Quando si parla di fare spazio a qualcosa di nuovo, ci sono generalmente due tipi di reazioni; la prima, pessimista, si rifà ad una sensazione di mancanza, di abbandono di qualcosa che si conosce e dalla quale si fatica a distaccarsi, la seconda invece è più euforica e rispecchia una liberazione da tutto ciò che occupava inutilmente uno spazio prezioso.
“Le cose che possiedi finiscono per possedere te stesso. È solo dopo aver perso tutto quello che hai che sei libero di fare qualsiasi cosa.”
— Dal film Fight Club
I primi segnali esterni che indicano la necessità di fare spazio al nuovo
Quando sentiamo di dovere fare spazio, cominciamo spesso incoscientemente dall’esterno buttandoci a capofitto nelle pulizie di primavera anche se è ferragosto, rovistando nelle scatole perennemente chiuse della soffitta oppure, nel caso delle donne, tagliandosi i capelli.
Tutto questo perché si sente un profondo desiderio di fare pulizia con l’antica tecnica della tabula rasa : via tutto e spazio al nuovo! Fare spazio significa far entrare aria nuova, illuminare quei angoli bui e polverosi che abbiamo ignorato per molto tempo e che ora ci permettono di avere una visione più chiara, completa e limpida della situazione.
Un momento di crisi passeggera
Se cerchiamo di liberarci da ciò che letteralmente ci soffoca, perché allora ci capita di provare quel senso di angoscia ed abbandono che ci invita a fare retromarcia sulle nostre decisioni, su cosa piangiamo in realtà? Ciò che conosciamo ci dà un senso di sicurezza, anche se tremendamente scomodo o doloroso; siamo abituati a stare nella nostra zona di comfort e quando sentiamo che quest’ultima diventa troppo stretta per noi, e ci spinge fuori, ci sentiamo “nudi” di fronte al mondo, catapultati lì dove non abbiamo mai messo piede, e questo ci fa paura.
“La maggior parte delle persone vuole la sicurezza in questo mondo, non la libertà.”
— Dal film Minority Report
Piangere invece fa bene perché con le lacrime esce tutto il dolore e lo sconforto che ci eravamo tenuti dentro e dandoci, grazie ad alcuni processi neuronali, la possibilità di scaricare lo stress accumulato.
Il ruolo catartico delle lacrime
Il pianto è una forma di linguaggio estremamente antico, è la prima forma di comunicazione con l’ambiente che il neonato mette in atto quando è ancora privo di qualsiasi imprinting. Ma cosa succede quando piangiamo?
Il sistema nervoso simpatico si attiva automaticamente quando raggiungiamo una certa soglia di dolore e fa tendere le corde vocali. In base all’emozione provata, la loro vibrazione cambia. Inoltre, c’è uno schiacciamento delle sacche lacrimali che permettono la fuoriuscita delle lacrime. A livello ormonale invece, viene messo in circolo un ormone appartenente alla famiglia delle endorfine ‒ neurotrasmettitori simili alla morfina ‒ che svolge un’azione analgesica, aiutandoci quindi a sopportare meglio il dolore e permettendoci di scaricare lo stress.
Tagliare col passato
Se le lacrime svolgono un’azione di pulizia emozionale e ci permettono di scrollarci di dosso quei pesi che ci renderebbero più gravoso il taglio col passato, ci sono dei piccoli accorgimenti che possono aiutarci, a livello razionale, a lasciar andare il passato per aprirsi al nuovo.
1. Accetta le esperienze, belle e brutte, del passato ma non identificarti con esse.
2. Libera il tuo ambiente: butta le cianfrusaglie e tutto ciò che congestiona lo spazio intorno a te.
3. Apri porte e finestre, fai circolare l’aria e respira a pieni polmoni. Approfittane per fare qualche passeggiata in natura se ne hai la possibilità. Tornare in natura ed osservarla attentamente ti aiuterà a capire ciò che è veramente essenziale nella vita. Prenditi del tempo e se puoi, fai qualche esercizio per radicarti e centrarti.
4. Cambia. Comincia dal profumo di casa mettendo alcune gocce di olio essenziale in un diffusore. Ti consiglio qualche goccia di olio essenziale di lavanda ‒ se si tratta di un taglio netto, doloroso ma necessario ‒ oppure di mandarino ‒ per mettere allegria, se sei di umore più deciso e per te questo taglio è prima di tutto un grande sollievo‒. L’olfatto è il senso che agisce di più sulla memoria, cambiando profumo premi brevemente il tasto “reset” della tua mente.
5. Goditi per un po’ il vuoto. Non cominciare a riempire tutto lo spazio che hai liberato, sia esteriormente che interiormente. Ogni separazione del passato è in realtà un lutto e quindi è meglio se ti dai la possibilità di accogliere il senso di vuoto che lascia. Questo piccolo accorgimento ti aiuterà moltissimo nella vita, sopratutto se fai un percorso di ricerca interiore, perché questa è l’occasione giusta per scoprire tutto ciò che hai dentro di te, nel profondo.
6. Ricostruisciti su base più solide. Una volta che la fase di pulizia sarà ultimata e che la sensazione di vuoto ti avrà riportato lentamente verso uno stato di equilibrio interiore più solido, sarà giunto il momento di aprirti al nuovo e ripartire, più forte e maturo/a.
7. Onora il cambiamento. Puoi benedire e ringraziare te stessa e tutto ciò che ti ha portato in questo nuovo paradigma. Non lo facciamo mai ma benedire e benedirsi è importante.
Un nuovo capitolo, una nuova storia
Nella vita ci ritroveremo spesso, e oserei dire quasi ciclicamente, ad affrontare questi periodi di pulizia profonda durante i quali fare spazio, dentro e fuori di noi, riveste un’importanza primordiale. È naturale e fa parte dell’evoluzione. La vita ci evita in questo modo di addormentarci sugli allori e ci spinge a scavare dentro di noi, grazie a questi momenti di crisi, per trovare in noi una forza che magari non chiedeva altro che poter manifestarsi.
“C’è tanta gente infelice che tuttavia non prende l’iniziativa di cambiare la propria situazione perché è condizionata dalla sicurezza, dal conformismo, dal tradizionalismo, tutte cose che sembrano assicurare la pace dello spirito, ma in realtà per l’animo avventuroso di un uomo non esiste nulla di più devastante di un futuro certo. La gioia di vivere deriva dall’incontro con nuove esperienze, e quindi non esiste gioia più grande dell’avere un orizzonte in costante cambiamento, del trovarsi ogni giorno sotto un sole nuovo e diverso… Non dobbiamo che trovare il coraggio di rivoltarci contro lo stile di vita abituale e buttarci in un’esistenza non convenzionale.”
— Dal film Into the Wild
Il cambiamento può spaventare, ma solo all’inizio, solo per un po’. Dobbiamo solo trovare il coraggio di scegliere se rimanere soffocati da una situazione che ci toglie il respiro oppure se fare spazio al nuovo e prendere in mano i redini della nostra vita. Il coraggio, nessuno ce lo può insegnare e non si sviluppa quando tutto va alla grande: il coraggio ce l’abbiamo dentro al cuore. Ha solo bisogno di qualcosa che ci faccia breccia per venire alla luce.
Sandra “Eshewa” Saporito
Autrice e Shamanic storyteller
www.risorsedellanima.it