Eurostat è l’ufficio statistico dell’Unione Europea la cui missioni è darci statistiche di alta qualità su ogni sorta di argomento. Siamo andati a vedere quelle sulla LETTURA.
Si sa bene che in Italia si legga poco, ma chi in particolare sta leggendo pochissimo?
Le persone sopra i 55 anni…
Solo un over 55 su due ha dichiarato di aver letto ALMENO un LIBRO negli ultimi dodici mesi.
Fanno peggio di noi solo i greci, i portoghesi e i rumeni, fanalino di cosa in Europa.
Non che i ventenni italiani facciano molto meglio, nè i trentenni, ma almeno qualcosa in più sembrano leggere.
Quando poi dividiamo i dati tra donne e uomini, scopriamo che a fare un po’ meglio sono le donne, e questo dato è comune a tutti i paesi della comunità europea.
Inoltre, più la gente ha letto in passato, e più legge anche da anziana. Più ha già mostrato curiosità intellettuale da giovane, e più continua a mostrarne negli anni. Più ha studiato, e più legge anche dopo aver lasciato scuole o università.
Circa una persona su dieci in Italia dichiara di aver letto dai cinque ai nove libri in un anno solare. Chi ne ha letti più di 10 si conta sulle dita di una mano.
Sono numeri preoccupanti e non a caso molte librerie stanno chiudendo, insieme a molte piccole case editrici.
Non è però così tragica la situazione. La Federazione degli editori europei (Federation of European Publishers) ha rilasciato da poco un aggiornamento sulla situazione del continente. La situazione è fantastica, quando si guarda in generale al resto del mondo. Le migliori case editrici sono quasi tutte europee, il livello di qualità è altissimo e anche tutte le principali fiere dell’editoria sono europee. Certo, l’espansione rapida del mercato degli ebook ha dato filo da torcere a chi pubblica carta stampata, ma – dice la Federazione – la crisi in questo settore non è stata affatto pesante come quella anticipata.
La gente ama ancora leggere libri che può toccare, annusare, sfogliare.
Al 2016, la fetta coperta dagli ebook in Italia è solo dell’11% della torta totale dei libri venduti in media.
In altre nazioni è ancora meno.
La gente preferisce sempre di più comprare i libri on-line, dove la scelta è maggiore, si possono trovare anche di seconda mano, sprecando poco tempo per il pagamento.
Ma che li comprino online o in libreria, il problema è che in Italia la metà dei cinquantenni maschi non fa nè l’una, nè l’altra cosa. Non legge libri e basta.
E purtroppo non è un problema solo per librerie e case editrici. Purtroppo l’Italia è una delle regioni del mondo con l’incidenza maggiore di Alzheimer e demenza senile.
Come spiega l’Istituto americano sulla Vecchiaia (NIH):
“l’evidenza scientifica suggerisce che le attività intellettuali, come la lettura, hanno benefici cognitivi“.
Per esempio, un grande studio che ha seguito per anni 700 persone anziane religiose (preti, suore ecc.), prendendo nota del loro livello di attività mentale, tra cui la loro propensione alla lettura ecc., ha concluso dicendo che il famoso detto “o lo usi o lo perdi” (use it or lose it) vale anche per il cervello.
Negli anni infatti, 111 di loro hanno sviluppato Alzheimer.
La frequenza delle loro attività mentali, tra cui la lettura, era legata al rischio di essere finiti in questo gruppo poco invidiabile.
In media, conclude lo studio, paragonando i religiosi con l’attività mentale inferiore a quelli con la maggior frequenza di attività cerebralmente stimolanti, questi ultimi avevano un rischio di quasi il 50% inferiore di essere tra coloro ammalatisi di Alzheimer.
Anche in un altro studio si è visto che le persone di mezza età che leggono abitualmente (o che giocano a scacchi o altri giochi stimolanti) hanno una probabilità di quasi tre volte inferiore di sviluppare Alzheimer, rispetto a chi non legge e non è stimolato mentalmente (Guardare la televisione invece non aiutava).
Quando leggiamo infatti, il nostro cervello deve integrare varie abilità, collegare le parole a quelle in memoria, per riconoscerle, le frasi precedenti a quelle che si aspetterà dopo, e continuare a memorizzare via via quello che legge. Un processo impegnativo e stimolante. Addirittura si è capito che vedendo leggere le persone anziane si può analizzare il movimento dei loro occhi, mentre seguono le parole sulla pagina, per diagnosticare i casi più leggeri/precoci di Alzheimer.
Certo, non è ancora chiaro se la poca predisposizione alla lettura a una certa età sia già un precoce indice di futura disabilità o se ne sia invece la causa – spiegano gli esperti – ma nel dubbio, se vogliamo proteggere la salute mentale dei nostri papà, mariti e nonni, perchè non regaliamo loro un libro alla prossima occasione?
Il costo è ridotto e la scelta… infinita.
Aida Vittoria Eltanin, autrice del libro “La Salute di Eva”