La storia del monte e del santuario della Verna comincia nella primavera del 1213 quando San Francesco d’Assisi, accompagnato da Frate Leone, decise di fermarsi a proferire la parola del Vangelo presso il castello di San Leo nella regione del Montefeltro.
Vi era festa in quel periodo al castello, e San Francesco pensò fosse l’occasione giusta per parlare alla gente, mentre faceva un’orazione “sull’orrore del peccato” le sue parole furono udite dal Conte di Chiusi in Casentino, Orlando Catani, il quale fu talmente rapito dalle parole del santo che decise di aprirgli la propria anima, Francesco ascoltò con onore le parole del Conte il quale a sua volta trovò quelle del santo illuminanti, tanto da offrirgli un luogo di solitudine adatto per diventare un tutt’uno con Dio: il monte della Verna, in Toscana, un luogo perfetto lontano dalla gente ma immerso nella natura selvaggia arricchita da una monumentale foresta di faggi e abeti.
«Io ho in Toscana uno monte divotissimo il quale si chiama monte della Vernia, lo quale è molto solitario e salvatico ed è troppo bene atto a chi volesse fare penitenza, in luogo rimosso dalle gente, o a chi desidera fare vita solitaria. S’egli ti piacesse, volentieri Io ti donerei a te e a’ tuoi compagni per salute dell’anima mia.»
(Conte Orlando Catani di Chiusi della Verna prima di donare il monte a San Francesco di Assisi)
L’idea a San Francesco piacque e si narra che quando si avventurò sul monte per la prima volta fu accolto da una “festa” di uccelli.
Si recò in questo luogo di preghiera e di ritiro diverse volte nell’arco della sua vita e fu proprio qui, nel santuario francescano della Verna, che il 14 settembre 1224, dopo 40 giorni di digiuno, gli apparve un serafino crocifisso, dopo la visione le sue preghiere per provare un po’ dell’amore e del dolore di Gesù furono esaudite e sul suo corpo comparvero le stigmate: «sulle mani e sui piedi presenta delle ferite e delle escrescenze carnose, che ricordano dei chiodi e dai quali sanguina spesso».
Due anni dopo aver ricevuto le stigmate San Francesco morì, ma il suo amato monte rimase in mano ai suoi figli e da allora è divenuto luogo sacro e misterioso: «A causa dell’esperienza singolare che S. Francesco vi ebbe di Cristo, anime pensose lo annoverano ancora tra gli alti luoghi dello spirito» (Paolo VI).
Il monte Penna de La Verna si trova a 1.289metri sul livello del mare, ha una forma trapezoidale e fa parte dell’Appennino toscano, precisamente in provincia di Arezzo, nel comune di Chiusi della Verna, qui, nella parte meridionale, si trova il santuario francescano della Verna, proprio all’interno del parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, che ospita numerose cappelle e tesori ricchi di spiritualità, arte, cultura e storia, dove i pellegrini possono raccogliersi in preghiera.
Il santuario ha una lunga storia alle sue spalle, nel 1260 venne consacrata la chiesa di Santa Maria degli Angeli, quella voluta originariamente da San Francesco e costruita nel 1218, qualche anno dopo venne costruita la cappella delle Stimmate nel luogo dove avvenne il miracolo di San Francesco e dove dal 1226, ogni giorno, all’Ora Nona (le quindici) i frati si recano in processione attraverso il corridoio delle stimmate, che però fu edificato solo tra il 1578 e il 1582, il motivo lo spiega una leggenda che narra che la nascita del corridoio così come lo possiamo vedere oggi sia dovuta alla necessità di rendere accessibile ai frati il cammino in processione anche durante le giornate invernali; capitò infatti che i frati dovettero rinunciare alla processione in una giornata in cui ci fu una terribile tormenta di neve, ma si narra che il mattino seguente trovarono le impronte degli animali del bosco che andarono in processione al posto loro.
A metà di questo corridoio si trova la grotta in cui riposava San Francesco su una nuda pietra.
Nel 1348 vennero iniziati i lavori per la costruzione della Basilica Maggiore che venne terminata nel 1509, nella quale è possibile osservare dei veri capolavori d’arte e visitare la Cappella delle Reliquie dove si trovano alcuni oggetti appartenuti a San Francesco: la tovaglia, la ciotola e un bicchiere, un pezzo di corda, la “disciplina” (flagello di penitenza in catenelle di ferro) e il bastone inoltre vi è anche una teca contenente un panno di lino intriso del sangue del Santo proveniente dalla ferita sul costato apparsa insieme alle stigmate.
Per visitare il santuario il percorso di deve fare a piedi come lo faceva San Francesco, si parte da Chiusi attraverso l’antica strada Ansilice dove si trova anche la Cappella degli Uccelli del 1602, chiamata così in onore della festa che questi animali fecero la prima volta che il santo salì sul monte; si arriva all’ingresso meridionale del santuario dove un grande portale detto “Porta del Martello“, poggiato sulla roccia, si apre sul monastero. Ad un primo sguardo pare che tutto il complesso nasca dalla roccia stessa che sia un tutt’uno con la montagna questa illusione ottica è data proprio dal fatto che le mura sono costruite direttamente sulla roccia.
Questo è un luogo da visitare per rinfrancare lo spirito, per sentirsi immersi nella natura che straborda dalle costruzioni, le rende infinitamente “piccole” al suo confronto; recandosi in un posto come il santuario della Verna si può comprendere in pieno perché San Francesco accettò il regalo del conte Catani, la foresta che svetta sul monte non è solo la cornice di questo luogo, ma è il quadro stesso, è la forza che pervade la terra, è la bellezza, la pace e il silenzio che ogni persona cerca per ritrovare il contatto con la natura e la propria spiritualità.
Articolo scritto da Valeria Bonora – valeria2174.wix.com