Psicologia

Dare Senza Ricevere Non è Sempre Generosità, A Volte è Sacrificio

Di Sandra Saporito - 30 Gennaio 2019

Esiste una categoria di persone estremamente generose che non si risparmia per gli altri e condivide tutto ciò che ha: casa, cibo, denaro, tempo; a volte dà letteralmente la propria vita: è il caso dei donatori di sangue e di organi, dei soccorritori, e di tutti quelli che si dedicano corpo e anima per aiutare gli altri.

Però a volte capita che queste persone crollino e da generose e aperte diventano più chiuse e riservate. Non è che che si siano stancate di dare senza ricevere nulla in cambio: si sono semplicemente esaurite. È diverso.

angoscia della perdita

Se sono andate oltre i loro limiti, un meccanismo di sopravvivenza finisce per scattare e le spinge a dover colmare quei bisogni che per molto tempo hanno scelto di ignorare per aiutare gli altri.

“Vuoi vivere felice? Viaggia con due borse, una per dare, l’altra per ricevere.”
(Goethe)

Capita che queste persone si esauriscono perché s’impegnano in relazioni a senza unico oppure perché non riescono, per i motivi che vedremo tra poco, a ricevere.

Equilibrio nel dare, equilibrio nel ricevere

equilibrio nel dare e ricevere

A rischio di sembrare scontato, è giusto ricordare che il dare ha una ragione di essere soltanto se dall’altra parte ci sia qualcuno pronto a ricevere. Dare e ricevere sono come il giorno e la notte: sono le due facce della stessa medaglia. Ma spesso, chi dà molto di sé, è proprio chi giudica il ricevere come un atto egoista (almeno per sé) e si ritrova spesso immischiato in una situazione in cui sparge e spande tutto ciò che ha a favore degli altri fino a ritrovarsi spesso con nulla, nemmeno il necessario.

Quindi, almeno che tu non sia un essere illuminato che riesce a creare dal nulla ciò di cui ha bisogno, arriverà un momento in cui dovrai imparare ad aprirti al mondo a tua volta e ricevere perché la generosità in una relazione umana sana (di qualunque natura) si basa sulla reciprocità nel considerare i bisogni degli altri senza negare i propri.

“Spesso non mettiamo gli altri nelle condizioni di donarci qualcosa: così, non è che gli altri non siano generosi, siamo noi che non creiamo il giusto spazio per accogliere la loro generosità.”
(Chiara Trevisan)

Non tutte le persone sono naturalmente altruiste, ce ne sono alcune che sono più egoiste di altre: dipende dal loro vissuto, dal loro carattere. Per questo motivo, è importante che le persone generose agiscano con un minimo di discernimento per evitare di esaurirsi nel nutrire delle persone che potrebbero rivelarsi avide o , peggio, senza scrupoli.

→ Leggi anche : L’essere umano nasce come individuo profondamente egoista oppure la generosità è istintiva?

La differenza tra generosità e sacrificio nelle relazioni umane

Ci si esaurisce quando non c’è un vero scambio e di conseguenza la relazione muore; ci si consuma a forza di ignorare le proprie necessità e, nel mentre, ci si espone ai “cannibali”: quelli che divorano gli altri senza mai dare nulla in cambio e sfruttano le persone fino allo sfinimento.

→ Leggi anche: 6 consigli per aiutare senza farsi annientare

Le relazioni umane sane si basano sullo scambio, sull’equilibrio tra dare e ricevere, dove i bisogni di ognuno vengono rispettati. Così la generosità rimane un meraviglioso dono che fa felice entrambi, perché, se alla fine la persona generosa finisce per essere depredata, non è più generosità ma sacrificio.

La reciprocità è uno pilastro importante sul quale fondare una relazione sana: è proprio questo che permette ad entrambe le persone, donatore e ricevente, di avere ciò di cui necessita.

Nel caso in cui il donatore dovesse esaurire le sue risorse, la natura della relazione si paleserà a lui: nel caso di una relazione predatoria, il ricevente sparirà abbandonando il donatore a se stesso; nel caso di una relazione reciproca, i ruoli s’invertiranno e il ricevente diventerà donatore per aiutare l’altro a rimettersi in sesto.

Dare senza ricevere: quando è il sintomo di una ferita

Quando la generosità si sbilancia e la persona che dà in maniera indiscriminata è incapace di ricevere a sua volta, finendo per esaurire le proprie risorse psico-fisiche, si parla di altruismo compulsivo.

gentilezza e gratitudine

Secondo gli studi dello psicologo John Amodeo, esisterebbero 5 cause dietro all’altruismo compulsivo:

→ La difesa dell’intimità. Ci si nasconde dietro alla generosità per evitare che l’altro instauri un rapporto più intimo con noi. Pensa ad una persona che ti vuole abbracciare mentre tu hai paura di aprirti a lei: gli riempirai le braccia di mille cose per tenerla impegnata e per evitare che si avvicini a te. È un mostrare tanto per nascondersi, un dare tanto per evitare di aprirsi e rischiare di perdere quel poco che si pensa di avere.

→ Mantenere il controllo. Dare senza ricevere può anche essere sintomatico di iper-controllo: evitando la reciprocità, la relazione rimane sospesa. In questo caso si dà all’altro più per avere il coltello dalla parte del manico che per vera generosità.

→ Paura di sentirsi in obbligo. Questa condizione ha radici in un passato durante il quale si riceveva un complimento o premio esclusivamente dopo aver raggiunto un obiettivo; si cresce pensando che si è amati dagli altri solo se si fa qualcosa per loro. Se invece ci ritroviamo nella posizione di ricevere, ci sentiamo sotto esame o in debito.

→ Equiparare il ricevere all’essere egoista. I condizionamenti religiosi e culturali hanno spesso messo in cattiva luce il ricevere a favore del dono quasi incondizionato (sarebbe interessante allora chiedersi in questa ottica a chi erano destinate le donazioni visto che se qualcuno dà, qualcuno per forza riceve), andando a stigmatizzare il benessere e l’auto-realizzazione delle persone.

“La generosità consiste nel dare più di quanto tu possa, mentre l’orgoglio consiste nel prendere meno di quanto ti sia necessario.”
(Khalil Gibran)

→ Non ricevere per evitare di contraccambiare. Capita quando si fatica a ricevere un complimento, un gesto gentile e si pensa che dietro questa gentilezza ci sia per forza un secondo fine; equiparando così il ruolo di ricevente ad una posizione più scomoda, o peggio, debole.

(Maggiori informazioni nel libro: J. Amodeo, Dancing with the fire: a mindufl way to living relationships, Quest Books 2013)

La generosità è una grande virtù nelle relazioni umane, a patto che sia basata su sani principi perché purtroppo molte cose possono nascondersi dietro la sua maschera: ferite infantili, richieste d’affetto, paure, ecc. Basterebbe rispettare il buon senso: se ognuno avesse la possibilità di dare secondo le sue possibilità e ricevere secondo i suoi bisogni, le relazioni sarebbero di sicuro più equilibrate.

“Non c’è nessuno così ricco che non abbia bisogno di ricevere, nessuno così povero che non abbia qualcosa da dare.”
(Oreste Benzi)

Sandra “Eshewa” Saporito
Autrice e shamanic storyteller
www.risorsedellanima.it





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