Psicologia

Guardare in faccia il proprio matrimonio infelice

Di Milena Rota - 5 Maggio 2021

La vita di coppia è una sfida. Ogni giorno è richiesto di mettersi in gioco, di rischiare un po’, di dare se stessi anche quando si è stanchi o si vorrebbe fare altro. Dedizione e impegno sono due tratti distintivi della quotidianità della vita a due.

Perché l’amore non basta: l’uragano dell’innamoramento travolge e rende tutto bello e spensierato, ma nel tempo l’innamoramento diventa amore che va coltivato con cura, attenzione e dedizione. Capita spesso che molte coppie si fermano a osservare il proprio matrimonio o la propria relazione non riuscendo più a trovare il motivo del loro stare insieme. Tante e personali sono le motivazioni. Il punto è che forse quell’amore ha perso colore, sapore, armonia ed è nel tempo appassito e affievolito apparendo così come un amore infelice. È questo il momento in cui bisogna fermarsi e chiedersi se continuare a vivere un matrimonio infelice oppure cercare di cambiare, che non vuol dire necessariamente finire il rapporto, ma magari cercare di riattivare la scintilla.

“Il matrimonio è, e resterà sempre, il viaggio di scoperta più importante che l’uomo possa compiere”

Søren Kierkegaard

Quali sono i segnali di un matrimonio infelice

coppia seduta sul letto con sguardo triste

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© Pexels

Riuscire a cogliere i segnali di un matrimonio infelice non è sicuramente facile, o forse, difficile è ammettere che sia così, che sta succedendo proprio a voi, che la favola sta andando in una direzione non prospettata da cui non si intravede un lieto fine.

Tuttavia, comprendere di vivere un matrimonio infelice può essere un primo passo per cercare di rimettersi in gioco. Sì, perché i fattori sono talmente tanti, che spesso può “bastare” un rimescolamento delle carte in tavola, un riscoprire e riscoprirsi, un ripartire con nuove basi e ritrovare il motivo del “sì” di quel giorno. Altre volte questa scoperta porta a comprendere che non si è più fatti uno per l’altra, consapevolezza dolorosa ma sicuramente sana e importante.

“Qualche volta le cose buone vanno in frantumi affinché cose migliori possano arrivare”.

(Marilyn Monroe)

Ma quali possono essere i segnali di un matrimonio infelice? Sicuramente tantissimi e questi di seguito non sono sicuramente esaustivi.

Uno dei possibili aspetti è la sensazione di sentirsi soli nel matrimonio. È quello che accade quando il trascorrere del tempo con il partner diventa un’abitudine priva di significato o spessore. Quando magari ognuno cammina per la propria strada che non si congiunge con l’altra, in cui non si percepisce sostegno, accordo, condivisione e reciprocità.

Essere un marito o una moglie infelice fa perdere poi l’entusiasmo del condividere, di fare progetti insieme e l’altro viene visto come lontano da sé, a volte fastidioso e che limita il proprio essere. Colui o colei che un tempo erano il proprio completamento diventano un “peso”, qualcuno che fa soffrire e che dentro sé si vorrebbe lasciare andare.

Cala la passione, il desiderio, non solo sessuale, ma anche nelle piccole cose, aumenta la necessità di essere e stare da soli, di sperimentare e sperimentarsi in autonomia e come individuo, allontanandosi dalla coppia. c’è sofferenza, silenzio, fastidio, chiusura, paura, tristezza e amarezza.

Accanto a questa confusione, cosa fare? E i figli? Tutto quello costruito insieme? Dobbiamo stare insieme ugualmente? E se l’altro non riesce a sopportare tutto questo? Come confrontarsi con l’insodisfazione del proprio rapporto?

“Molto spesso, per riuscire a scoprire che siamo innamorati, forse anche per diventarlo, bisogna che arrivi il giorno della separazione”.

(Marcel Proust)

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Perché è necessario guardare in faccia al proprio matrimonio infelice

Guardare in faccia il proprio matrimonio infelice e decidere di agire in un modo o nell’altro è sicuramente molto difficile. La consapevolezza si accompagna a sofferenza, senso di fallimento o di colpa, indecisione, tanta paura.

Tuttavia, importante è rendersene contro, non procrastinare nel tentativo di salvare il rapporto, perché il tempo e la routine possono essere malvagi.

La scelta di prenderne atto può portare a decisioni che generano maggiore benessere e soddisfazione. C’è chi sceglie di separarsi, aprendosi a nuove realtà, a una nuova vita che dopo, un periodo di amarezza e dolore, può dare gioia, serenità e rinascita. Accanirsi nel mantenere vivo un amore finito, infatti, porta con sé insoddisfazione, sofferenza e alla lunga anche stress grave, depressione, malessere fisico fino anche a condotte inappropriate. Dirsi che è finita, che forse è arrivato il momento di lasciare che ognuno proceda per la propria strada può essere spesso la scelta più funzionale ed adeguata, per sé e anche, seppur non sembra, per i figli alle prese con la separazione dei genitori, che vivono spesso tra litigi, silenzi e incomprensioni.

Ma la presa di coscienza potrebbe portare a nuova rinascita. Molti, infatti, provano a rimettersi in gioco, decidendo di farsi aiutare, ricercando cosa li ha uniti inizialmente e cosa può riunirli ora. L’amore apparentemente finito può spesso essere recuperato, magari prestando più attenzione alle piccole cose, alla quotidianità che sfugge ma che è quella da riempire con piccoli gesti e attenzioni.

Il matrimonio è una sfida è un impegno per la vita e bisogna esserci giorno dopo giorno, con cura, attenzione e pazienza. Goccia dopo goccia, avendo la forza di guardare il mare anche noi giorni di tempesta, sapendo che poi ritorna il sole, ma la spiaggia va sistemata e se non si riassetta, tempesta dopo tempesta può spazzare tutto, e ricostruire è difficile.

“Per amare qualcosa bisogna rendersi conto che potremmo perderla”.

(Gilbert Keith Chesterton)

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Milena Rota





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