Quante volte ci facciamo violenza rinunciando a ciò che siamo o vogliamo per piacere agli altri oppure per non disturbare la quiete generale?
Ti è mai capitato di non intervenire in una discussione perché sapevi che il tuo punto di vista sarebbe stato considerato un po’ sopra le righe? Non ti sei mai imposto di accettare le idee di un gruppo di pari anche se queste ti disturbavano interiormente?
Il voler conformarsi agli altri, facendo passare le loro priorità e le loro idee prima delle tue è un comportamento che ti allena a metterti sempre in secondo piano ‒quando non traslocherai addirittura dietro le quinte‒ e a disimparare il rispetto verso te stesso/a.
Ma se non rispetti te stesso per prima, perché gli altri dovrebbero farlo?
Perché è inutile fingere: chi si ritrova a voler accontentare sempre gli altri si ritrova spesso circondato da persone che se ne approfittano. Come possono allora queste persone “troppo buone con gli altri” evitare le persone sbagliate e trovare quelle giuste? Cosa puoi fare tu per uscire da questo circolo vizioso?
Da dove nasce questo desiderio di piacere a tutti?
Per capire l’origine di questo comportamento, possiamo seguire due piste nelle quali la maggioranza di noi potrà riconoscersi facilmente:
→la strada delle deprivazioni emotive, chiamata anche “esclusione sociale”: scompiacendo gli altri, si tenta di compensare quella mancanza affettiva che ci ha ferito e fatto sentire escluso dal nostro gruppo di pari. Questo è il classico “Per essere amato devo FARE qualcosa per gli altri, se non lo faccio rimarrò da solo/a”.
L’approvazione degli altri è allora visto come una sorta di nutrimento dal quale finiamo per essere dipendente, gommando letteralmente la propria identità.
→ La strada della ricerca di approvazione e riconoscimento: si cerca l’approvazione che legittima la nostra posizione nel gruppo: “La mia adesione al gruppo si basa sulla mia conformità alle sue idee e regole, se sono “troppo me stesso” rischierò di essere allontanato”.
Sembrano simili in superficie ma nella prima ipotesi ciò che cerchiamo di rinforzare è la nostra interiorità grazie all’approvazione degli altri; nella seconda ipotesi invece l’approvazione serve da collante tra noi e il gruppo.
In entrambi i casi ciò che cerchiamo di evitare è l’isolamento, la solitudine e quella voce che ci dice da una parte “Non sono amato/a” mentre dall’altro lato echeggia un “Non valgo nulla”.
Tuttavia in entrambi i casi, questo comportamento di compiacenza ci espone ad alcune persone sbagliate, i famosi “predatori”: gli opportunisti e i perversi narcisisti sono tra i più temibili e difficili da debellare.
In poche parole, provando di piacere a tutti avrai maggiore possibilità di cadere sulle persone sbagliate.
Ecco quali sono le persone sbagliate che rischi di incontrare se ti dimentichi di te
Gli opportunisti: per loro esisti solo quando hanno bisogno di te
Come smascherarli? Se quando hai bisogno di una mano hanno sempre una scusa pronta ‒ “Il cane sta male”, “Mi spiace ma ho già un impegno con qualcun altro”, “Deve passare l’arrotino…”, ecc.‒ e non c’è stata una volta in cui ti abbiano effettivamente aiutato, senza contare che si fanno sentire esclusivamente quando loro hanno bisogno di una mano: non sono interessati a te ma semplicemente alla persona servizievole che vedono in te e sulla quale possono sempre contare quando serve.
Consiglio: cancella il loro numero di cellulare. Se non hanno bisogno di una mano non se ne accorgeranno nemmeno. Tanto vale.
I leader abusivi e capigruppo dogmatici: o sei con loro o contro di loro
Come smascherarli? È molto facile: sono persone che odiano il cambiamento e che fanno di tutto pur di mantenere lo status-quo. Usano le persone che dicono sempre di sì per fare il lavoro sporco mentre loro raccolgono gli allori, le chiudono nella loro zona di comfort facendo leva sulle loro insicurezze e paure.
In realtà cercano solo di tenere sotto controllo quella cerchia che può mantenere il loro status di capo quando a loro non interessa il benessere o l’evoluzione del gruppo: usano gli altri esclusivamente per mantenere una certa gerarchia.
Consiglio: sii te stesso: potresti accorgerti di non essere l’unica persona del gruppo a sentirsi soffocare. Nel momento in cui rivendicherai il tuo diritto ad esprimerti liberamente potrebbero presentarsi due scenari:
1. Verrà ridimensionata la figura del leader e il gruppo di pari potrà andare avanti grazie allo scambio di opinioni, com’è naturale che sia.
2. Il gruppo si scinderà in due: da una parte i liberi pensatori come te e dall’altra quelli che preferiranno seguire una figura dogmatica pur di sentirsi protetti.
I perversi narcisisti: per loro tu sei una preda facile
Sono forse le peggiori persone che potresti incontrare sul tuo cammino e rappresentano il 10% della popolazione. Si tratta di persone con un profilo psicologico estremamente disturbato, capaci di attuare delle violenze psicologiche ‒e talvolta fisiche‒ inaudite.
Torturano le loro vittime che finiscono per ritrovarsi intrappolate in una sorta di sindrome di Stoccolma: più vengono maltrattate, sottomesse, umiliate e più provano nei confronti dell’altro un sentimento positivo che può sfociare in una dipendenza che loro scambiano per amore.
Come smascherali? Ti fanno vivere sulle montagne russe: passi in continuazione da un momento in cui sei la persona più importante e speciale sulla faccia della terra ad essere denigrato ed umiliato, neanche fossi lo zerbino abbandonato nel fondo del garage. Ti isolano dalla famiglia, dagli amici fino a restringere la tua cerchia sociale esclusivamente a la loro persona.
La loro tecnica di manipolazione è estremamente ben rodata perciò è difficile uscire dalle loro grinfie: appena si accorgeranno che proverai di uscire dalla gabbia dorata dove ti avranno rinchiuso, proveranno a distruggerti.
Consiglio: tagliare DEFINITIVAMENTE i ponti con loro è l’unica soluzione per uscire dal circolo vizioso di manipolazione psicologica che avranno potuto instaurare con te. No: non si accorgeranno del male che ti hanno fatto; no: le cose non cambieranno; no: non guariranno perché la loro “malattia” in realtà comporta un beneficio per loro. Tu devi scappare da loro e non voltarti indietro. E sopratutto chiedi aiuto a dei professionisti competenti ‒psicologi, psicoterapeuti‒ che potranno aiutarti a ricostruirti.
A furia di voler piacere a tutti rischierai di attrarre soltanto le persone sbagliate e allontanare quelle giuste.
Cosa fare per rispettare te stesso e rimetterti al centro della tua vita
Rispettare se stessi implica quindi dar voce alle proprie idee nel pieno rispetto di se stessi e degli altri; è il modo nel quale comunicherai ‒ il tono di voce, le parole usate; il linguaggio para-verbale in sostanza‒ che farà la differenza.
Se il modo di esporre le tue idee è rispettoso, non hai assolutamente nulla da temere.
Inoltre oltre alle idee sarà fondamentale imparare a riconoscere le tue esigenze, a sapere di “no” e a lavorare sulle tue paure: quelle di essere abbandonato, di non valere, di fallire, per esempio.
Le persone giuste sono attratte dalla personalità , da ciò che rende gli altri unici e non da ciò che questi possono fare per loro: cercano dei pari, non degli schiavi emotivi.
Ma la cosa più importante da ricordare è che essere te stesso/a ti aiuterà a capire che la persona più importante alla quale devi piacere, sei tu.
Sandra “Eshewa” Saporito
Autrice & shamanic storyteller
www.risorsedellanima.it