preservato molti usi e costumi popolari che custodiscono superstizione, mistero e magia. Basta pensare ai curnicielli, gli immancabili corni rossi usati per scongiurare la malasorte oppure il rito dell’olio per scacciare le jettature. Ma oltre alle molte usanze scaramantiche, Napoli è rinomata per una pratica che, a dire di molti, sarebbe capace di coprire d’oro chi sa usarla a modo: la smorfia napoletana.

I curnicielli, corni rossi portafortuna
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Le origini misteriose della smorfia napoletana

Le origini della smorfia napoletana, quel curioso intreccio tra sogni e denaro che attribuisce alle visioni oniriche un numero da giocare al lotto, sono ancora poco chiare. Alcuni autori fanno risalire questa pratica divinatoria alla kabalah ebraica e più precisamente alla branca della gematria: la scienza teologica che assegna valori numerici alle parole scritte, facendo della smorfia una versione decisamente più profana e satirica dell’esegesi ebraica, giunta a Napoli probabilmente assieme ai Sefarditi espulsi dal regno di Spagna intorno al 1492.

Altri autori fanno invece riferimento al matematico e filosofo greco Pitagora di Samo (588-500 a.C.) e alla sua scuola numerologica di Crotone.

“Tutte le cose sono numeri”
‒ Pitagora di Samo

Altre fonti ancora richiamano il legame con Artemidoro di Daldi (Efeso, II secolo d.C) , scrittore e filosofo della Grecia antica che scrisse un’importante opera dalla quale potrebbe essere derivata la smorfia della città partenopea: l’Onirocritica (Ὀνειροκριτικά), opera composta da cinque manoscritti sull’interpretazione dei sogni, pubblicata per la prima volta in greco a Venezia nel 1518.

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Mentre il termine “smorfia” sembra derivare da Morfeo, (in greco antico Μορφεύς / Morpheús, da μορφή / morphế, “forma”) dio del sogno della mitologia greca conosciuto per toccare le palpebre delle persone coi papaveri ed ispirare sogni realistici prendendo forma umana nelle illusioni notturne dei sognatori, i 90 numeri della smorfia napoletana provengono dal gioco del lotto, apparso sulla nostra penisola intorno al 1539, a Genova. Per quanto riguarda invece i simboli abbinati, la storia è più complessa ancora.

Dal lotto alla tombola, passando per la smorfia

il gioco della tombola, tradizione natalizia
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Secondo la leggenda, la smorfia ebbe una figlia. Infatti, il gioco d’azzardo del lotto incontrò un tale successo nei diversi Stati (ognuno costituì la propria “ruota della fortuna”) che i regnanti dovettero prendere provvedimenti in quanto la Chiesa temeva che le scommesse allontanassero i fedeli dalla preghiera nei giorni santi. È famoso l’episodio che vede il frate domenicano Gregorio Maria Rocco opporsi a Carlo III di Borbone, re di Napoli, che desiderava ufficializzare il gioco del lotto per riempire le casse dello Stato, gioco ritenuto immorale invece dal monaco.

La diatriba andò avanti fino a quando fu trovato un compromesso che mise d’accordo la corona e il saio: fu fatto divieto di giocare al lotto nella settimana santa. Ma i Napoletani erano così affezionati a questo passatempo che trovarono un escamotage a questo veto: inventarono un gioco da tavola ispirato al lotto e alla smorfia napoletana da condividere questa volta esclusivamente in famiglia. Fu così che nel 1734 nacque la tombola, che divenne il dopo cena tradizionale delle festività natalizie al Sud (e non solo).

I simboli della smorfia napoletana

Nella smorfia napoletana vi sono 90 simboli abbinati ad un numero. L’ipotesi più accreditata vede la corrispondenza basarsi sulla tradizione orale che affonderebbe nell’antica società matriarcale campana, che per questo motivo vedrebbe la donna più presente dell’uomo nelle rappresentazioni simboliche, assieme alle colorate allusioni sessuali che secondo alcuni farebbero riferimento agli antichi riti di fertilità.
Va precisato però che i simboli cambiarono col tempo per allinearsi agli eventi e sconvolgimenti della società. Per esempio, fu il caso del numero 1 nella smorfia, in origine attribuito al Sole, considerato come fonte di luce e calore e quindi di vita che fu assegnato all’Italia soltanto dopo i moti rivoluzionari che unificarono il paese. Ecco le diverse corrispondenze che permetterebbero di estrapolare dai sogni i numeri da giocare, anche se nel tempo la lista delle corrispondenze si è ampliata considerevolmente:

  1. L’Italia
  2. ‘ A criatura (il bimbo)
  3. ‘A jatta (il gatto)
  4. ‘O puorco (il maiale)
  5. ‘A mano (la mano)
  6. Chella che guarda ‘nterra (organo sessuale femminile)
  7. ‘A scuppetta (il fucile)
  8. ‘A maronna (la madonna)
  9. ‘A figliata (la prole)
  10. ‘E fasule (i fagioli)
  11. ‘E surice ( i topi)
  12. ‘E surdate ( i soldati)
  13. Sant’ Antonio
  14. ‘O mbriaco (l’ubriaco)
  15. ‘ O guaglione (il ragazzo)
  16. ‘O culo (il deretano)
  17. ‘A disgrazia (la disgrazia)
  18. ‘O sanghe ( il sangue)
  19. ‘ A resata (la risata)
  20. ‘A festa (la festa)
  21. ‘A femmena annura (la donna nuda)
  22. ‘O pazzo (il pazzo)
  23. ‘O scemo (lo scemo)
  24. ‘E gguardie (le guardie)
  25. Natale
  26. Nanninella (diminuitivo del nome Anna)
  27. ‘ O cantero (il vaso da notte)
  28. ‘E zzizze (il seno)
  29. ‘O pate d”e criature (organo sessuale maschile)
  30. ‘E palle d”o tenente ( le palle del tenente- riferito all’organo sessuale maschile)
  31. ‘O padrone ‘ e casa (il proprietario di casa)
  32. ‘O capitone (il capitone)
  33. Ll’anne ‘ e Cristo (gli anni di Cristo)
  34. ‘A capa (la testa)
  35. L’aucielluzzo (l’uccellino)
  36. ‘ E castagnelle ( sorta di petardi )
  37. ‘O monaco (il frate)
  38. ‘E mmazzate (le botte)
  39. ‘A funa ‘nganna (la corda la collo)
  40. ‘A paposcia (ernia inguinale)
  41. ‘O curtiello (il coltello)
  42. ‘O ccafè (il caffè)
  43. ‘A femmena ‘ncopp” o balcone (la donna al balcone)
  44. ‘E ccancelle (il carcere)
  45. ‘O vino (il vino)
  46. ‘E denare (i denari)
  47. ‘O muorto (il morto)
  48. ‘O muorto che parla (il morto che parla)
  49. ‘O piezzo ‘ e carne (il pezzo di carne)
  50. ‘O ppane (il pane)
  51. ‘O ciardino (il giardino)
  52. ‘A mamma (la mamma)
  53. ‘O viecchio (il vecchio)
  54. ‘O cappiello (il cappello)
  55. ‘A museca (la musica)
  56. ‘A caruta (la caduta)
  57. ‘O scartellato (il gobbo)
  58. ‘O paccotto (l’imbroglio)
  59. ‘E pile (i peli)
  60. Se lamenta (si lamenta)
  61. ‘O cacciatore (il cacciatore)
  62. ‘O muorto acciso (il morto ammazzato)
  63. ‘A sposa (la sposa)
  64. ‘A sciammeria (la marsina)
  65. ‘O chianto (il pianto)
  66. ‘E ddoie zetelle (le due zitelle)
  67. ‘O totano int”a chitarra (il totano nella chitarra)
  68. ‘A zuppa cotta (la zuppa cotta)
  69. Sott’e’ncoppo (sottosopra)
  70. ‘O palazzo (il palazzo)
  71. L’ommo ‘e merda (l’uomo senza princìpi)
  72. ‘A meraviglia (la meraviglia)
  73. ‘O spitale (l’ospedale)
  74. ‘A rotta (la grotta)
  75. Pullecenella (Pulcinella)
  76. ‘A funtana (la fontana)
  77. ‘E diavule (i diavoli)
  78. ‘A bella figliola (la bella ragazza)
  79. ‘O mariuolo (il ladro)
  80. ‘A vocca (la bocca)
  81. ‘E sciure (i fiori)
  82. ‘A tavula ‘mbandita (la tavola imbandita)
  83. ‘O maletiempo (il maltempo)
  84. A cchiesa ( la chiesa)
  85. Ll’aneme ‘o priatorio (le anime del purgatorio)
  86. ‘A puteca (il negozio)
  87. ‘E perucchie (i pidocchi)
  88. ‘E casecavalle (i caciocavalli)
  89. ‘A vecchia (la vecchia)
  90. ‘A paura (la paura)

Fonti:

• Liccardo Giovanni, La smorfia napoletana: origine, storia e interpretazione. Newton Compton Editori, 28 novembre 2019.
• La Neapolis Sotterrata: Smorfia napoletana, una tradizione secolareUniversità degli Studi di Napoli Federico II: L’origine della tombola tra mito e leggenda 

Sandra Saporito
Autrice e operatrice in Discipline Bio-Naturali
www.risorsedellanima.it





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