Luglio, dal latino “Iulius”, prende il nome da Giulio Cesare, che sarebbe nato intorno alla metà del mese dell’anno 101 a.c. Prima di essere dedicato al primo imperatore romano da Marco Antonio: “Mensis pro Caius Iulius Caesar nominatum est”, il nostro bel mese estivo si chiamava “Quintilis”, ovvero il quinto mese dell’anno nel calendario di Romolo.
Non mancano le tradizioni legate a questo mese che vede maturare frutti e campi. Il raccolto del grano all’inizio del mese era legato a numerosi riti agrari che celebravano spesso le dee madri, di cui sono rimasti alcuni vestigi nelle feste e sagre di paese dedicate alla Vergine Maria.
Era bello guardare il cielo, sentire il profumo dell’estate e pensare a quella bambina con la quale avevi giocato sul prato, saltando i mucchi di fieno allineati nel tramonto del sole che allungava le ombre. Erano davvero belle le sere di luglio.
(Mario Rigoni Stern)
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Luglio, un mese legato agli antichi riti agrari
Sin dall’antichità, questo mese che segna il momento del raccolto del grano, cereale di prima importanza per il nostro sostentamento ancora oggi, era legato al culto della fertilità della terra. Questo culto che ricordava alle popolazioni l’importanza della ciclicità della vita era legato ai misteri di vita, morte e rinascita.
L’avvento dell’agricoltura è legata all’evoluzione dell’umanità: intorno ai campi si organizzarono i primi nuclei stanziali, e da lì, le prime comunità. Simbolicamente, è intorno al grano che la nostra società nacque.
Sulla base di un tentativo di comprendere il miracolo della vita attraverso l’osservazione della ciclicità del tempo e il movimento degli elementi naturali, si è forgiata la credenza in una Dea Madre e in divinità legate al culto della fertilità che le popolazioni agrarie onoravano attraverso riti propiziatori. Ora, è utile tenere bene in mente tutto ciò perché come lo scoprirai, molti dei nostri detti popolari si fondano ancora su questo legame tra uomo e terra.
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Il grande mietitore e i segreti del Tempo
L’uomo poteva capire i misteri di questa Madre Terra in base ad un elemento fondamentale: il Tempo, un concetto difficilmente comprensibile, eterno, senza inizio né fine. Il Tempo divora tutto ciò che crea, come lo spiega bene il mito del dio Cronos che divorava i suoi figli; Cronos era il dio al quale secondo la leggenda dobbiamo l’insegnamento dell’agricoltura e della civiltà e che avrebbe dato il via alla famosa età d’oro; un dio, assimilato al dio Saturno, che spesso veniva raffigurato con una falce in mano.
Saturno, il grande mietitore di campi e di anime, rivela attraverso i segreti del Tempo il miracolo della vita grazie alla morte che diventa preludio di rinascita, ecco perché una parte del raccolto era dedicato alla dea madre che poi avrebbe assicurato in futuro un buon raccolto: il frutto del passato diventava il seme del futuro per permettere alla vita di continuare il suo corso.
In questo periodo cardine si festeggiava con gratitudine i doni concessi dalla terra, da questa Grande Madre: la comunità si riuniva per celebrare l’abbondanza durante quelle celebrazioni che potremmo definire goliardiche e che costituivano la matrice delle nostre odierne feste e sagre di paese.
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Un’antica tradizione di luglio: la sagra delle Regne di Minturno
Un esempio emblematico di queste tradizioni antiche, che risalgono all’epoca romana e ai riti pagani legati alla raccolta del grano, è la Sagra delle Regne che si svolge a metà luglio a Minturno, in provincia di Latina.
Il nome Sagra delle Regne deriverebbe dal latino regne, termine che indica la gremia, ovvero i fasci di spighe o covoni di grano, che già in antichità venivano offerti alla Madre Terra che poi, col tramonto degli dei pagani, converse verso la figura che più rappresentava nell’immaginario cristiano la dea madre: la santa Vergine Maria.
→ Scopri l’antica Sagra delle Regne di Minturno
Detti popolari e proverbi su luglio
Come detto in precedenza, luglio è un mese fortemente legato all’agricoltura e alla nostra sussistenza in generale, ecco perché è così ricco di detti popolari, testimoni della saggezza umile dei nostri vecchi. Eccone alcuni:
Quando piove a luglio, ti viene il batticuore.
Chi vuole un buon rapuglio, lo semini di luglio.
Di luglio, ogni noce fa gheriglio.
Giugno, la falce in pugno; se non è in pugno bene, luglio ne viene.
Giugno, luglio, agosto, né acqua, né donna, né mosto.
Luglio dal gran caldo, bevi ben e batti saldo.
Con luglio soleggiato il vino è assicurato.
Il mattino scuro di Luglio non significa brutta giornata.
In luglio, ogni noce fa il suo guruglio.
A luglio levati il corpetto e butta le coperte fuori dal letto.
Nuvole di luglio, fan presto tafferuglio.
Se non brucia in luglio e agosto, agrettino sarà il mosto.
Luglio e agosto, piccioni arrosto.
Giugno, luglio, agosto, moglie mia non ti conosco.
Luglio fatica a segare le bionde spighe.
Luglio con sacco e staio – porta i chicchi nel granaio
Di luglio il temporale, dura poco e non fa male.
Luglio trebbiatore, quanta grazia del Signore.
Nel luglio, è ricca la terra, ma povero il mare.
Luglio, colorami la pelle di bronzo, voglio guardarmi allo specchio e vederci dentro
l’estate!
Luglio poltrone, porta la zucca col melone.
Se a Luglio gran calura – a Gennaio gran freddura.
Se per luglio si miete, in agosto tutto seme.
Se Luglio fa tempesta – l’uva non riempie la cesta.
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Sandra Saporito
Autrice e operatrice in discipline bio-naturali
www.risorsedellanima.it
Articolo aggiornato il 28-06-2023