Annamaria Manzoni è psicologa, psicoterapeuta e grafoanalista. Ha deciso di scrivere questa denuncia nei confronti dello sfruttamento animale analizzando gli aspetti psicologici umani.
Il titolo di questo libro ricorda la celeberrima frase di Martin Luter King in merito alla liberazione degli schiavi neri: come quest’ultimi sono stati oggetto di crudeltà e violenza anche gli animali tutt’oggi subiscono maltrattamenti e sfruttamenti. La popolazione nera è stata liberata dalla sua condizione di inferiorità, Annamaria spera che ciò possa accadere anche per il mondo animale.
La scrittrice analizza la relazione esistente tra uomo e animale: il più delle volte è un legame impari dove a comandare è l’uomo e l’animale perde addirittura la sua natura per diventare cosa. Ed è grazie a questa trasformazione (da animale a cosa) che scaturiscono le varie barbarie sugli animali: violenze, maltrattamenti, uccisioni… e spesso queste azioni vengono addirittura normalizzate dall’uomo! Basti pensare a tutto il processo di macellazione o di produzione di latte e latticini: la sofferenza animale passa in secondo piano, il più delle volte non viene nemmeno considerata!
La Manzoni riesce a spiegare molto bene i meccanismi mentali attuati dall’uomo in queste circostanze!
E’ fondamentale poi la sua riflessione riguardo i così detti animali da compagnia: chi decide quali sono gli animali di serie A e quelli di serie B? Ed i primi (cani e gatti per esempio) non vengono trattati in modo eccessivamente benevolo? come siamo arrivati a ciò?
Insomma questo di Annamaria è un libro da leggere, unico del suo genere, illuminante per comprendere l’assurdità umana…
“Non pietà ma giustizia è dovuta agli animali”