In un mio precedente articolo (Il magico potere dell’attesa secondo Maria Montessori) vi accennai il concetto di “normalizzazione”. Oggi voglio dedicare l’intero articolo alla spiegazione di questo importantissimo processo.
“La vita incomincia dall’atto della concezione. Se la concezione risulta dall’unione di due esseri sani, non alcoolizzati o degenerati, l’individuo che nascerà sarà libero di certe tare.
Il modo in cui si sviluppa l’embrione è perciò condizionato alla concezione. In seguito il bambino potrà essere influenzato, ma solo dall’ambiente, ossia, durante la gestazione, dalle condizioni della madre. Se l’ambiente è favorevole, ne risulterà un essere forte e sano; così la gestazione e la concezione condizionano la vita post natale.
Abbiamo accennato al trauma della nascita e alla possibilità che esso dia luogo a regressioni: le caratteristiche di queste regressioni sono gravi, ma non quanto quelle dell’alcoolismo o delle malattie ereditarie (epilessia, ecc..).
Alla nascita seguono gli anni determinanti. Durante i primi due o tre anni operano sul bambino influenze che possono alterare il carattere nella vita avvenire: se il bambino ha avuto qualche trauma o esperienza violenta o ha incontrato considerevoli ostacoli durante questo periodo, ne possono risultare deviazioni. Il carattere perciò si sviluppa in rapporto agli ostacoli incontrati o alla libertà che ne ha favorito lo sviluppo.
Se durante la concezione, la gestazione, la nascita, e il periodo che segue, il bimbo è stato trattato scientificamente, all’età di tre anni egli dovrebbe essere un individuo modello. Questo ideale di perfezione non è mai stato raggiunto, giacchè, oltre ad altre ragioni, molti ostacoli possono insorgere. All’età di tre anni i bambini presentano caratteristiche differenti gli uni dagli altri, ed aventi importanza diversa e seconda non solo della serietà dell’esperienza, ma specialmente riguardo all’epoca della vita in cui è avvenuta. Se le caratteristiche sono dovute a difficoltà dopo la nascita, saranno meno gravi di quelle contratte nel periodo della gestazione, e queste a loro volta lo saranno meno di quelle contratte nel periodo della concezione. L’individuo umano è un’unità. Ora questa unità deve essere costruita e fissata attraverso esperienze attive sull’ambiente, stimolate dalla natura.
Gli sviluppi embrionali che si sono compiuti separatamente da 0 a 3 anni, ciascuno nel momento determinato, devono infine agire tutti insieme e organizzarsi a servizio della personalità. Ciò avviene quando nel periodo successivo, da 3 a 6 anni, la mano lavora e la mente è guida nel lavoro. Se le circostanze esterne non permettono questa integrazione, le energie continuano a spingere quelle formazioni parziali che vengono a svolgersi disorganizzate, deviando dal fine. E queste energie separate che mai trovano soddisfacimento, danno luogo a innumerevoli combinazioni di sviluppi errati, deviati, origini di conflitti e turbamenti.
Tutti questi difetti hanno un riflesso sulla vita mentale e sull’intelligenza. I bambini imparano più difficilmente se nel periodo precedente non hanno trovato condizioni favorevoli al loro sviluppo.
Consideriamo ora brevemente i tipi più comuni di deviazione del carattere. Li abbiamo raggruppati in due categorie: quelli del bambino forte che lotta e vince gli ostacoli presentati dall’ambiente e quelli del bambino debole che soccombe per sfavorevoli condizioni.
Ma quando l’ambiente richiama con le sue attrattive o offre motivi per una attività costruttiva, allora ecco che tutte le energie si concentrano e le deviazioni scompaiono.
Il passaggio tra i due stadi avviene sempre dopo un lavoro esercitato dalla mano sugli oggetti, lavoro accompagnato da concentrazione mentale. Abbiamo chiamato questo fenomeno psicologico, il quale ricorda le guarigioni che si ottengono nell’adulto con la psicanalisi, col nome di “normalizzazione”.”
Maria Montessori , La mente del bambino
La Montessori ci parla dunque di deviazioni del carattere del bambino dovute a cause ambientali, tanto più gravi quanto prima si verificano nella vita del bambino. Addirittura si parla di “concezione” ovvero il “concepimento” del bambino stesso. Ad oggi dopo innumerevoli studi al riguardo si è fatta ulteriore luce sull’importanza del periodo di concepimento e di gestazione quale possibile causa di traumi o deviazioni dopo la nascita. La sua intuizione, poi verificata nelle innumerevoli osservazioni da Lei stessa effettuate, illuminante e sconcertante per l’epoca, hanno trovato riscontro scientifico anche nei nostri giorni.
Questi fenomeni di deviazione, individuato il periodo in cui si sono incarnati, possono essere corretti.
Come? Preparando l’ambiente e lasciando libertà di scelta rispetto all’attività da svolgere senza l’intervento dell’adulto. La risposta vi sembrerà banale e se mi conoscete anche scontata, ma non lo è. Come diceva Maria Montessori, attraverso la concentrazione si possono correggere questi difetti della crescenza, portando nei bambini il fenomeno della normalizzazione ovvero portando il bambino ad uno stadio di equilibrio senza eccessi, aiutandolo nella costruzione della personalità sana.
L’applicazione di questi principi (ambiente preparato e libertà di scelta) vennero applicati anche in diverse scuole, dopo aver visto i risultati sui bambini cosiddetti “difficili” che erano trattati nelle case di cura, ma interpretando male il concetto di “libertà”.
“La libertà è intesa in un modo primitivo come immediato acquisto di una indipendenza da legami repressivi: come una sospensione di correzioni, e di sottomissioni alla volontà dell’adulto. Questo concetto evidentemente è negativo, cioè significa soltanto eliminazione di coercizioni. Ne è derivata molte volte una semplice “reazione”: uno scatenamento disordinato di impulsi non più controllati perchè erano stati prima controllati soltanto dalla volontà degli adulti. “Lasciar fare quello che vuole il bambino che non ha sviluppato volontà” è tradire il senso di libertà.
Ne risultano allora bambini disordinati perchè l’ordine era stato imposto dall’arbitrio degli adulti, bambini oziosi perchè il lavoro era stato imposto dagli adulti, bambini disobbedienti perchè l’obbedienza era stata una necessità forzata.
La libertà è invece una conseguenza dello sviluppo; è lo sviluppo di guide latenti, aiutato dalla educazione. Lo sviluppo è attivo, è costruzione della personalità raggiunta attraverso lo sforzo e l’esperienza propria; è il lungo lavoro che deve compiere il bambino per sviluppare se stesso.
Tutti possono comandare e reprimere una persona debole e sottomessa, ma nessuno può “sviluppare” un’altra persona. Lo sviluppo non si può insegnare. “
La libertà non deve essere dunque intesa come disinteresse dell’adulto alle attività del bambino, quindi lasciato libero di utilizzare male gli oggetti, di muoversi disordinatamente, perchè così facendo si lasciano libere di svilupparsi solo le deviazioni. La normalizzazione viene dalla concentrazione in un lavoro. La concentrazione avviene attraverso l’uso corretto degli oggetti per lo scopo per i quali sono stati costruiti e questo porta all’ “ordine mentale” e alla “coordinazione dei movimenti”.
“L’ordine mentale e la coordinazione dei movimenti, guidati secondo un criterio scientifico, preparano la concentrazione, la quale, una volta avvenuta, “libera le azioni del bambino” e lo porta alla guarigione dei suoi difetti. “
Per aiutare il delicato lavoro del bambino nella costruzione del sé e in grado di sviluppare capacità quali disciplina spontanea, il lavorare con gioia, sentimenti sociali di aiuto verso gli altri, di comprensione e di capacità di libera scelta, è necessario organizzare un ambiente con “interessi progressivi”.
Da qui si intuisce quanto sia importante la conoscenza della psicologia dello sviluppo infantile.
Vivere Montessori Vi augura una buona organizzazione dell’ambiente e vi ricorda di tenere presente i periodi sensitivi dei bambini partendo sempre dall’osservazione del bambino stesso.
Educatrice Manuela Griso