L’inverno è una stagione che mostra e nasconde, che può rivelaci una faccia ma sottendere il suo esatto contrario. Farci immergere nel buio del freddo e dell’immobilismo della natura ma prometterci al contempo la rinascita che già cova sotto la sua coltre di neve e ghiaccio.
In linea con questa dualità trasformativa della stagione invernale, possiamo cogliere reazioni feconde, creative e riparative della psiche oppure segnali di malessere.
“La neve sulla pelle, il vento gelido sulle guance, una tazza calda tra le mani, gli oggetti di casa che ti avvolgono. L’inverno è il tatto delle stagioni.”
(Fabrizio Caramagna)
Inverno e depressione stagionale
Che si possa manifestare un umore stagionale, influenzato dall’avvicendarsi dei periodi climatici del calendario è cosa nota nel senso comune. Ci sono in realtà alcune forme depressive che seguono realmente questo andamento, esse rientrano in quello che viene denominato Disturbo Affettivo Stagionale una forma di Disturbo Depressivo Maggiore ricorrente con andamento stagionale. In questi casi gli episodi depressivi si concentrano in determinati periodi dell’anno a discapito di altri in una maniera troppo netta per essere attribuita a una semplice casualità.
Nella maggior parte dei casi, si tratta di persone che vivono un progressivo peggioramento dell’umore con l’avvicendarsi della stagione autunnale e poi nel corso dei mesi può verificarsi che alcune persone vivano una forma di depressione invernale, si sentono depresse, demotivate, tendono a dormire e a mangiare molto entrando man mano in una sorta di doloroso letargo della psiche per riprendersi solo con l’arrivo della primavera.
Meno frequenti sono le forme inverse, nelle quali la persona sperimenta una grave depressione ansiosa in estate per poi tornare ai livelli di base con l’autunno.
Ad influenzare questi andamenti possono contribuire certamente anche i cambiamenti nelle ore di luce a nostra disposizione e gli effetti che questo può avere sui ritmi biologici del corpo, ma non basta. Anzi è stato studiato che nella maggior parte dei casi la mente umana si è adattata a funzionare al meglio anche a dispetto del freddo e del buio dell’inverno non segnalando cadute cognitive o problemi particolari in questa parte dell’anno, per quanto soggettivamente possa risultare sgradita ad alcuni.
A ogni modo coloro che sperimentano patologiche alternanze dell’umore in assonanza coi cicli stagionali devono imparare a prevedere tali cambiamenti e a giocare d’anticipo cosa che sarà contemplata sicuramente da ogni percorso terapeutico appropriato sia farmacologico che psicoterapeutico.
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Il potere energetico dell’inverno
Non dobbiamo però attribuire all’inverno solo emozioni negative e stati d’animo depressivi. Se non ci lasciamo scoraggiare dalle apparenze e non prendiamo troppo alla lettera l’apparente “morte” invernale, scopriamo che essa serba in sé il seme della speranza, del rinnovamento e della rinascita. Quei rami bruni e congelati sui quali non si intravedono né gemme né foglie, quella coltre di neve che occulta il terreno e le sue forme di vita, quel cielo così buio e spesso velato rappresentano in realtà una promessa se solo impariamo ad osservarli.
Lo comprendevano molto meglio di noi i popoli antichi, capaci di vivere in armonia coi cicli stagionali sicuramente più di noi, che proprio all’inizio di questa stagione celebravano riti di rinascita e rinnovamento. Trasversalmente a molti popoli e culture precristiane, infatti, il solstizio di inverno coincide da sempre con festività in cui si celebra la rinascita del sole e in cui si data la nascita di molte divinità pagane. In questo periodo infatti il sole raggiunge la sua maggiore distanza dalla terra, sono i giorni in cui la notte ha la sua durata massima e si riducono al minimo le ore di luce. Da questo momento in poi il sole invertirà la sua tendenza a man mano “rinascerà” dal buio dei mesi precedenti allungano gradualmente la durata delle giornate e preparando le condizioni che renderanno poi possibile il risveglio della natura in primavera.
Questi aspetti naturali e astronomici dell’inverno hanno molto da insegnarci: anche nel periodo più buio, nell’ombra più fitta è possibile scorgere i germi della rinascita perché attraversare il buio è esso stesso un processo di crescita interiore. La stagione invernale rappresenta dunque, sul piano simbolico, quel viaggio introspettivo che ognuno di noi è chiamato a fare per attraversare una difficoltà e riemergerne rafforzato, maturato, cambiato.
In questo periodo dell’anno, sarebbe utile non lasciarsi assorbire totalmente del consumismo e dalla festosità materialistica che ci circonda, ma preservare uno spazio per la nostra attività introspettiva. Quanti più riusciamo ad accordare la nostra psiche ai momenti delle stagioni tanto maggiore sarà l’energia interiore che avremo a disposizione per preparare i cambiamenti e le rinascite di cui abbiamo bisogno.
“Mi sono affezionata all’inverno perché sento che è vero, non come l’estate che vola via e sembra così divertente e allegra ma non lo è, perché il sole è sempre di corsa e lascia tutti con l’amaro in bocca. L’inverno non pretende di confortare, ma in fin dei conti sento che è consolante, perché una si raggomitola su se stessa e si protegge e osserva e riflette, e credo che soltanto in questa stagione si possa pensare per davvero.”
(Marcela Serrano)
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Cristina Rubano