Tradotto in oltre 220 lingue e dialetti, stampato in milioni di copie, Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupèry ((Lione, 29 giugno 1900 – mar Mediterraneo, presso l’Île de Riou, 31 luglio 1944), pubblicato per la prima volta nel 1943 in lingua inglese, è uno dei libri più letti al mondo.
Il protagonista si è trasformato in un vero e proprio simbolo, emblema della solidarietà, dell’amicizia, della giustizia. Un racconto per bambini che parla anche agli adulti. E pensare che l’autore, essendo anche un aviatore, lo scrisse poco prima di morire nell’ultimo volo della sua vita, lasciando dette queste parole:
“Sotto la minaccia della guerra, sono più nudo e più spoglio che mai. Assolutamente puro. L’altro giorno mi hanno sorpreso due caccia. Sono fuggito appena in tempo… Ma che solitudine spirituale. Se verrò abbattuto, non rimpiangerò assolutamente niente. Il termitaio futuro mi spaventa. Io, io ero fatto per essere un giardiniere”.
Una favola senza tempo, una storia che parla di amore, di amicizia, ma soprattutto del significato autentico della vita, di quell’“essenziale” che è “invisibile agli occhi”.
Come nasce il Piccolo Principe
Le fonti sulla genesi del Piccolo Principe sono incerte: secondo alcune sarebbe nato per caso mentre Saint-Exupéry, a cena con l’editore Eugene Reynal, disegnò la silhouette del famoso protagonista. L’editore, entusiasta, gli propose di scriverci un libro. Secondo altre fonti già da anni l’autore pensava a una favola incentrata sulla storia di un bambino, forse ispirato a suo fratello François, soprannominato da Saint-Exupéry “il re sole”. Altre fonti suggeriscono che l’ispirazione fosse giunta dalla Sirenetta di Andersen, letta dall’amica Annabelle mentre Saint-Exupeéry era inchiodato su un letto d’ospedale. Al rientro a casa Annabelle continuò ad andare a trovarlo e in quel piccolo appartamento sarebbero nate fantasticherie di ogni genere. Il racconto venne dedicato all’amico dell’autore, Léon Werth.
Qualunque sia l’origine una cosa è certa: il Piccolo Principe nasce da un’intuizione, un’illuminazione improvvisa che lo scrittore coglie e decide di trasformare in parola. L’autore, per i suoi disegni, si lascia ispirare da individui e animali in carne ed ossa fra cui si annoverano il figlio del filosofo De Konnick e il boxer di Sylvia Reinhardt. La stesura dura un’estate e una parte dell’autunno finché, nel 1942, il libro è pronto, consegnato all’editore Eugene Reynal.
Viene pubblicato il 6 aprile 1943, mentre Saint-Exupéry si unisce alle Forze francesi in Algeria. La prima edizione francese risale al 1946.
Lo scrittore francese ha scritto diversi racconti inerenti ai primi voli aerei.
La perfezione si raggiunge non quando non c’è più niente da aggiungere, ma quando non vi è più niente da togliere.
Scritto tratto da “Terra degli uomini” di Antoine de Saint-Exupèry
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Il significato del Piccolo Principe
Il Piccolo Principe non è una favola qualunque ed è il suo aspetto filosofico a sedurre gli adulti. Piccole perle di saggezza spuntano un po’ ovunque inducendo una riflessione sul senso della vita e sul valore dell’amicizia e dell’amore. “L’essenziale è invisibile agli occhi”, suggerisce la volpe, come a dire che bisogna spingersi oltre le apparenze per “vedere” davvero. E’ lo spirito, guidato dal cuore, a creare legami e a scoprire incredibili connessioni. E lo spirito può fare a meno della materia, simboleggiata nel libro dalla corteccia del protagonista, che viene abbandonata senza rimpianto. Il ritrovamento della rosa richiede un sacrificio, la perdita del corpo avvelenato dal serpente.
Il viaggio del Piccolo Principe dura 1 anno prima che egli comprenda cosa prova per la rosa, che inizialmente definisce un po’ scorbutica. Lo spirito, invisibile agli occhi, è simboleggiato dallo sforzo di addomesticare, ovvero di creare legami. Secondo Adam Gopnik il testo parla di una storia di guerra in cui
“le emozioni centrali del conflitto, l’isolamento, la paura e l’incertezza , sono alleviate solo da pensieri e da parole di amore”.
In effetti l’autore scrisse il Piccolo Principe in uno scenario di guerra, che emergerebbe a detta di Gopnik tra le righe del libro, laddove Saint-Exupéry sembra mostrare un profondo senso di confusione e smarrimento a causa di ciò che è costretto a vedere e vivere quotidianamente.
La rosa secondo Gopnik, unico amore del protagonista, simboleggia la moglie dell’autore, che fu anche il suo solo amore.
Attraverso i consigli della volpe, “se vuoi un amico addomesticami”, il Piccolo Principe impara a capire i sentimenti che prova per la rosa. Solo attraverso lo spirito riesce a percepire la singolarità delle persone perché l’essenziale è invisibile agli occhi.
Eccovi le citazioni più belle del libro:
“È il tempo che hai perduto per la tua rosa che ha reso la tua rosa così importante”.
“Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi, alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell’ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore… Ci vogliono i riti”
“Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comperano dai mercati le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno amici. Se tu vuoi un amico, addomesticami!”.
“La mia vita è monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me. Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio perciò. Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sarà come illuminata. Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi faranno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica”.
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