C’è una citazione di Bert Hellinger, il noto psicologo e studioso delle costellazioni familiari, sulle pecore nere che fa molto riflettere e che afferma:
“Coloro che sono chiamate “Pecore Nere” della famiglia sono in realtà cercatori di cammini di liberazione per l’albero genealogico. Quei membri dell’albero che non si adattano alle norme o alle tradizioni del Sistema Familiare, coloro che fin da piccoli cercano costantemente di rivoluzionare le credenze, andando contromano ai cammini segnati dalle tradizioni familiari, quelli criticati, giudicati e anche rifiutati, loro, generalmente sono chiamati a liberare l’albero dalla storie che si ripetono e frustrano generazioni intere…”
Rendersi conto che essere una pecora nera non è un difetto ma una grande opportunità è come una boccata d’aria fresca per tutte quelle persone che si sono sentite finora sbagliate: ha permesso a molti di rendersi conto del loro vero ruolo in seno alla famiglia e di accettare le loro diversità.
Perché la pecora nera è il tentativo dell’albero genealogico di guarire le sue ferite e di salvarsi dall’auto-distruzione.
Ora vediamo perché e qual è il dono di questo membro così prezioso per il futuro della sua famiglia…
Caratteristiche della pecora nera
In realtà sono numerosi a parlare del prezioso ruolo della pecora nera: Bert Hellinger, Alejandro Jodorowsky,… Anche se hanno un approccio diverso rispetto alle discipline psico-genealogiche, per loro il ruolo della pecora nera non cambia: rimane la salvatrice, la liberatrice di un albero afflitto da una cancrena nevrotica.
A furia di ripetere i medesimi schemi, le nevrosi si cristallizzano bloccando la linfa o il flusso vitale dell’albero che sparge veleno, sofferenza, malattia attraverso i suoi membri; ecco che la pecora nera, quel membro “diverso” ‒ l’artista nella famiglia di matematici, l’ateo in mezzo ai credenti,…‒ arriva per insufflare vita nuova: è lei l’antidoto che permetterà di guarire da questa cancrena.
Spesso le pecore nere sono i membri che vanno fuori dai sentieri battuti:
→ Sono i primi a lanciarsi in ambiti del tutto sconosciuti alla famiglia ‒il primo all’università, il primo ad andare all’estero, il primo ad impegnarsi in alcune battaglie o a vivere alcune esperienze.
→ Hanno valori diversi, credenze diverse, rispetto agli altri membri della famiglia ‒ diverso impegno politico, ambientale, etico, ecc.
→ Hanno un modo di vedere il mondo e di dare un senso alla loro vita diametralmente opposto al resto della famiglia ‒il vegetariano, l’ateo, l’artista, il filosofo,ecc.
→ Sono spesso criticati per le loro scelte, il loro comportamento, il loro stile di vita ‒come l’hippy in mezzo alla famiglia borghese, per esempio.
→ Sono tenuti in disparte, emarginati, esclusi.
→ Nessuno riesce a capire il loro punto di vista considerato troppo “originale”.
Mentre i membri della famiglia considerano questa diversità come un’anomalia, quasi fosse un difetto di fabbricazione, l’albero genealogico da canto suo prova a creare un antidoto al grave squilibrio che vive e che rischia di portarlo verso la via senza ritorno: l’estinzione della famiglia.
Le dinamiche dell’albero: evoluzione Vs distruzione
L’affermazione di Hellinger prosegue:
“Le “Pecore Nere”, quelle che non si adattano, quelle che gridano ribellione, loro riparano, disintossicano e creano un nuovo e fiorente ramo nell’albero genealogico. Grazie a questi membri, i nostri alberi rinnovano le loro radici. La loro ribellione è terra fertile, la loro pazzia è acqua che nutre, la loro passione è fuoco che riaccende il cuore degli antenati. Irraccontabili e innumerevoli sogni repressi, sogni non realizzati, talenti frustrati dei nostri antenati, si manifestano nella ribellione di tali pecore nere che cercano di realizzarli e realizzare se stesse.
L’albero genealogico avrà la tendenza a mantenere il corso castrante e tossico del suo tronco, il quale rende difficile e conflittuale la vita di tali pecore.”
Per fruttificare, offrire al mondo dei frutti sani e in grado di prosperare, l’albero deve essere sano; purtroppo questo non accadde praticamente mai: blocchi, segreti, sofferenze, nevrosi ostacolano il naturale sviluppo dei membri della famiglia, col rischio di tramandare l’insofferenza ed aprire le porte all’infelicità.
Il pericolo maggiore è accettare questo stato di sofferenza come caratteristica peculiare della famiglia e rassegnarsi.
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Il membro escluso, la pecora nera, è colui che non si arrende, anzi! Di fronte ad una pericolosa stasi, sintomo di una cristallizzazione nevrotica, fa saltare tutto in aria in un disperato tentativo di smuovere le acque e di stimolare l’albero a reagire, a guarire.
Portando idee, valori, concetti nuovi nella famiglia, agendo in modo diverso, in realtà non fa altro che portare nuova linfa vitale e spronare gli altri membri a muoversi dagli antichi schemi ormai obsoleti; scuote le radici per aiutare l’albero a scrollarsi di dosso i blocchi che gli impediscono di manifestare la sua grandezza. Se non ci riuscirà, l’albero si indebolirà fino a morire.
Il dono della pecora nera: la guarigione dell’albero
Il membro che copre il ruolo di pecora nera ‒ed è bene precisare che si tratta di un ruolo e non di un’identità, perché pecora nera si è solo fino a quando l’albero necessita di un “antidoto”‒ si ritrova confrontato ad alcuni problemi.
Cosa diceva Carl G. Jung in proposito:
“Mentre lavoravo al mio albero genealogico, ho capito la strana comunanza di destino che mi lega ai miei antenati. Ho fortemente il sentimento di essere sotto l’influenza di cose o problemi che furono lasciati incompleti o senza risposta dai miei genitori, dai miei nonni, dai miei bisnonni e dai miei antenati. Mi sembra spesso che ci sia in una famiglia un karma impersonale che si trasmette dai genitori ai figli. Ho sempre pensato che anch’io dovevo rispondere a delle domande che il destino aveva già posto ai miei avi, domande alle quali non si era ancora trovata una risposta, o anche che dovevo risolvere o semplicemente approfondire dei problemi che le epoche anteriori lasciarono in sospeso. La psicoterapia non ha ancora tenuto abbastanza in conto queste circostanze”
— C.G. Jung, Ma vie, Gallimard, Paris, 1973 —
Ecco che allora la diversità della pecora nera si manifesta in tutto il suo splendore: è l’elemento equilibratore ‒il vegetariano porta una maggiore conoscenza delle problematiche etiche riguardante altri esseri viventi, l’ateo permette di arginare il fanatismo religioso, l’artista equilibra e vitalizza un materialismo troppo pesante, ecc. ‒; è un elemento che permetterà ai membri che sapranno riconoscere il suo valore di andare oltre i blocchi tramandati in famiglia; la diversità diventerà ricchezza, porterà guarigione riportando l’asse dell’albero nel mezzo, lontano dagli estremismi e dagli assolutismi.
L’integrazione, e non l’esclusione, è la chiave di guarigione: è ciò che permette all’albero di fruttificare, prosperare, evolvere.
Quindi se sei una pecora nera, ascolta il consiglio di Bert Hellinger:
“Cura la tua “unicità” come il fiore più prezioso dell’albero. Sei il sogno realizzato di tutti i tuoi antenati.”
Sandra “Eshewa” Saporito
Autrice e shamanic storyteller
www.risorsedellanima.it