La sindrome del colon irritabile, più conosciuta con il nome di colite, è un disturbo intestinale non particolarmente grave ma molto fastidioso. A quanto pare colpisce di più le donne e i primi sintomi compaiono tendenzialmente prima dei 35 anni. Ha un andamento cronico fluttuante e può riacutizzarsi nei momenti di particolare stress fisico o psichico.
Sebbene i sintomi possano variare da persona a persona, ve ne sono alcuni molto comuni come dolore all’addome, nausea, stipsi, diarrea e nei casi più gravi sangue nelle feci, perdita di peso, febbre.
L’unico modo per accertarsi che si tratti proprio di colon irritabile è consultare un medico. Anche perché assumere farmaci a caso può addirittura peggiorare il problema. In generale perché si possa parlare di colon irritabile, il dolore addominale deve essere insorto da almeno 6 mesi e presentarsi minimo 3 giorni al mese insieme ad altri sintomi.
La diagnosi viene effettuata per esclusione ma se si rilevano i cosiddetti sintomi di allarme è indispensabile effettuare indagini più approfondite su consiglio del medico. I sintomi di allarme sono dimagrimento eccessivo, febbre, sangue nelle feci, insorgenza del disturbo dopo i 50 anni, anemia, dolore che non migliora dopo l’evacuazione. C’è poi da considerare che alcuni cibi, per esempio orzo, segale, alcolici, cioccolata, tendono ad aggravare la colite. Per non parlare dello stress e dell’ansia, che incidono a loro volta.
Le cause specifiche non sono ancora chiare, forse un intestino più sensibile allo stress e all’ansia, ma anche alimentazione e sistema immunitario svolgono un ruolo rilevante perché se quest’ultimo è debole e la dieta non è equilibrata o adatta al proprio organismo, è più probabile incorrere in questo tipo di problema.
Ma i fattori sono molteplici e probabilmente coinvolgono sia aspetti psichici che cognitivi ed emotivi, oltre a quelli biologici come predisposizione individuale, sensibilità dei visceri, infezioni intestinali, alterazioni della motilità digestiva. Il disturbo è poi peggiorato dalle allergie alimentari e dalle intolleranze, ma anche da un utilizzo cronico di certi farmaci.
Per quanto riguarda stitichezza e diarrea, che possono alternarsi, esse dipendono dallo scorretto funzionamento dell’epitelio che riveste l’interno dell’intestino. Normalmente l’epitelio assorbe i fluidi ingeriti ma se questi ultimi attraversano il colon troppo rapidamente, non ci riesce. Nel caso opposto, se i fluidi arrivano troppo lentamente, le feci si induriscono perché viene assorbita una quantità eccessiva di liquido.
Altro fattore che incide in chi soffre di colon irritabile è la serotonina, perlomeno stando a quando sostengono recenti studi. Questo neurotrasmettitore è infatti collegato alla funzionalità gastrointestinale e se negli individui sani viene trasportata al di fuori dell’apparato digerente dalle cellule della parete intestinale interna, nelle persone con colite i ricettori sono meno funzionanti e di conseguenza i livelli di serotonina subiscono modifiche.
Ma c’è anche chi, tra i ricercatori, afferma che il problema dipenda invece da infezioni batteriche a carico dell’apparato digerente. In altri casi ancora la colite è connessa a problemi di celiachia, infiammazione dell’intestino tenue tipica di chi è intollerante verso il glutine.
Purtroppo al momento non esistono cure specifiche per la colite ma si può ricorrere a qualche metodo per alleviare il dolore. Sicuramente essendo collegata allo stress, ridurlo aiuta molto. Come riuscirci? Sia tramite la psicoterapia che utilizzando farmaci e antispaminici, che permettono di controllare gli spasmi muscolari del colon, o ancora lassativi contro la stipsi.
Per quanto riguarda i rimedi naturali, si consigliano integratori di fibre e un’alimentazione equilibrata, evitando il consumo di alcuni cibi pericolosi come bibite gassate, caffè, latticini, spezie ma anche pesche, pere, cavoli, spinaci, rucola, cetrioli. Meglio privilegiare pane e cereali integrali, frutta e verdura ad eccezione di quella citata, cibi poveri di grassi, facendo pasti ridotti e più frequenti.
Tuttavia l’alimentazione subisce modifiche a seconda dei sintomi principali perché se la colite è accompagnata da stipsi, è meglio privilegiare alimenti che ammorbidiscano le feci, per esempio finocchi ma anche legumi e cibi bolliti. E il contrario vale per chi soffre di diarrea, in questo caso gli alimenti da privilegiare sono quelli astringenti come riso, frutta secca, cioccolato, limone, aloe che fa anche da disinfiammante, associati a probiotici.
Se si presentano meteorismo e gonfiore, è opportuno evitare i cibi che fermentano come insalata a foglia larga, cavolfiori, broccoli, legumi, frutta dopo i pasti.
Bere molta acqua e fare regolare attività fisica sono cose altrettanto importanti perché favoriscono la peristalsi.
In definitiva con questo disturbo bisogna imparare a conviverci adottando a seconda dei casi corrette abitudini di vita ed eventuali farmaci ad hoc.
E’ anche importante capire quali sono gli eventuali eventi traumatici che riacutizzano il problema, in modo da intervenire nel modo giusto quando accade. Perché come abbiamo detto, spesso si ripresenta durante periodi particolarmente stressanti, che mettono a prova la psiche e l’organismo nel suo complesso. Il consulto medico rimane in ogni caso fondamentale per una diagnosi certa.
Laura De Rosa