“Non rimpiango le persone che ho perso col tempo, ma rimpiango il tempo che ho perso con certe persone, perché le persone non mi appartenevano, gli anni sì.”
(Carl Gustav Jung)
All’inizio tutto ti tocca: le critiche ti distruggono, passi notti intere a tentare di capire il perché di alcune malelingue, non ti dai pace; poi, col tempo, impari a fregartene. Forse è proprio nel momento in cui capisci che non vale la pena sprecare il tuo tempo con certe persone che cominci a vivere più serenamente. Ecco una storia che ti aiuterà a capire quanto possa essere inutile e nocivo prestare orecchio a chi critica sempre gli altri, te incluso.
Una storiella zen sulle malelingue
“C’era una volta una famiglia composta da tre persone: una madre, un padre ed un figlio di 12 anni. con Insieme, decisero di viaggiare, di lavorare e di conoscere il mondo. Partirono tutti e tre con il loro asino.
Arrivati nel primo paese, la gente commentava: “Guardate quel ragazzo quanto è maleducato. Lui sull’asino e i poveri genitori, già anziani, che lo tirano”. La moglie disse a suo marito: “Non permettiamo che la gente parli male di nostro figlio. Sali tu sull’asino” Il marito la ascoltò e salì sull’asino.
Nel secondo paese, la gente mormorava: “Guardate che svergognato quel tipo. Lascia che il ragazzo e la povera moglie tirino l’asino, mentre lui vi sta comodamente in groppa”. Il marito così chiese alla moglie di salire mentre lui ed il figlio tiravano l’asino.
Anche nel terzo paese, il solito mormorio. “Pover’uomo!”, si disse. “Dopo aver lavorato tutto il giorno, lascia che la moglie salga sul’’asino. E povero figlio! Chissà cosa gli spetta, con una madre del genere!”. Sconfortati, decisero di salire tutte sull’asino e continuare la loro vacanza.
Arrivati al paese successivo, ascoltarono cosa diceva la gente del paese: “Sono delle bestie, più bestie dell’asino che li porta. gli spaccheranno la schiena!”. Seccati dalle critiche, decisero di scendere tutti e camminare insieme all’asino.
Ma le critiche non erano terminate. Arrivati al terzo paese udirono delle persone ridere tra loro: “Guardate quei tre idioti; camminano, anche se hanno un asino che potrebbe portarli!”
Qualunque cosa tu faccia, ti criticheranno sempre
“Ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa piacere cosi come sei! Quindi vivi, fai quello che ti dice il cuore, la vita è come un opera di teatro, che non ha prove iniziali: canta, balla, ridi e vivi intensamente ogni giorno della tua vita prima che l’opera finisca senza applausi.”
(Charlie Chaplin)
Se c’è una lezione importante da imparare nella vita, è che è meglio saper prendere le distanze e non lasciarsi coinvolgere emotivamente da ciò che potrebbe gravitarti intorno; perché qualunque cosa tu farai, ci sarà sempre qualcuno pronto a criticarti.
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Fa parte delle regole del gioco: non puoi piacere a tutti, altrimenti ti ritroveresti a dover rinunciare alla tua individualità, a tutto ciò che sei e che ti rende unico/a. E alcune persone non sopportano ciò che è diverso da loro: a volte reagiscono scagliando contro di te le loro critiche nocive per invidia, altre volte per ignoranza, ma cercheranno di “modellarti” affinché tu non sia mai migliore di loro.
Ma perché mai dovresti rinunciare alla tua personalità, al tuo essere autentico per loro? Vali forse di meno? Assolutamente no. Se ti ritrovi a doverti difendere da chi si dice tuo amico ma nella fattispecie ti accoltella alle spalle, gira alla larga e non voltarti indietro.
Vivi la tua vita e rispetta te stesso prima di tutto. Tu non vali meno di qualcun altro quindi a chi non capisce il valore della tua presenza, regala la tua assenza, ci guadagnerete entrambi.
Critica costruttiva o critica nociva? Capire la differenza
Esistono diversi tipi di critiche ma oggi vorrei parlarti di due categorie in particolare:
- La critica costruttiva, espressa con rispetto e su richiesta, serve ad ampliare il tuo sguardo e aiutarti a migliorare. È rivolta alle tue azioni, a ciò che fai.
- La critica nociva, invece, serve semplicemente a farti stare male inutilmente. È in realtà una provocazione: chi ti critica senza rispetto né empatia cerca di affermare la sua superiorità su di te. È un gioco di potere di questo tipo: “se voglio rimanere a galla, devo affondare l’altro”. Come potrai capire, in questo caso è l’altro ad avere un problema di autostima e tu sei solo la tela sulla quale l’altro proietta tutta la sua frustrazione interiore. È rivolta al tuo modo di essere, alla tua personalità.
Come (non) reagire alla critica
Entrambi le critiche, costruttive e nocive, possono esserti utili. La prima ti aiuterà ad avere uno sguardo più obiettivo sulle tue azioni in modo da migliorarle; la seconda ti aiuterà ad aprire gli occhi sui chi ti circonda e a liberare la tua cerchia di amici dalle persone tossiche.
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In entrambi i casi ciò che è consigliabile fare di fronte alla critica è fare quel passetto indietro per vedere oltre e capire dove ti porterà: se la critica è onesta, sincera e costruttiva, ti aiuterà ad avanzare nella vita; se la critica è gratuita e ti fa sentire una nullità, non focalizzarti sulle parole ma su chi le ha pronunciate.
E sempre con la consapevolezza che ognuno muove una critica secondo i propri filtri interiori, vai avanti per la tua strada rimanendo fedele a te stesso/a. Chi riconosce il tuo valore, ti rimarrà a fianco; chi invece cerca in te un bersaglio sul quale riversare la propria amarezza, rimarrà indietro a lanciare sassi nel vuoto.
Sandra “Eshewa” Saporito
Autrice e shamanic storyteller
www.risorsedellanima.it