Brutto vizio quello della sigaretta, e pur conoscendo gli effetti dannosi del fumo non riusciamo a farne a meno.
Il mercato è fiorente e non conosce crisi, anzi cresce e non ha intenzione di mollare, e noi, deboli e stressati dall’insopportabile routine quotidiana, non vogliamo fare a meno del nostro vizio, ce lo concediamo senza sensi di colpa.
Quindi dopo ogni pasto, bevuto un caffè, terminato un lavoro o sorseggiando una bevanda, è sempre presente qualche sigaretta indispensabile per rendere ancora più piacevoli questi momenti.
Mettiamoci nei panni di chi non vuole dire di no a questa tentazione e pensiamo che già la vita spesso ci obbliga a rinunciare a qualcosa, a sacrificarci per qualcos’altro, ad impegnarci duramente per superare tanti ostacoli, e allora il fatto di lasciarsi dominare un po’ da qualcosa che, pur essendo nociva, regala un pizzico di sollievo, non sembra poi così grave.
Molto grave invece è quello che sta dietro tutto questo, la storia del prodotto finito e impacchettato.
I produttori di sigarette sono tanti, ma due in particolare sono considerati i giganti di questo mercato e hanno un obiettivo, rendere sempre più buone le loro sigarette commerciate in tutto il mondo.
La bontà di queste sigarette è dovuta agli additivi aggiunti al prodotto che ne arricchiscono le caratteristiche, il sapore e il retrogusto.
Gli additivi sono però spesso dannosi e nel complesso potrebbero provocare gravi problemi ai fumatori se in quantità troppo elevate.
Questo significa che i produttori di sigarette sono costretti a testare i loro prodotti per quantificarne i danni e decidere se modificarne la composizione o se, perfette, possono essere lanciate sul mercato.
E come possiamo ben immaginare, a subire questi test sono proprio gli animali: cani, gatti, scimmie e qualsiasi altro essere, l’importante è che respiri, si ritrovano immobilizzati dentro contenitori collegati a tubi che, infilati in gola o nel naso, li costringono ad inalare fumo continuamente fino all’avvelenamento.
Tanti paesi hanno vietato i test sugli animali perché ritenuti inutili, e in effetti la sigaretta è dannosa a prescindere dagli additivi aggiunti ed è ridicolo volerne quantificare il danno intossicando animali di ogni genere.
Ma ancora in troppi luoghi i test sono attivi e legali, e ad esempio in America si trovano i più grandi laboratori appartenenti ai produttori di sigarette o indipendenti e finanziati da questi, all’interno dei quali gli animali diventato vittime di un nostro vizio, vittime dei nostri problemi perché il vizio è lo sfogo delle nostre frustrazioni, sintomo di insicurezza e ansia e una cosa così tanto umana non dovrebbe riguardare nessun cane o gatto o roditore.
E noi che abbiamo fatto del cane il nostro migliore amico non potremmo mai immaginarlo con un buco in gola nel quale è attaccata una macchina che sputa fumo in modo che possa esserci comunicato poi, con una scritta sul pacco di sigarette, che “Il fumo uccide”.
Piuttosto assumiamoci le nostre responsabilità e risolviamo con i nostri mezzi i nostri problemi da esseri umani chiedendo con questa PETIZIONE ai più grandi produttori di sigarette di risparmiare le vite degli animali.
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