Nell’incubo senti che hai smarrito il codice della vita,
che hai demolito il nucleo della sicurezza,
che stai precipitando nel vuoto.
E chiedi soltanto una cosa: di essere risparmiato.
(Fabrizio Caramagna)
Gli incubi popolano le notti di tutti noi, chi più chi meno, e com’è noto suscitano paura, rabbia, terrore, tristezza, tanto da indurre, nella maggior parte dei casi, un brusco risveglio. Il fatto è che spesso non ci soffermiamo affatto sulla simbologia che l’incubo porta con sé, limitandoci a rasserenarci per lo scampato pericolo. “Meno male, era solo un sogno!” pensiamo, sottovalutando il messaggio onirico che l’incubo ci ha lanciato. Perché il “pericolo” di cui l’incubo ci parla non riguarda la vita notturna ma è in relazione con lo stato di veglia. Potrebbero essere emozioni negate che, di notte, emergono per indurci a considerarle. Oppure potrebbero essere situazioni della vita quotidiana che non sosteniamo più e che, nel sogno, tornano a farci visita sotto forma di mostri o situazioni ansiogene. Tutto ciò che accade di notte, quando le nostre difese psichiche sono allentate, ci parla della nostra interiorità più autentica!
Purtroppo siamo abituati a pensare che stato di veglia e sonno siano due cose separate oppure il sogno viene tutt’al più considerato una sorta di ricordo notturno di ciò che è capitato da svegli. Ma in realtà, pur essendo strettamente collegato con la vita diurna, non è una mera rielaborazione degli eventi (non sempre perlomeno), ma uno strumento attraverso il quale possiamo accedere a contenuti inconsci, che normalmente non siamo disposti a considerare. L’incubo stesso, in tale ottica, diventa una sorta di ponte fra conscio ed inconscio.
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Gli incubi secondo la scienza e la psicologia
Si ritiene, secondo le ricerche effettuate sull’argomento, che gli incubi siano diffusi nel 47% della popolazione sebbene solo un 5-8% li sperimenti con regolarità, ad eccezione dei bambini che li hanno più spesso. In questi ultimi possono denotare momenti di ansia piuttosto che disagi psicologici veri e propri se si presentano regolarmente. A quanto pare si manifestano nelle prime ore dell’alba e, visto che causano un brusco risveglio, tendiamo a ricordarli meglio dei sogni normali. Anzi, il ricordo è addirittura vivido, e non è un caso.
Se alcuni studiosi sostengono che dipendano da fattori genetici, in via generale si ritiene che le cause vadano rintracciate in alterazioni del metabolismo dovute a cene pesanti, periodi di stress in cui si dorme poco o male, impiego di antidepressivi o sospensione degli stessi, astinenza da farmaci, droghe, alcol, fasi di passaggio, fattori psicologici di vario genere, apnee del sonno. Cause fisiche a parte, la scienza ufficiale riconosce l’importanza del fattore psicologico, specialmente in chi ha incubi ricorrenti, che infatti possono smascherare stati depressivi, stress eccessivo, ansia. In questi casi gli incubi non si presentano solo poco prima del risveglio ma anche durante la notte o poco dopo l’addormentamento e sono molto frequenti.
Per quanto riguarda Freud, egli considerava gli incubi il risultato di un fallimento in qualche settore esistenziale che emerge nel sogno poiché censurato a livello consapevole:
“Il sogno d’angoscia è spesso lo scoperto appagamento di un desiderio, naturalmente non di un desiderio accettato ma di un desiderio respinto. L’angoscia è l’indizio che il desiderio represso si è dimostrato più forte della censura, che il desiderio ha imposto o era in procinto di imporre il proprio appagamento contro la censura.”
Quindi attraverso l’incubo il sognatore è costretto a confrontarsi con desideri e ricordi rinnegati. Jung approfondisce ulteriormente l’argomento sostenendo che l’insieme di questi pensieri/ricordi/desideri rinnegati vanno a formare la cosiddetta ombra, o lato oscuro. L’ombra si manifesta in vari modi, inclusi sogni ed incubi, personificandosi in personaggi solitamente dello stesso sesso del sognatore, ma dalle caratteristiche spiacevoli. Altrimenti possono essere situazioni percepite come minacciose per la propria identità, che spesso compaiono in sogno in momenti di trasformazione profonda. Gli incubi, in generale, vengono classificati in 3 categorie principali: riproduzioni di traumi passati che, attraverso l’incubo, l’individuo cerca di assimilare/accettare, incubi che parlano di desideri o istinti repressi, incubi di origine fisica, dovuti per esempio a una forte fame.
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A cosa servono gli incubi
Anche chi ha incubi sporadici, in realtà non dovrebbe ignorarne i messaggi. Sebbene in questi casi rientrino nella normalità e, quindi, non indichino necessariamente stati psicologici gravi, possono comunque far luce su aspetti sottovalutati, emozioni represse, situazioni che non digeriamo. In via generale si tratta quindi di manifestazioni di energie rinnegate che, attraverso la paura, attraggono la nostra attenzione in modo tale da indurci a portarle alla luce. Ma perché rinneghiamo alcune parti di noi stessi? Il problema va rintracciato spesso nei modelli con cui ci confrontiamo nel corso della crescita, modelli imposti dalla famiglia o dalla società circostante cui spesso ci adeguiamo forzatamente. Sebbene gli istinti vadano educati, per consentire una convivenza sociale pacifica, non vanno completamente annientati, altrimenti creano frustrazione. Quanto più è rimossa, quanto più di frequente si presenta negli incubi. E non solo. Anche attraverso tic, disturbi, manie, stati depressivi e via dicendo. Ecco perché sottovalutare gli incubi è controproducente, essi sono dei preziosi insegnanti, che ci invitano a riappropriarci di aspetti interiori importanti o perlomeno a riappropriarci di una parte di essi.
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Come cogliere i simboli degli incubi
L’interpretazione degli incubi è simile a quella dei sogni, si parte dall’individuazione dei principali simboli, si rintracciano i significati base e poi si procede con l’analisi vera e propria, tenendo in considerazione anche e soprattutto le emozioni provate durante il sogno. Sebbene i simboli sembrino difficili da decifrare, a volte è più semplice del previsto interpretarli. Pensiamo per esempio alla figura dell’aggressore. Esso indica ovviamente aggressività e quindi potrebbe riferirsi, a seconda del contesto onirico e delle sensazioni provate, a una nostra parte aggressiva rinnegata. Non si può certo riportarla alla luce così com’è perché risulterebbe dannosa ma sotto forma di istinto di sopravvivenza e capacità di autodifesa potrebbe tornare utile, specialmente se siamo persone troppo assertive e incapaci di dire no.
Ciò che è importante è non focalizzarsi unicamente sull’interpretazione dell’incubo ma rimanere desti riguardo al simbolo che ha voluto portarci. Ecco perché è importante prendersi del tempo per “stare” un po’ con quel determinato incubo: dipingendolo, danzandolo, scrivendogli una lettera ecc. Tutto accade per parlare alla nostra interiorità ma spesso non riusciamo a comprendere il linguaggio dell’anima: attuando un atto creativo mettiamo in moto una connessione più profonda che, agendo tramite noi, giunge alla sua funzione comunicativa.
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Scopriamo così allora che l’incubo notturno in realtà è un ponte tra noi e la nostra interiorità, è un cammino faticoso ma necessario per conoscerci meglio, è un alleato della nostra crescita personale.