Le parole hanno il potere di distruggere, di annientare e di allontanare ma possono essere usate anche per liberare, per costruire, per avvicinare. Oggi vogliamo parlarvi di questo secondo potere della parola.
Le parole hanno il potere di distruggere e di creare. Quando le parole sono sincere e gentili possono cambiare il mondo.
(Buddha)
Grazie a Igor Sibaldi, scrittore e saggista italiano, siamo venuti a conoscenza della benedizione che erano soliti fare i genitori ebrei antichi ai figli. I padri e le madri ebree dovevano fare questa benedizione prima di morire e vi consigliamo caldamente di farla anche voi ai vostri figli perché, come dice anche Sibaldi, è un momento bellissimo, utilissimo ed emozionatissimo che può sanare vecchie ferite e aprire vie di comunicazione mai pensate.
Non serve che siate in punto di morte per fare questa benedizione, ma aspettate che i vostri figli siano adolescenti o adulti, aspettate un momento di calma e di silenzio ed aprite il vostro cuore.
Le parole possono essere proiettili, ma possono anche essere squadre di soccorso.
(Jón Kalman Stefánsson)
Perché benedire i propri figli?
L’abitudine di benedire i propri figli si ritrova anche nella Genesi, nella storia di Isacco e dei suoi figli Esaù e Giacobbe. Gli Israeliti, come altri popoli antichi, erano convinti che la benedizione data sul letto di morte influisse sia sul destino sia sul carattere di chi la riceveva. E in un certo senso è proprio così perché aprire il proprio cuore mediante parole così dense di significato e di emozione è un atto che sicuramente farà cambiare la persona che abbiamo di fronte, il suo sentire, il suo vivere.
Questa la benedizione ebraica secondo le parole di Sibaldi:
“Caro figliolo, devo dirti che per me è stata una gioia straordinaria il fatto di essere tua madre/tuo padre, una gioia enorme, talmente grande che mi ha fatto paura. E per questo tante volte non siamo andati d’accordo, proprio perché io avevo paura di questa immensa gioia. Tu sei stata una persona così luminosa e importante fin dal primo istante – e lo sarai sempre – che devi sapere che qualsiasi cosa ti capiti nella vita tu avrai la mia energia accanto a te, sempre. Se le cose andranno male io sarò lì per darti energia, se andranno bene io sarò lì per aumentare quell’energia.”
Dopo aver pronunciato queste parole liberate vostro figlio, lo lasciate libero di percorrere la sua strada senza sensi di colpa, senza trattenerlo. E nello stesso momento lasciate andare il vostro ruolo genitoriale, ritornate ad essere solo voi stessi. Sarete sempre mamme o papà ma il vostro compito è compiuto, lo sarete in maniera più leggera, vi mostrerete come persone con la propria individualità e non con un ruolo da svolgere. Ed i vostri figli, conoscendo questa parte di voi, forse sconosciuta fino a quel momento, non potranno che gioirne e riconoscere i grandi doni che avete fatto loro: la vita prima e la libertà dopo.
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