Viviamo in questo mondo spesso senza esserne consapevoli. Ci lasciamo quasi trascinare dalla routine, dagli obblighi, dalle preoccupazioni e da tutta quella serie di pensieri che lasciamo definirci. Lasciamo che la voce del mondo apparente, quello dell’esteriorità, prenda il sopravvento su quella della nostra interiorità, portandoci ad un grande stato di confusione: non sappiamo più chi siamo, cosa facciamo e perché lo facciamo. La vita sembra priva di senso anche se in realtà il suo significato profondo è sempre rimasto intatto lì dov’era, dentro di noi. Siamo noi ad aver smarrito la strada di casa.
Essere consapevoli nella vita quotidiana non è facile, e questa rappresenta solo una parte della nostra vita. C’è un’altra parte ancora che spesso viene ignorata e durante la quale spendiamo più di un terzo della nostra intera esistenza: il sogno.
Il sogno rappresenta un momento di passaggio tra un giorno e l’altro dove la nostra realtà interiore ha finalmente l’opportunità di esprimersi, anche se, di nuovo, in questa fase non siamo consapevoli.
A conti fatti, viviamo una vita intera senza sapere di averla vissuta, non ne siamo consci. Viviamo la nostra vita passivamente, lasciando che la parte del protagonista venga occupata da un fantoccio i cui fili vengono tirati in prevalenza da ciò che lo opprime: ruoli, lavori, paure, nevrosi. Questa mancanza di consapevolezza ci priva del presente e di tutte quelle gioie che non siamo in grado di riconoscere, ci obbliga a guardare lo spettacolo della nostra vita con l’impressione di non poter fare nulla per cambiare la sceneggiatura. E ancora, chi tira i fili?
“Rendi cosciente l’inconscio, altrimenti sarà l’inconscio a guidare la tua vita e tu lo chiamerai destino”
(Carl G. Jung)
Essere consapevoli delle forze dentro di noi
Dentro di noi, c’è un intero mondo di cui siamo raramente a conoscenza e che in realtà condiziona tutta la nostra esistenza, dai nostri stati d’animo alle relazioni, ai nostri comportamenti. È un mondo popolato da energie antiche chiamate “archetipi”. Se quando li sentiamo nominare pensiamo subito alla psicologia analitica di Carl G. Jung, è giusto ricordare che gli archetipi hanno sempre popolato l’immaginazione dell’essere umano, dall’alba dei tempi: erano gli eroi e gli dei degli antichi miti, erano i personaggi che abitavano le antiche leggende, le storie raccontate intorno al fuoco e poi, le fiabe raccontate prima di dormire e che animavano i nostri sogni.
Gli archetipi sono le immagini del nostro inconscio e agiscono attraverso di noi, spesso senza che ce ne rendiamo conto: lasciamo che siano i nostri impulsi interiori a guidarci, a parlare al posto nostro quando ci infuriamo. È ciò che accadde quando viviamo in modalità “pilota automatico”, vale a dire del tutto inconsapevoli di ciò che succede dentro di noi. E come siamo inconsapevoli di giorno, lo siamo anche di notte, nel momento in cui abbiamo maggiore contatto con la nostra interiorità e con i suoi tesori: le profonde comprensioni, le inspirazioni, le grandi idee, ecc.
La consapevolezza ci richiede quindi di essere presenti sia nel mondo visibile che nel nostro mondo invisibile, quello interiore, durante il giorno e la notte. Nella pratica, significa accogliere e comprendere le proprie emozioni quando emergono senza farsi sopraffare da loro, rimanere vigili nei sogni senza farsi travolgere dalle nostre paure, ecc. ; significa comprendere chi siamo realmente, nel punto d’unione tra il mondo reale e quello interiore ed accogliere la vita dentro di noi permettendoci di danzare assieme a lei, adattandoci al suo ritmo e scoprendo man mano che la viviamo, la sinfonia della nostra esistenza.
Quando il mondo interiore e quello di superficie s’incontrano, nasce il miracolo
Non avere la consapevolezza del proprio sentire, delle proprie immagini interiori, non ci priva soltanto del tempo della nostra vita, che scorre senza che ce ne rendiamo conto a tal punto da svegliarci a 40 anni senza capire cosa ne abbiamo fatto della nostra gioventù, ma ci priva anche della nostra energia vitale, che sprechiamo in reazioni senza senso.
Essere consapevoli della propria realtà interiore ed invisibile mentre viviamo nel mondo, mentre ci relazioniamo con gli altri, ci permetterà di vivere meglio il mondo esterno senza subirlo passivamente. Essere consapevoli dei propri sogni durante la notte, ci aprirà le porte della conoscenza del profondo, di ciò che si muove dentro di noi e ci permetterà di avere accesso a quella molle di materiale psichico al quale i più grandi artisti (e non solo) attingono.
Sognare rimanendo vigili significa viaggiare dentro di sé e ricordare la strada del ritorno per poter portare nel mondo della superficie tutti i tesori che avremmo scoperti e che hanno la funzione di aiutarci a realizzarci sia interiormente che nella concretezza delle cose. Proprio come lo è stato per lo stesso Carl G. Jung che spiegò l’importanza dei suoi sogni ed immagini interiori nello sviluppo della sua attività scientifica:
“La vita mi ha sempre fatto pensare a una pianta che vive del suo rizoma: la sua vera vita è invisibile, nascosta nel rizoma. Ciò che appare alla superficie della terra dura solo un’estate e poi appassisce, apparizione effimera. Quando riflettiamo sull’incessante sorgere e decadere della vita e della civiltà, non possiamo sottrarci a un’impressione di assoluta nullità: ma io non ho mai perduto il senso che qualcosa vive e dura oltre questo eterno fluire. Quello che noi vediamo è il fiore, che passa: ma il rizoma perdura. In fondo, le sole vicende della mia vita che mi sembrano degne di essere riferite sono quelle nelle quali il mondo imperituro ha fatto irruzione in questo mondo transeunte. Ecco perché parlo principalmente di esperienze interiori, nelle quali comprendo i miei sogni e le mie immaginazioni. Questi costituiscono parimenti la materia prima della mia attività scientifica: sono stati per me il magma incandescente dal quale nasce, cristallizzandosi, la pietra che deve essere scolpita. Tutti gli altri ricordi di viaggi, di persone, di ambienti che ho frequentati sono impalliditi di fronte a queste vicende interiori”.
Sognare rimanendo vigili vuol dire accogliere i nostri sogni, non giudicarli, osservarli, custodirli e lasciarli parlare alla nostra anima.
Sandra “Eshewa” Saporito
Autrice e operatrice in discipline Bio-Naturali
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