C’è una poesia che in queste ultime settimane è stata ripescata dal passato, un componimento che parla ai nostri cuori, uno scritto semplice ma dal valore immenso: è la poesia di Gianni Rodari intitolata “La luna di Kiev“.
Non è una poesia che parla di guerra, di uccisioni, di distruzione. E’, invece, un inno alla fratellanza, al sentirsi tutti collegati grazie alla Natura che ci circonda e che ogni giorno parla alle nostre anime: noi, però, distratti, di fretta e intimoriti dalle nostre stesse paure, non riusciamo più a sentire la sua saggia e importante voce.
Ci viene in aiuto, così, l’arte poetica di Rodari che si fa da tramite tra la natura e l’uomo e diviene messaggero di verità ormai dimenticate da tempo, ci invita al dialogo con l’universo, ci obbliga a ritornare bambini e ad interrogare la luna sul mistero della vita.
Per liberarsi non basta fuggire
Gianni Rodari
bisogna insieme costruire
una terra senza padroni
né brutti né buoni.
Una terra felice ed onesta
dove nessuno ha i fili in testa.
Se questa terra ancora non c’è
la faremo io e te!
Gianni Rodari, il poeta dei bambini
Giovanni Francesco Rodari, chiamato Gianni Rodari, fu un poeta, uno scrittore e un pedagogista italiano. Si dedicò principalmente alla letteratura per l’infanzia. Le sue poesie sono presenti ancora oggi nei libri di scuola per i bambini e tutti, chi più chi meno, ricorda ancora qualche suo componimento imparato a memoria da fanciulli.
Nel 1973 fu pubblicato un saggio dedicato agli insegnanti e agli educatori in generale intitolato “La grammatica della fantasia – Introduzione all’arte di inventare storie“, un invito ad unire educazione e fantasia. Questo suo lavoro divenne un capolavoro della pedagogia. Tanti furono i suoi successi letterari tra racconti, filastrocche e poesie e altrettanti i riconoscimenti per il suo lavoro di scrittore.
“Vale la pena che un bambino impari piangendo quello che può imparare ridendo?”
Gianni Rodari
Leggi anche —> I bambini e i ragazzi hanno bisogno di sorridere mentre apprendono
“La luna di Kiev”: poesia toccante ai giorni nostri
Tra i volumi scritti da Rodari ricordiamo “Filastrocche in cielo e in terra“, una raccolta di filastrocche per ragazzi che toccano varie tematiche. E proprio in questa raccolta si trova “La luna di Kiev“.
Chissà se la luna
di Kiev
è bella
come la luna di Roma,
chissà se è la stessa
o soltanto sua sorella…
“Ma son sempre quella!
– la luna protesta –
non sono mica
un berretto da notte
sulla tua testa!
Viaggiando quassù
faccio lume a tutti quanti,
dall’India al Perù,
dal Tevere al Mar Morto,
e i miei raggi viaggiano
senza passaporto”.
Ciò che ha sempre affascinato della scrittura di Rodari è la sua semplicità toccante che riesce a far breccia nel cuore di chiunque si approcci ai suoi scritti. Questo in particolare, nel momento storico che stiamo vivendo, ci tocca profondamente. E’ come se fosse un vero e proprio richiamo dal passato a rimanere uniti, sotto lo stesso cielo, alla luce della stessa luna che si prende gioco dell’uomo e gli ordina di non considerarla un suo accessorio (“un berretto da notte sulla tua testa”) ma una divinità della Natura, lei che può arrivare in ogni parte del mondo, lei che non deve mostrare passaporti, lei che non fa differenza tra popoli e illumina tutti.
Quanti messaggi si possono scovare in queste semplici parole!
Gianni Rodari è tornato dal passato per invitarci ancora una volta a mettere in moto la creatività per affrontare le difficoltà, ci chiede di affidarci alla Natura e ai suoi insegnamenti, ci ricorda il valore dell’unione e della fratellanza.
Se una società basata sul mito della produttività (e sulla realtà del profitto) ha bisogno di uomini a metà – fedeli esecutori, diligenti riproduttori, docili strumenti senza volontà – vuol dire che è fatta male e che bisogna cambiarla. Per cambiarla, occorrono uomini creativi, che sappiano usare la loro immaginazione.
Gianni Rodari