Lo stretto rapporto fra il nostro corpo fisico ed emozionale costituisce uno dei punti cardine delle discipline olistiche, che puntano a valorizzare l’imprescindibile dipendenza che intercorre fra le situazioni che viviamo, i sentimenti che sperimentiamo e il modo in cui la nostra struttura fisica le somatizza.
Mens sana in corpore sano: uno dei più grandi insegnamenti che giungono dal passato e di cui stiamo imparando a diventare consapevoli. Non solo lo stato di salute specifico di un organo, della pelle, dei capelli; la postura stessa invia segnali evidenti per dare una risposta a due domande fondamentali: come stiamo e, per corrispondenza biunivoca, chi siamo.
Il Rolfing è una disciplina olistica che ha come obiettivo il raggiungimento di questo assioma. La tecnica si sviluppa a partire dagli studi all’avanguardia di Ida Pauline Rolf, medico statunitense che, non accontentandosi della medicina tradizionale, studiò la plasticità dei tessuti connettivi come mezzo di auto-guarigione di mente e corpo in grado di cambiare la “struttura” umana. Ida iniziò i suoi studi attorno agli anni ’40 per giungere nel 1973 a fondare il Rolf Institute of Structural Integration per tramandare l’uso professionale della tecnica.
Come funziona? Il Rolfing è un metodo di consapevolezza corporea che si sviluppa attraverso il tocco di un operatore preparato accademicamente in grado di sciogliere le resistenze del corpo e di fornire una serie di esercizi personalizzati per permettere all’individuo di recuperare, o di trovare, il proprio equilibrio psicofisico. Le sedute previste sono individuali e solitamente sempre 10: un percorso di consapevolezza che attraverso temi specifici e su misura favorisce l’integrazione di ogni aspetto fisico-emozionale della persona. La seduta consiste quindi in una fase “passiva” di massaggio – che, in base alla profondità del blocco può risultare molto intenso – e ad una più “attiva” in cui la persona è chiamata a ripetere gli esercizi consigliati per rieducare il corpo ad una postura sana. Ciò significa permettere all’energia dell’individuo di fluire liberamente e globalmente garantendo lo scioglimento di dolori o patologie che, come ben noto, non sono altro che la manifestazione esterna di un disagio “interno”, intimo ed emozionale.
Nel Rolfing, centrale risulta il ruolo della forza di gravità: si riallinea il corpo in relazione a questa legge che ci permette di stare “con i piedi per terra” nel nostro campo di gravità; in senso lato, consentendo all’individuo di stare nel mondo con centratura, consapevolezza. L’armonia acquisita nel corpo sarà il riflesso di un percorso di riarmonizzazione emotiva, una stabilità conquistata a partire da un’analisi sulla natura di un disagio, sulla zona in cui sono presenti le tensioni o gli irrigidimenti, su come si distribuisce il peso del corpo e via dicendo. Non solo soluzione per dolori articolari e muscolari, quindi problematiche strutturali esistenti, ma possibilità di esplorare e preservare un rinnovato benessere psicofisico.
L’operatore è quindi preparato ad affiancare in modo completo la persona che si sottopone ai trattamenti, da un punto di vista di conoscenza dell’anatomia umana ma anche delle dinamiche psicosomatiche che mettono in relazione corpo-anima. Il Rolfing permette di conoscere meglio se stessi, riconoscendo i “punti deboli” in cui tendono ad incanalarsi le nostre tensioni o scoprendo come proprio quel mal di testa o mal di schiena rispecchi un modo di approcciarsi alle situazioni o la reazione ad un trauma che, una volta visto, è possibile affrontare.
Infatti, uno degli aspetti che maggiormente mi ha colpito nel mio percorso con il Rolfing è stato riconoscere di quante cose la mia postura chiusa mi impedisse di “vedere”. Spalle chiuse, testa inconsapevolmente bassa: metaforicamente, non vedevo molte delle meraviglie che la vita mi offriva. Riconoscerlo, è stato incredibilmente utile. La postura del mio corpo, una volta interpretata, mi ha permesso di diventare consapevole di un modo di pormi che ho potuto modificare e che ha cambiato il mio modo di vivere, essere.
Sperimentare il Rolfing significa dunque aprirsi al cambiamento e alla consapevolezza partendo dalla percezione che l’individuo ha di sé e del mondo che lo circonda, il quale inevitabilmente influenza la nostra evoluzione a livello fisico e mentale. Presi come siamo da uno stile di vita frenetico spesso ci interroghiamo sul nostro stato di salute solamente in presenza di un dolore o di un disagio sottovalutando come il corpo sia invece una fonte inesauribile di conoscenza di sé, per riconoscere i punti in cui la nostra energia si blocca, smette di fluire e trasformarla.
Il nostro corpo ci parla continuamente e il Rolfing è uno dei modi per riabituare o affinare la nostra percezione a saperlo ascoltare, a saperlo guardare, incanalando su di esso un’attenzione costruttiva che permetta di esprimere chi siamo attraverso come siamo.
Di Chiara Pasin