Quando ero piccola, adoravo ascoltare le persone anziane raccontarmi la loro vita: era come ascoltare un libro che si raccontava da solo e che svelava i suoi tesori solo a chi sapeva ascoltare davvero.
C’era la nonna che da piccola si arrampicava sugli alberi e lanciava le mele ai suoi fratelli nascondendosi tra i rami; c’era il nonno che era andato in guerra ed era stato dato per disperso e poi un giorno era tornato a casa mentre tutti lo credevano morto: la sua famiglia gli fece una tale festa che se la ricordava tutti i giorni. C’era un altro nonno ancora, che veniva dal nord: raccontava che un giorno d’inverno, aveva nevicato talmente tanto che quando aprì la porta di casa per uscire, si era ritrovato a dover scavare un tunnel nella neve assieme ai fratelli. Quando sbucò fuori, fece un pupazzo di neve sul tetto di casa assieme a loro.
I “nonni di tutti noi”: un legame tra le famiglie
Per me e per i miei amici, non c’era bisogno di un legame di sangue per chiamare le persone anziane “nonno” o “nonna”: erano i nonni di tutti noi, univano le famiglie e così ci sentivamo tutti più cugini che estranei; ci regalavano le loro storie come se fossimo i loro nipoti, ci insegnavano cose importanti: come fare un fuoco con la selce e perché quando c’era temporale bisognava stare lontani dalle querce (questione di sopravvivenza, dicevano). E oggi, anche se loro non ci sono più da molto tempo ormai, c’è un pezzo di loro che vive ancora attraverso i nostri ricordi.
Purtroppo, oggigiorno molti nascono e crescono senza nonni, senza queste figure di riferimento ma a tutto c’è una soluzione: a Piacenza, per esempio, è nato un asilo da 3 a 90 anni dove i piccini possono stare assieme alle persone anziane, a questi “nonni di tutti”, e crescere, giocare e imparare con loro.
Questo esperimento di educazione intergenerazionale sta portando dei grandi benefici, sia ai piccoli che agli anziani, che si ritrovano tra una favola e un corso di cucina a condividere momenti preziosi.
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Le lezioni che solo i nonni ti possono insegnare
La conoscenza dei nonni è uno dei tesori più importanti che ci può essere dato: è il risultato di una vita di esperienze, fatte di cadute e di grandi comprensioni, è una saggezza che si legge nei calli sulle mani e nelle cicatrici; e ogni volta che i nonni ci offrono un pezzo di questa conoscenza maturata negli anni, è un pezzo della loro vita che ci affidano affinché noi ne facciamo buon uso.
Quando sei piccolo, hai sempre voglia di correre ma i nonni ti insegnano la virtù della lentezza: se corri e vai veloce, come troverai il quadrifoglio porta-fortuna? La lentezza ti insegna la pazienza, t’insegna a guardare dove metti i piedi, t’insegna a stare attento; è così che puoi trovarla, la fortuna.
E nel mentre, ti raccontano della loro infanzia, di quando non esisteva la televisione e di come giocavano con poco: con un elastico oppure con un vecchio ramo; ti raccontano quelle storie che i loro nonni raccontavano a loro volta per farli addormentare. E la meraviglia che ti sorprende in queste “fiabe” è che sono tutte vere, perché sono le loro vite passate.
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I nonni non vivranno per sempre, sono un dono temporaneo
Queste fiabe potranno esistere per sempre ma non i loro autori, ecco perché è importante vivere i nonni finché ci sono; non sono eterni e un giorno l’unica cosa che ci rimarrà di loro sarà qualche foto sbiadita e i ricordi che ci avranno lasciato. Perché se noi corriamo dietro al tempo, i nonni, loro, ce l’hanno già alle spalle.
“I nonni ti vedono crescere, sapendo che ti lasceranno prima degli altri. Forse è per questo che ti amano più di tutti.”
(Anonimo)
Certo, stare coi nonni richiede pazienza: a volte bisogna ripetersi diverse volte perché non sentono bene, bisogna aiutarli a muoversi perché non hanno più la forza di una volta, ma sono proprio queste piccole mancanze che ci insegnano il valore del tempo e che è meglio farselo amico che esserne schiavo.
Stare a contatto con gli anziani ci insegna soprattutto che la vecchiaia non è poi così brutta ma è parte della vita: erano tutti bambini prima di diventare vecchi; e sarà così anche per noi. Un giorno avremo i capelli bianchi, le rughe, i denti finti, faremo fatica a camminare ma in compenso avremo in testa una biblioteca piena di storie vere, le nostre: ci saranno quelle belle, quelle che scaldano il cuore, e poi quelle utili, piene di lezioni di vita che varranno oro per chi saprà ascoltare.
In fine dei conti, i nonni sono un po’ come delle grandi biblioteche piene di storie: ogni volta che uno di loro muore, è come se tutta quella conoscenza sparisse nel nulla; almeno che qualcuno le abbia ascoltate, quelle storie…
Sandra “Eshewa” Saporito
Autrice e shamanic storyteller
www.risorsedellanima.it