Barry Commoner, all’età di 95 anni, ha lasciato questo mondo a cui tanto teneva, il fondatore dell’ecologia moderna, Barry Commoner, è morto a New York il 1° ottobre. Lui era un biologo americano considerato uno dei pionieri del movimenti ambientalista e fu uno dei primi ad occuparsi dei possibili danni provocati dal fallout radioattivo, detto anche ritenuta radioattiva. Ovvero il materiale che viene coinvolto in un’esplosione radioattiva e che, contaminato, ricade a terra sotto forma di pulviscolo e cenere.
Commoner dopo il secondo dopo-guerra è stato il leader di una generazione formata da scienziati-attivisti, che vedeva nel boom economico americano anche conseguenze nocive per l’ambiente e per le persone.
Barry Commoner fu uno dei primi a smuovere il dibattito negli Stati Uniti sul diritto dell’opinione pubblica di comprendere i rischi e prendere decisioni in materia di ambiente.
Alla fine del 1950 iniziò uno studio sui denti da latte che portò il governo ad interrompere i test nucleari che erano in corso in quegli anni. Tutto questo grazie all’influenza dell’opinione pubblica, che valutò i test fatti e i risultati ottenuti dallo scienziato, attraverso la valutazione dei livelli di stronzio-90 nei denti dei neonati fu evidenziato che i bambini stavano assorbendo il fallout radioattivo delle bombe nucleari.
Il suo lavoro sugli effetti globali del fallout radioattivo contribuirono all’adozione del Trattato per il bando degli esperimenti nucleari del 1963.
Nel 1970 il Time gli dedicò una copertina definendolo “Il Paul Revere dell’ecologia”.
Negli anni ha scritto numerosi libri tra cui “Fare pace con il Pianeta” e “Scienza e sopravvivenza”, ma il suo volume più famoso è il “Cerchio da chiudere” nel quale aveva indicato le quattro leggi dell’ecologia: ”Ogni cosa e connessa con ogni altra; ogni cosa deve finire da qualche parte; la natura è l’unica a sapere il fatto suo; non si distribuiscono pasti gratuiti”, nel senso che le risorse della Terra sono limitate e bisogna contenere gli sprechi.
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Negli anni ha scritto numerosi libri tra cui “Fare pace con il Pianeta” e “Scienza e sopravvivenza”, ma il suo volume più famoso è il “Cerchio da chiudere” nel quale aveva indicato le quattro leggi dell’ecologia: ”Ogni cosa e connessa con ogni altra; ogni cosa deve finire da qualche parte; la natura è l’unica a sapere il fatto suo; non si distribuiscono pasti gratuiti”, nel senso che le risorse della Terra sono limitate e bisogna contenere gli sprechi.
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