Anni fa ero convinta che l’amore non potesse esistere senza gelosia. Avendo uno spirito tragico-romantico ho sempre avuto un’idea contorta dell’amore, passionale e dolorosa. A quel tempo mi capitò sott’occhio una citazione di Carl Gustav Jung riguardante la gelosia, in cui lo psicoanalista la descriveva come antitetica all’amore. Ne rimasi colpita ma anche infastidita.
Sono trascorsi anni da allora ma non ho dimenticato le parole di Jung e oggi le trovo veritiere. Perché la gelosia e tutto ciò che, in amore, ha a che fare con la possessione dell’altro ha ben poco a che vedere con questo sfaccettato sentimento. Che non è facile da gestire, non è tutto rose e fiori, ma sicuramente è ben lontano dalla prigionia.
Gli amori impossibili servono a poco
Di cosa sia l’amore ne parla in modo sublime Igor Sibaldi, il quale afferma che c’è molta confusione sul significato di questo termine, utilizzato per indicare troppe cose e, quindi, equivocato. Per Sibaldi “l’amore mette in moto energie potenti e spaventose” e rappresenta, da millenni, uno strumento di conoscenza di se stessi. Quando però ci si innamora di una persona che non corrisponde il nostro sentimento, il famoso amore impossibile, in realtà non si tratta di amore. “E’ facilissimo“, afferma Sibaldi, “trovare un amore impossibile. La cosa più facile in amore è trasformare l’amore in uno strumento di sofferenza. Trovo una persona che non mi ama e soffro terribilmente e intanto che vantaggio ho?” A quanto pare il vantaggio di non metterci in gioco per evitare che quelle energie potenti e spaventose attivate dall’Amore ci consentano di scoprire chi siamo al di là delle apparenze. Quindi un amore infelice è un sintomo della paura di essere se stessi e la ricerca di partner sbagliati è un’incapacità di inoltrarsi nella propria foresta interiore per timore di vederla, viverla, affrontarla.
L’amore secondo Carl Gustav Jung
“Io cerco la persona che sia capace di amare l’altro senza per questo punirlo, senza renderlo prigioniero o dissuaderlo; cerco questa persona del futuro che sappia realizzare un amore indipendente dai vantaggi o svantaggi sociali, affinché l’amore sia sempre fine a se stesso e non solo il mezzo in vista di uno scopo“, dichiara Carl Gustav Jung a Sabina Spielrein nelle Lettere del Diario di una segreta simmetria. L’amore, quindi, che non punisce, che non rende prigionieri, come accade spesso nelle relazioni basate sul possesso, in cui si confondono i piani, i sentimenti, le emozioni a causa, talvolta, di dipendenze affettive reciproche, perché anche la vittima svolge un suo ruolo nel preservare lo squilibrio relazionale o meglio, l’assurdo equilibrio.
Amore, innamoramento e libertà
Sappiamo in via generale che l’innamoramento non coincide con l’amore. Si legge ovunque che le due cose sono distinte sebbene il primo possa sfociare nel secondo. Tuttavia perché questo accada è necessario passare a uno step successivo. Personalmente dubito delle teorie che tentano di incatenare l’amore entro parametri rigidi, penso che sia uno dei misteri più affascinanti e in quanto tale, sia davvero difficile offrire spiegazioni valide per tutti, allo stesso modo. Certo è che la concezione romantica dell’amore, cui siamo abituati, ne glorifica soprattutto l’aspetto spontaneo, quello tipico dell’innamoramento, confondendolo con l’amore. Quando l’innamoramento si chiude in se stesso, non sfocia in amore perché quest’ultimo, per esistere e durare, ha bisogno di impegno. Dice Francesco Botturi nell’articolo “Innamoramento e amore” pubblicato su filosofico.org: “L’innamoramento è un’assegnazione, meglio un trovarsi assegnati a un ideale di felicità. L’amore invece non è un accadimento involontario, bensì è il frutto di un lavoro, con tutto ciò che questo termine significa. Un lavoro, infatti, implica consapevole investimento di risorse e trasformazione produttiva del dato di partenza… per questo l’amore è come l’istituzione di una ’impresa cooperativa’ o di una ‘società per azioni’, fortemente interessate al fatto che la sinergia dia luogo ad un arricchimento comune.”
Un’idea che cozza con la nostra visione dell’amore, fondamentalmente immatura. Perché pensare che l’amore implichi sforzo, costruzione, impegno sembra quasi un tradire la sua purezza e spontaneità per non parlare dell’entusiasmo iniziale, che si spegne. L’amore romantico non dura senza l’elemento passionale, tipico dei primi tempi. Quando quest’ultimo si esaurisce, anch’esso si esaurisce. E il passo successivo, quello della costruzione, non arriva mai. Ma se ci pensiamo bene, l’idea di lavorare per l’amore non è poi così negativa: pensiamo all’amore per un figlio, che pur essendo cosa diversa, implica un lavoro che ha a che fare con il dare e che appaga perché attiva in noi la capacità di donarci all’altro.
L’amore in definitiva è liberta di amare il partner e rispettarlo come altro da sè, ma non è forse così spontaneo come tendiamo a credere. In fondo anche la libertà va conquistata ed implica sforzo. E per voi cos’è l’amore?
Laura De Rosa
yinyangtherapy.it