Definiti OBE, Esperienza extracorporea, i viaggi astrali ci permettono di uscire dal corpo e sono un’esperienza più diffusa di quanto si pensi. Sono numerose le persone che sperimentano sensazioni caratteristiche del viaggio astrale senza averne consapevolezza. Io stessa ho conosciuto individui del tutto estranei a queste tematiche che descrivevano esperienze extracorporee incredibili, interrotte bruscamente dalla paura. Sono infatti le emozioni destabilizzanti, poiché sconosciute, a bloccare di frequente l’OBE, specialmente nei principianti o nelle persone che lo vivono in modo spontaneo, senza alcun tipo di preparazione o consapevolezza.
Del viaggio astrale in realtà ne parlano tradizioni diverse, a partire dallo sciamanesimo. Ma anche Platone, Socrate, Plutarco hanno descritto in alcune delle loro opere le esperienze extracorporee. E allo stesso modo alcune religioni, basti pensare alle Upanishad induiste, che ci parlano spesso di viaggi astrali eseguiti dagli iniziati, per non parlare delle varie correnti esoteriche e della stessa New Age, cui si deve la larga diffusione di libri a tema. Ma di fatto cosa sono i viaggi astrali, come funzionano e come indurli?
Cosa sono i viaggi astrali
Il viaggio astrale, anche detto OBE, Out of Body Experience, avviene tramite il corpo astrale, che è immateriale e più sottile a livello energetico rispetto al corpo fisico. Quando il corpo astrale viaggia, a tenerlo unito al fisico è un cordone d’argento, citato spesso nei libri a tema, quale elemento di unione fra anima e corpo.
Quando si viaggia? Dipende, se in alcuni casi l’OBE si presenta durante il sonno in modo più o meno spontaneo, in altri casi può verificarsi in seguito a incidenti, momenti particolari della vita, in meditazione o in stato di trance. L’OBE non va però confuso con le esperienze pre-morte, o NDE, che avvengono solo in situazioni rischiose per la vita di chi ne fa esperienza. Sebbene l’uscita dell’anima dal corpo, accompagnata dalla tipica sensazione di fluttuare sopra al corpo stesso, accomuni le due esperienze.
Ma quando si verifica e perché? Durante il sonno profondo corpo astrale e corpo fisico-eterico combaciano, quando subentra la fase REM il legame tra i due corpi diminuisce e si verifica, in alcuni casi, l’esperienza extracorporea. Sebbene diversi ricercatori sostengano che questo accade più volte nel corso della notte, con il termine viaggio astrale si indicano solitamente solo le esperienze consapevoli.
A cosa serve? Diverse teorie concordano nel sostenere che questa separazione favorisca il recupero di energia eterica o vitale, consumata durante la veglia. Ed è per questo che i viaggi astrali sarebbero più frequenti di quanto crediamo. Molto spesso essi si verificherebbero a partire dai sogni lucidi, sebbene non siano la stessa cosa. Il sogno lucido favorisce semplicemente il distacco grazie alla consapevolezza che lo caratterizza.
Scienza e viaggi astrali
La scienza è scettica ma nel corso del tempo sono stati eseguiti vari esperimenti tesi a dimostrare la veridicità dei viaggi astrali. Tra i più noti quello condotto da Charles Tart, che misurò l’attività cerebrale di una paziente con l’elettroencefalografo. Il ricercatore suggerì alla volontaria di uscire dal corpo una volta addormentata e di leggere l’orario riportato su un orologio collocato a distanza e un numero scritto su un biglietto. La volontaria riuscì nell’intento e l’elettroencefalografo mostrò un andamento irregolare corrispondente alla fase di uscita extracorporea. Purtroppo la ricerca non venne ulteriormente approfondita rimanendo in sospeso. Ciò nonostante molti studiosi hanno continuato a investigare il curioso fenomeno, nel tentativo di capire se effettivamente il corpo astrale possa viaggiare al di fuori del corpo fisico. A soffermarsi sull’argomento anche la psicologa Susan Blackmore, che cercò di stimolare i viaggi astrali tramite la meditazione e sostanze psicotrope, pervenendo alla conclusione che essi fossero sogni lucidi particolarmente vividi.
OBE e paralisi del sogno
Molto spesso, quando si parla di OBE, vengono citate le cosiddette paralisi del sonno, che determinano immobilità del corpo nonostante ci si senta svegli. In queste fasi capita spesso di avere allucinazioni che, secondo la scienza ufficiale, sarebbero determinate da un eccessivo prolungamento della fase REM, quella dei sogni. Durante le paralisi molte persone affermano di aver sperimentato viaggi astrali, uscendo dal proprio corpo. Secondo lo sciamanesimo e altre tradizioni spirituali queste allucinazioni non sarebbero irreali, bensì reali in un altro piano di coscienza. Perché escluderlo a priori?
Sintomi del viaggio astrale
Ognuno di noi vive esperienze extracorporee diverse ma si possono individuare, a grandi linee, alcuni sintomi caratteristici. Fra questi, come suggerisce l’esperto di viaggi astrali William Buhlman, la sensazione tipica del dormiveglia di cadere nel vuoto, seguita da un risveglio brusco. In alcuni casi, e lo affermo per esperienza personale, può accadere di sentirsi risucchiati da una forza invisibile, una sensazione leggermente diversa dalla caduta nel vuoto ma altrettanto intensa. Tutto sta, in quei momenti, nello scegliere se proseguire o intimoriti da tali sensazioni, tirarsi indietro. Capita spesso perché l’emozione è forte così come la paura di allontanarsi da se stessi. Ma è proprio lasciandosi andare che è possibile fare il passo successivo. Altri sintomi caratteristici le vibrazioni lungo il corpo e la paralisi corporea.
Come fare un viaggio astrale
Le tecniche consigliate per indurre l’OBE sono davvero innumerevoli e per quanto utili, ed efficaci secondo chi le ha sperimentate, credo che ognuno di noi debba individuare il proprio metodo, che potrebbe per esempio conciliare tecniche diverse o rivisitarle in modo inconsueto. A ogni modo, solitamente viene consigliato di sdraiarsi a letto, rilassarsi completamente evitando però l’addormentamento della mente. Per evitarlo c’è chi suggerisce la tecnica della ripetizione, che consiste nel ripetere delle frasi mirate, per esempio “ora faccio un viaggio astrale”, “adesso esco dal corpo” e via dicendo. In alternativa, e personalmente la preferisco, esiste la tecnica del suono che consiste nel porre l’attenzione sul rumore che tutti noi possiamo udire nel completo silenzio, concentrandoci per aumentarne progressivamente l’intensità. E’ un rumore difficile da descrivere perché probabilmente varia leggermente da persona a persona. In ogni caso credo che lo scoglio più duro, per chi intende sperimentare l’OBE, sia proprio la paura iniziale che può essere superata pian piano, prendendo consapevolezza di quello che accade, e imparando a lasciarsi progressivamente andare.
Pur essendo affascinata da anni dai viaggi astrali e pur avendoli sperimentati più volte, un tempo in modo inconsapevole, ho compreso che è fondamentale non opporre resistenza alla forza che sembra risucchiarci o al vuoto in cui crediamo di precipitare. Se superiamo questo timore, l’esperienza avrà luogo e pian piano si presenteranno altre occasioni, sempre più vivide e consapevoli.
Laura De Rosa