Quello che stiamo vivendo è un evento energetico molto forte.
Con l’andare dei primi giorni, poi delle settimane, e poi dei mesi, molti di noi hanno avuto modo di recuperare vecchi amici e cari che non sentivano da tanto, nell’esigenza di avvicinarsi.
E per molti è stato molto bello scoprire che da ambe le parti, magari, avete trovato nuovi modi di valorizzare il presente. E allora ci sono state telefonate vere, come quelle di una volta: telefonate fatte senza fretta, in un ascolto pieno.
E magari si è anche riusciti a ridere, a ridere di certe gag e vignette, o di certi spauracchi, o prendendo in giro questo o quel personaggio, questa o quella teoria.
E si è riusciti a sorridere scoprendo, magari dopo anni, tante somiglianze. L’intera zona del cuore ha sorriso di pienezza, nel sentire che tutto andava bene. Che un’amicizia non era mai andata persa, ma si stava rinsaldando. Che, con telefonate di quel tipo, si poteva davvero recuperare ogni non detto. Aggiornarsi su esperienze, sensazioni e passi di danza vitale, passi di crescita.
Dall’altra parte, a molti di noi sarà successo di essere rimasti sorpresi, sospesi, con il passare delle infinite settimane, dalla totale assenza di qualcun altro a cui si è voluto bene e che si pensava ci volesse bene.
È un tema che ritengo molto caldo, sentito, ma non ho ancora trovato qualcuno che l’affrontasse.
Durante un’esperienza umanamente così forte, capita anche che persone che non si sentivano nei tempi tranquilli, tornano a sentirsi nei tempi “forti”. E viceversa, che persone che si dava per scontato sarebbero state vicine in situazioni “forti”, non hanno mandato nessun segno della loro presenza.
Credo che molte persone stiano, volenti o nolenti, dando una bella ripulita alla loro vita affettiva.
La pulizia che questo periodo richiede non è solo quella delle case, delle auto in giardino e della natura, dell’aria, dei fiumi e della terra. È anche una pulizia energetica e una pulizia emotiva e affettiva.
Io le chiamo “potature umane”. Possono avvenire, ciclicamente, nei momenti di passaggio personali, ma di fronte a un evento di tale portata, questo fenomeno riguarda un’intera collettività di persone nello stesso periodo.
La cosa potrebbe farti male, ma non credo sia il modo più proficuo di prenderla. In realtà, è una benedizione.
Questo sta permettendo una “selezione affettiva” molto dolce e spontanea, che avviene in modo silenzioso, senza il rumore delle nostre elucubrazioni o della nostra volontà.
Avviene e basta.
È una ripulita della nostra personale “tribù”, offerta su un piatto d’argento, senza scomodare parola.
Usciti da questa esperienza storica collettiva, avremo tutti rapporti più veri e autentici. La vita sarà più trasparente, le idee più chiare, le scelte fatte da una forza più alta, più alta dei nostri capricci e del nostro ego.
Le persone sono tutte diverse, non tutti reagiscono nello stesso modo. Eppure, se quel silenzio ti pesa, se quel silenzio fa il rumore di una locomotiva anche quando tutto è fermo e tutti sono chiusi in casa, è segno che devi cominciare a vivere in modo sincero. Sincero con te stesso.
Nudo: non ricercare per forza quell’abito che addosso non ti sta, che sfugge sulla tua pelle, che scivola via. Lascialo andare.
È una benedizione. Senti che amore, affetto, amicizia, richiedono espressione.
Ringrazia quel rumore e quel peso. Hai compreso qualcosa di fondamentale.
Le persone vere, ci sono. Le relazioni che hanno un senso e un linguaggio nel tuo presente, ci sono. È tutto perfetto così, non vi è nulla da cambiare. Gli alberi in natura si potano da soli. I rami secchi cadono. Gli altri esseri viventi sanno farlo. Puoi farlo anche tu.
Arrenditi e in quel silenzio respira. Nutriti della sua purezza. Non è l’assenza di qualcuno, è la presenza del tuo futuro.
Non dolerti e non pensarci neanche: gioisci per le persone che ci sono state. E sappi, anche, che l’operazione di pulizia interiore e relazionale sta riguardando tantissime persone, se non tutte.
Partecipa dunque all’onda comune con resa e fiducia. E il tuo futuro potrebbe essere molto più autentico e abbondante di quanto l’avresti reso tu, seguendo una logica diversa, e meno antica e saggia, da quella degli alberi e da quella delle onde.
Sonia Serravalli