“Coltiviamo il nostro piccolo orto non solo per la speranza di poterne ricavare dei frutti un domani, ma soprattutto per il piacere che tale cura e tale speranza ci procurano oggi.”
Giovanni Soriano, Finché c’è vita non c’è speranza, 2010
Avere un orto da curare e da far prosperare è un modo meraviglioso per prendersi cura della propria anima. Che l’orto sia piccolo o immenso poco importa, può bastare anche solo una piantina in un vaso per far vibrare le corde del nostro sentire: quanto ne abbiamo bisogno!!!
Chi dice di non aver il pollice verde o che qualsiasi piantina finita nelle proprie mani è morta dopo poco sta dicendo tanto del suo modo di vivere: prendersi cura di un orto o di un fiore è come prendersi cura di sé stessi, è lo specchio di come affrontiamo la vita, di come utilizziamo il nostro tempo e le nostre energie.
C’è un famoso detto zen che dice più o meno così “quando entri in una casa osserva se ci sono piante, se sono assetate o meno, se sprigionano vita o no e comprenderai subito l’energia che si respira in quella casa”.
Niente di più vero!
Se infatti abbiamo la voglia, il tempo e le energie di curare e far crescere un orto, un fiore, una piantina vuol dire che siamo padroni del nostro tempo e che lo utilizziamo per dedicarci a qualcosa di molto profondo e importante: il contatto con la terra! Nei gesti di cura, di attesa, di sorpresa che accompagnano l’accudimento di un orto vi è un ritorno alle nostre origini, un legame che si rinnova con la natura, l’esigenza di fuggire da ciò che è superfluo per rigettarsi con urgenza a ricercare i nostri istinti, le nostre verità, il nostro essere uomo.
Ogni giorno insieme ai miei bambini dedichiamo almeno un’ora alla cura del nostro piccolo piccolissimo orto magico. Come dei veri scienziati ed esploratori abbiamo provato a piantare in piccoli vasi semi di un pompelmo appena mangiato oppure gli scarti di un dattero o ancora i semi di papavero usati per impastare il pane: attendere ogni giorno e vedere spuntare il germoglio di quel seme è una bella lezione di vita, per grandi e piccini! Giorno dopo giorno piantine di pomodori, di melanzane, di zucchine, di fagioli, di piselli e tante altre ancora stanno crescendo e popolano il nostro piccolo orto educativo che ha trovato il suo spazio in vasi e vasetti sparsi un po’ ovunque e anche direttamente nella terra. Abbiamo piantato anche tre piccoli alberi ed è incredibile vedere come i bambini riescano a coglierne l’essenza, a considerarli presenze vive dotate di una loro solida entità, a sentirli come parti di loro stessi, della loro famiglia e del mondo.
Ogni giorno nel nostro piccolo angolo incantato togliamo le foglie secche dagli alberi, abbeveriamo piantina dopo piantina guardandole attentamente una per una e parliamo con loro per farle crescere più amate e considerate, valutiamo lo stato dei frutti sugli alberi e ci deliziamo di quelli già maturi ringraziando la pianta per averceli donati, passiamo tantissimo tempo ad annusare, anche ad occhi chiusi, le foglie delle tante erbe aromatiche e le cogliamo per fare acque vitaminiche e sali aromatizzati.
Quando ci dedichiamo all’orto è come se entrassimo in un mondo parallelo dove regna il silenzio, la concentrazione, la pura meditazione, la tranquillità, la curiosità, il benessere…
Avere un orto è come meditare: esercitiamo inconsapevolmente la concentrazione, rilassiamo la mente e il corpo, siamo attivi, creativi e positivi, ci aiuta a sciogliere tensioni, a far galoppare idee, a vivere nella delicatezza. Chi ha un orto tutto questo lo sperimenta ogni giorno e quando mangerà i frutti del proprio lavoro si nutrirà anche di tutto questo amore per la vita!
Ecco perché è fondamentale dedicare una parte della propria giornata alla cura della natura: basta davvero poco per ritrovare un legame ancestrale perso nei meandri della quotidianità frenetica, è un atto terapeutico che fa bene a noi, a chi ci sta vicino e al mondo intero!
Elena Bernabè