C’è un modo di nascondersi al mondo che consiste nel mettersi in mostra e parlare talmente tanto da riuscire a eclissarsi dietro alle parole e non dire assolutamente nulla di sé, dando l’impressione del contrario. È una tattica strategica per evitare il silenzio e l’intimità che ne consegue.
Ma accogliere il silenzio non sempre significa “tacere”: significa anche “ascoltare”, o meglio, “ascoltarsi”. Perché a furia di far rumore, si rischia di coprire il suono della propria voce interiore e dimenticarla, a volte per sempre, col rischio di soffrire ancora di più.
Parlare sempre per nascondersi dietro alle parole
Il silenzio può spaventare chi ha molto da nascondere o chi soffre molto e vuole evitare di mostrare le sue ferite agli altri, che sia per paura di sembrare debole o nel tentativo di proteggersi.
Si può ingannare tutti con le parole ma non con il silenzio, e la cosa peggiore è quando quest’inganno diventa sistematico: nel tentare di ipnotizzare gli altri con le chiacchiere, si corre il rischio di ingannare se stessi; le parole diventano allora delle maschere che ci impediscono di andare oltre la superficie, di andare a fondo e capire l’origine del nostro malessere.
Tuttavia, il silenzio può essere la chiave che ci permetterà di aprire la porta della nostra interiorità per incontrarci e affrontare le nostre ferite, le nostre paure.
“La solitudine è per me una fonte di guarigione che rende la mia vita degna di essere vissuta. Il parlare è spesso un tormento per me e ho bisogno di molti giorni di silenzio per ricoverarmi dalla futilità delle parole. ”
(Carl Gustav Jung)
Il silenzio è più forte delle parole
Le parole possono ingannare, tradire, distrarre, ma il silenzio no: il silenzio rivela. Ecco che una persona che parla sempre mostra con la sua incapacità di vivere il silenzio la sua volontà di nascondersi dietro alle parole: si concentra sulla superficie per fuggire da se stessa, perché è nel silenzio che le ferite trovano il loro eco.
Capita di temere il silenzio e la solitudine per paura di soffrire ma non sono loro a farci del male, sono le ferite che loro ci mostrano ad affliggerci: sono il vuoto nel cuore, la mancanza d’amore, la paura di non valere, il sentimento di essere stato abbandonato, di essere sbagliato, sono i traumi del passato che urlano a squarciagola e di cui si tenta di coprire le voci col chiasso. Perché a volte ascoltarli fa male e si usa il rumore per scappare dalla realtà. La fuga è solo un palliativo; il rumore esterno, una droga effimera: nulla di tutto questo guarirà mai il dolore interiore che necessita di essere riconosciuto per essere guarito.
Fare silenzio per ascoltarsi profondamente
Fare silenzio fuori per ascoltarsi dentro, aprire uno spazio dove la propria interiorità può esprimersi, può fare la differenza per chi ha un certo mal di vivere. In effetti molte persone non si sentono in diritto di esprimersi e, prima ancora, di riconoscere il proprio dolore. È comune trovare delle persone che minimizzano i loro traumi, che non si danno il diritto di riconoscere la gravità di ciò che hanno subito e preferiscono portare l’attenzione su altro. Ma illudere il problema non lo risolverà: si nasconde solo il proprio malessere sotto il tappetto.
Dare voce al proprio dolore è il primo passo per guarirlo (altrimenti come si fa a curare una ferita che si rifiuta di vedere?) e in questa fase il silenzio può aiutare. L’assenza di confusione esteriore ci porta lentamente a centrarci dentro di noi, a sentirci, a metterci nudi davanti allo specchio della nostra mente. Sì, il silenzio ci fa sentire vulnerabile ma è attraverso questa presa di coscienza che diventiamo man mano più consapevoli di noi stessi.
“Il silenzio è la voce di un altro alfabeto che ci parla dentro.”
(Valentino Bombiani)
Il silenzio per usare le parole giuste, per aiutarti a guarire
Fare silenzio per ascoltare la tua voce interiore può aiutarti a fare chiarezza sui tuoi mali e trovare le parole giuste per spiegare a fondo cosa stai vivendo dentro di te e questo è il primo passo fondamentale verso la guarigione delle tue ferite, del tuo malessere.
Permettendoti di ascoltarti profondamente, ti permetti di riconoscere il valore del tuo sentire e del tuo essere, rispetti la tua interiorità e le permetti di esprimersi. Ecco che fare silenzio dentro di te ti aiuta a comunicare fuori ciò che sei senza più volerti nascondere dietro a parole inutili che non ti rispecchiano e danno un’immagine falsata di te.
Riuscire ad accogliere il silenzio per ascoltare la tua voce interiore dimostra che non temi di manifestare il tuo essere autentico: non hai bisogno dei fronzoli della confusione per stare nel mondo e capisci il valore della comunicazione, del costruire un ponte tra dentro e fuori, tra te e gli altri, tra il parlare e l’ascoltare, tra l’ascoltare e l’ascoltarti.
Sandra “Eshewa” Saporito
Autrice e shamanic storyteller
www.risorsedellanima.it