“Educare all’Amore per l’Ambiente dovrebbe essere Naturale” (Iriria-Nina Tierra)
“Può sembrare che ci sono ancora molti alberi, ma in fondo non è così, è differente”
Siamo nella riserva indigena Bribri Cabécar nell’Alta Talamanca in Costa Rica, questo Popolo e la sua cultura ci viene presentato da un Documentario girato nel 2009 da Carmelo Camilli: “Iriria-Nina Tierra”.
La forza di questo filmato sta nel dare voce al punto di vista di questo interessantissimo Popolo, senza giudizio, senza schieramento. Ma i fatti visti dal punto di vista indigeno offrono un importantissimo punto di osservazione “all’uomo bianco” e alla sua modalità irrispettosa di porsi verso la cultura altrui e di conseguenza verso Madre Terra.
Tra le prime scene troviamo un maestro elementare che in classe spiega l’origine della loro cultura : “Chi siamo? Come viviamo? Come pensiamo? Com’è stata creata la Terra?”
Già dalla scuola elementare il bambino viene educato a chiedersi di quale ambiente fa parte, quali sono le sue regole, ma per regole non si intende quelle inventate dall’uomo per suo profitto, quelle che permettono ad ogni essere vivente di coesistere nel rispetto reciproco e nella cooperazione all’evoluzione.
Ogni individuo intervistato nel documentario esprime molto chiaramente questa sua visione, tutti hanno ben chiaro che ogni persona, ogni albero, ogni frutto e ogni animale ha la sua fondamentale importanza nell’ecosistema per cui se la Comunità ritiene di dover sacrificare un albero o un animale viene fatto sempre e solo valutando e soppesando l’effetto di tale decisione, assumendosene la responsabilità.
Infatti una donna intervistata lavora in un centro di recupero di iguane perché in tempi antichi, quando ce n’era la necessità, sono state sfruttate dai loro avi e adesso meritano la loro protezione.
Gli alberi sono esseri viventi, ognuno di loro ha una sua importanza, una sua funzione ma soprattutto sono parte integrante di un grande essere Vivente che è la Terra. La visione è estremamente differente rispetto quella dell’Uomo Bianco.
Le piante hanno una loro sacralità, la loro funzione è sia singolare che nell’ambiente d’insieme. La loro iterazione è essenziale per mantenere la salute del Tutto. Questo concetto è in totale contrasto e antitesi rispetto alla monocoltura praticata dall’uomo bianco.
Loro usano il cacao per cerimonie di guarigione, la raccolta viene fatta con un metodo preciso, la conoscenza di quest’antica saggezza viene trasmessa di generazione in generazione.
La salute viene vista in maniera estremamente differente rispetto l’occidente, lo Shamano legge fino allo Spirito il problema. Ad una nonna rispetto la salute dei nipoti dice: “Hanno mangiato ALIMENTI SACRI SENZA LA GIUSTA ATTENZIONE…”
Solo su questa frase dovremmo soffermarci almeno un anno.
Se abbiamo detto che un alimento sacro è il cacao… vi invito a fare un gioco la prossima volta che andate al supermercato: osservate quante volte vedete il cioccolato e pensate se viene onorato nel giusto modo… e se fosse vero che questo squilibrio procura squilibrio al fisico e quindi malattia? Lascio a voi la riflessione…
“Terra mio corpo,
Acqua mio Sangue,
Aria mio respiro,
Fuoco mio spirito”
Canta l’indigeno in mezzo alla giungla alla fine del documentario e con questa immagine voglio lasciarvi e non raccontarvi più nulla lasciando a voi la possibilità di scoprire il resto del racconto.
Però una riflessione sento la necessità di farla: torniamo alla donna che lavora con le iguane per “riparare” al danno che gli avi hanno procurato a questi animali in un momento di bisogno.
Mi soffermo qui per sottolineare un concetto estremamente importante: la responsabilità all’interno del sistema. Proprio da poco in una splendida intervista su youtube ad una Costellatrice dal titolo “Come uscire da una dinamica dolorosa” ella spiegava come fosse necessario reintegrare nel sistema familiare chiunque fosse stato danneggiato o escluso per poter ritrovare la pace…
Se partiamo da questo concetto e pensiamo a tutti i danni che sono stati causati finora a popolazioni intere, a parti di Pianeta, ad animali e ormai anche semplicemente a noi stessi capiamo benissimo che di lavoro da fare ne abbiamo tantissimo. Intanto potremmo prendere coscienza dei danni, dei veri e propri torti, chiedere perdono e cominciare a lavorare per ripristinare l’equilibrio.
Nel filmato esce chiaramente, non basta chiedere scusa, bisogna agire per sistemare ciò che è stato squilibrato.
E’ proprio così: dobbiamo veramente cominciare a fare il conto dei morti e dei feriti che abbiamo procurato e cominciare a rendere conto. E’ arrivato il tempo di fermarci, di rallentare, di chiederci cosa stiamo facendo, cosa abbiamo già fatto, cos’è recuperabile, cosa no ma soprattutto cosa possiamo fare per riportare l’equilibrio.
E come succede all’inizio del filmato, cominciando ad educare i bambini al rispetto dell’Ambiente, non perché siamo buoni o peggio buonisti, ma perché è il nostro sistema familiare e da questo sistema si determina la qualità della nostra esistenza.
E’ proprio il concetto che vuole far passare l’autore, Carmelo Camilli che ho intervistato, “L’ecologia è l’espressione di uno stato di coscienza, parte da dentro, non da fuori”
Io sono pienamente d’accordo con lui, per questo vi ho parlato di questo documentario, guardatelo con i vostri figli, con i vostri nipoti, portatelo a scuola, se volete contattare l’autore vi risponderà sicuramente sulla pagina del film in Facebook.
Io intanto vi segnalo il link dove lo potete vedere gratuitamente:
https://vimeo.com/69815019
Fatelo girare, fate diventare virale l’ecologia non più l’economia!
Alessandra Barbieri