Nel libro “American Indian Stories“, l’autrice Sioux Zitkala-Sa, ha raccolto una serie di racconti e leggende del suo popolo d’origine. Fra questi una curiosa leggenda riguardante le relazioni di coppia.
La leggenda racconta che un mattino una coppia di indigeni Sioux raggiunse lo sciamano del villaggio. Il ragazzo era un guerriero molto coraggioso, la ragazza una donna decisa molto innamorata del futuro sposo. I due chiesero consulto allo sciamano perché temevano che la loro relazione potesse in futuro spezzarsi e volevano quindi che lo stregone fornisse loro una protezione. Lo sciamano prese la mano della ragazza e le disse che per far durare la relazione, avrebbe dovuto salire su una collina catturando con le mani il più forte falco, per poi riportarglielo vivo il terzo giorno dopo la Luna piena. Il ragazzo avrebbe dovuto scalare una montagna e prendere l’aquila più vigorosa e selvaggia, quindi portarla allo sciamano lo stesso giorno in cui la ragazza avrebbe portato il falco.
I due giovani riuscirono nell’ardua impresa, lei portando il falco in una sacca di pelle, lui portando l’aquila. Lo sciamano ordinò quindi di prendere i rapaci e legarli per le zampe con una corda di cuoio, lasciandoli liberi di volare. I due uccelli provarono a spiccare il volo senza riuscirci, cadendo di continuo. Infine iniziarono a colpirsi a vicenda con i becchi.
A quel punto lo sciamano prese gli uccelli e li slegò, suggerendo ai due futuri sposi:
“Ecco il sortilegio di oggi: imparate da quello che avete appena visto. Se vi incatenate l’uno all’altro, anche se si tratta d’amore, non farete altro che ferirvi, lacerarvi e rendervi infelici. Se volete che il vostro amore duri, volate assieme, volate alto, ma mai legati. Perché il vero amore unisce, ma non vincola.”
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Il vero amore unisce, ma non vincola
Siamo tutti capaci ad elogiare insegnamenti come quello Sioux ma poi, nella realtà dei fatti, ci impegniamo concretamente a metterli in pratica? Quando proviamo gelosia riusciamo ad accorgercene e a controllarci o le diamo libero sfogo? Sappiamo di essere gelosi o simuliamo finta indifferenza per non confrontarci con queste parti di noi?
Tutti noi, in modo diverso, abbiamo pregi e difetti e spetta ad ogni individuo il compito, se lo desidera, di lavorare su di sé per migliorarsi o cambiare certi tratti specifici. Anche la coppia, per crescere, ha bisogno di evolvere grazie alla partecipazione attiva dei partner.
Sebbene per qualcuno sia più facile e per qualcun altro più difficile, tutte le coppie hanno bisogno di imparare, trasformarsi, crescere anche con sforzo. La maturazione comporta inevitabilmente la rinuncia a certe comodità e l’assunzione di responsabilità, che soprattutto all’inizio può apparire estremamente dura. Ma il compito forse più complicato in assoluto è proprio la libertà intesa come capacità di stare insieme senza vincoli. Un’utopia? E’ indispensabile una certa maturità individuale prima di riuscire a creare rapporti simili. Che non significa essere realizzati professionalmente, sicuri di sé, autonomi esternamente, ma “maturi dentro” e quindi sufficientemente consapevoli delle proprie debolezze, dei propri demoni, delle proprie bassezze, che riguardano tutti indistintamente.
La popolarità dell’anima gemella ha forse alimentato un mito illusorio, quello del partner ideale con cui tutto fila liscio, senza bisogno di impegno. Forse più che dell’anima gemella, abbiamo bisogno di imparare ad amare. Perché l’amore, a differenza della passione che per quanto importante è istintiva, è un cammino che comporta impegno oltre che piacere.
L’amore si costruisce e si impara strada facendo, sempre che si sia disposti a cambiare davvero. In ogni caso non va confuso con la passione, che in un certo senso è passiva perché più che sceglierla, è lei che sceglie noi. E’ facile appassionarsi, e vale un po’ in tutti gli ambiti, più difficile è proseguire oltre in nome di quell’amore, forse l’unico amore sincero, che vincoli non ha.
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