L’Italia pullula di leggende misteriose che raccontano la sua storia in modo poco ufficiale ma sicuramente curioso. Di seguito abbiamo selezionato alcune leggende famose della città di Firenze, che potrebbero ispirare un itinerario turistico alternativo.
La leggenda della finestra aperta di Palazzo Grifuni
La leggenda della finestra aperta di Palazzo Budini-Gattai o Palazzo Grifuni, sul lato opposto della Basilica di piazza Santissima Annunziata, è molto nota a Firenze e dintorni, perché cela una storia romantica.
Si narra che la moglie di un Grifuni si trasferì nel palazzo omonimo insieme al marito, che però dovette abbandonarla ben presto per andare in guerra insieme ai nobili fiorentini. La donna che era molto innamorata gli porse l’ultimo saluto dalla finestra della sua stanza.
Durante l’assenza del marito era solita trascorrere il suo tempo ricamando seduta su una panca situata proprio accanto alla finestra. La teneva sempre aperta in attesa del ritorno dell’amato, ma le notizie non la confortavano. Trascorrevano i giorni ma di lui nessuna traccia mentre la guerra peggiorava.
La sposa, ormai anziana, continuò a spiare quanto accadeva nella piazza perché non aveva perso la speranza di rivedere suo marito. Ma lui non fece ritorno ed ella morì vicino alla sua finestra.
Dopo il decesso venne chiusa e fu allora che nel palazzo iniziarono a verificarsi strani fenomeni: mobili che tremavano, libri che volavano, luci che si spegnevano improvvisamente. Si decise così di riaprire la finestra, mantenendola socchiusa, per porre termine ai bizzarri episodi attribuiti al fantasma della sposa.
Esistono più versioni della stessa leggenda: alcuni sostengono che la stanza della finestra aperta fosse in realtà appartenuta all’amante del Granduca Ferdinando I, la cui statua ha lo sguardo rivolto proprio verso la finestra. Un’amante segreta?
La leggenda del rifrullo del diavolo
Si narra che nei pressi di via dello Studio, vicino a Piazza Duomo a Firenze, l’aria sia più fresca. La strana brezza sarebbe il rifrullo del diavolo.
La leggenda narra che il diavolo, in un’epoca indefinita, avesse inseguito un povero prete lungo le strade della città per rubargli l’anima. Davanti alla cattedrale di Santa Maria del Fiore il prete, trovandosi bloccato, chiese al diavolo di concedergli un’ultima preghiera. Il diavolo accettò e mentre attendeva si appoggiò sul Duomo.
Il prete, approfittando della sua distrazione, fuggì via passando attraverso una delle porte della Cattedrale. Il Diavolo non si era ancora accorto di essere stato imbrogliato e annoiato per l’attesa, iniziò a sbuffare sollevando un venticello fresco e leggero. Quando però si accorse dell’inganno, lo sbuffo si trasformò in un turbine, che tutt’oggi si può sentire in quell’area della città. Si tratta del respiro demoniaco di chi aspetta invano.
Il diavolo del Giambologna
A proposito di diavoli, un’altra leggenda narra che la scultura situata tra via de’ Vecchietti e via Strozzi, raffigurante un diavolo portabandiera, realizzata dal Giambologna, avesse un’origine inquietante. Bernardo Vecchietti la fece erigere nel punto in cui si verificò un episodio curioso legato a San Pietro Martire. Quest’ultimo stava predicando quando improvvisamente venne interrotto da un cavallo nero impazzito. Secondo la leggenda si trattava del Diavolo. Il Santo però riuscì a fermarlo facendo un gesto sacro.
Le pietre di Palazzo Pitti: tra realtà e leggenda
Nella parte bassa della facciata di Palazzo Pitti, costruita con grandi pietre poco raffinate, si possono vedere due pietre sbozzate, molto diverse l’una dall’altra. La prima è lunga, la seconda cortissima.
A quanto pare le due pietre vennero accostate per volontà di Luca Pitti, che commissionò la realizzazione del palazzo. La pietra più grande simboleggiava il suo potere, la pietra più piccola la debolezza degli avversari.
La Berta
Sul lato di Santa Maria Maggiore lo sguardo curioso può imbattersi nella testa pietrificata di una signora, la Berta. Circolano varie leggende su questa scultura che spunta dal muro: secondo alcuni la testa risalirebbe al 1326, quando venne posizionata sulla parete a causa dell’astrologo Cecco d’Ascoli, condannato al rogo per aver lanciato una maledizione contro una donna che gli aveva negato dell’acqua impedendogli di salvarsi dal fuoco.
Secondo altre leggende la Berta era una fruttivendola dal cuore generoso. Il busto venne realizzato in suo omaggio perché la donna aveva regalato alla chiesa una campana da utilizzare per avvisare i lavoratori dell’apertura e della chiusura delle porte della città.
Le leggende sul Toro Cornuto del Duomo di Firenze
Sulla fiancata del Duomo di Firenze si può notare la testa di un bovino, situata sulla cima di una colonna portante. Esistono diverse leggende che la riguardano: la prima afferma che fosse un omaggio agli animali da traino utilizzati durante la costruzione del Duomo. Secondo altri la testa del bovino simboleggia un tradimento.
Si narra infatti che un mastro carpentiere che lavorava nella Chiesa avesse una relazione con la donna di un fornaio. Quando quest’ultimo scoprì la relazione, decise di denunciare gli amanti al Tribunale Ecclesiastico, costringendoli a lasciarsi. Il mastro carpentiere, per vendicarsi, realizzò una testa di toro per ricordare al fornaio, che passava di lì ogni giorno, di essere comunque un cornuto.
Laura De Rosa