In questi giorni possiamo apprezzare il risveglio della natura che si mostra a noi attraverso il canto degli uccelli e i tappetti erbosi si ricoprono di margherite, tarassaco e myosotis, trasformando la natura intorno a noi in una gioiosa tavolozza di colori degna di un pittore impressionista. Il 20 marzo 2024 (data ufficiale nel calendario civile) daremo il benvenuto ufficiale all’inizio della primavera astronomica nel nostro emisfero.
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Equinozio di primavera: riscoprire i ritmi della natura
“Equinozio” è una parola di derivazione latina: aequa nox significa “uguale alla notte”, per indicare un tempo di perfetto equilibrio tra giorno e notte, che si verifica due volte all’anno: l’equinozio di primavera coincide con l’entrata del Sole nel segno dell’Ariete il 20 marzo mentre l’equinozio d’autunno indica invece la sua entrata nel segno della Bilancia, intorno al 23 settembre, giorno in cui il moto di rotazione dell’asse terrestre si trova perpendicolare alla direzione dei raggi solari cosicché in ogni punto sulla superficie della Terra abbia uguale durata diurna che notturna.
Gli equinozio di primavera e d’autunno sono quindi, assieme al solstizio d’estate e quello d’inverno, i pilastri temporali che segnano l’inizio delle nostre stagioni. Entrambi gli equinozi ci invitano a fare tesoro di una lezione importante dentro di noi, quella dell’equilibrio tra luce e ombra, giorno e notte. In effetti, questo momento di perfetta armonia tra gli opposti ci esorta ad accogliere in noi la realtà oltre la dualità, a comprendere il dono dell’unione degli opposti che genera la vita. Ma mentre l’autunno porta ad un ripiego dell’energia vitale, la primavera si muove con esuberanza, facendo esplodere i colori e i profumi nella natura, segnando di fatto un nuovo inizio, una rinascita celebrata sin dall’antichità e raffigurata spesso dall’immagine dell’uovo, divenuto poi simbolo della Pasqua.
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Dagli antichi riti misterici…
Nell’Antica Roma si celebravano antiche feste pagane dell’equinozio di primavera tra cui l’Aequinoctium Vernum e il ritorno di Core, o Proserpina, tra le braccia della madre Cerere, dea della vegetazione e antico archetipo della Dea Madre, chiamata Demetra nel mito greco all’origine dei Misteri Eleusini, che insegnavano agli Iniziati la conoscenza della vita dopo la morte sulla base dei ritmi della natura: la primavera che succedeva sempre all’inverno indicava la rinascita, la rigenerazione, la vittoria della vita sulla morte.
Durante i Piccoli Misteri di primavera che celebravano il ritorno di Core-Proserpina, i partecipanti si purificavano ritualmente in un fiume prima di assistere al rituale religioso durante il quale urlavano: “Piove e concepisci!” rivolto al cielo, per invitare il principio della vita, il seme divino, ad entrare nel grembo della terra, renderla feconda, e assicurare raccolti abbondanti.
Le popolazioni germaniche celebrano una festività simile col nome di Ostara in onore della dea Eostre, padrona del rinnovamento della vita che governava la fertilità e il risveglio della natura. Spiccava tra gli animali totemici di questo periodo la lepre, conosciuta per la sua grande prolificità. Proprio da questa festività nacque l’immagine della lepre marzolina che deponeva le uova, simbolo di vita, e che ritroveremo poi nella festa pasquale.
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… alle feste contadine
Era importante per le popolazioni antiche individuare il primo giorno della primavera in quanto indicava l’inizio di un nuovo anno. Alcuni vestigi di queste usanze sono rimaste nelle tradizioni locali del nostro Bel paese: basta pensare al Bati Marso della Serenissima che indicava l’inizio del nuovo anno more Veneto nel mese di marzo, durante il quale si girava per i campi e il villaggio facendo un gran fracasso per risvegliare la natura dal suo lungo letargo e renderla feconda, oltre che a far prendere paura agli spiriti dell’inverno e altri diavoletti dispettosi.
Un’altra grande repubblica marinara era conosciuta per la celebrazione del suo capodanno, celebrato intorno all’equinozio di marzo: Pisa determinava il primo giorno della primavera sulla base di un raggio di luce che, attraverso la finestra detta Aurea e colpiva (guarda caso) proprio un uovo marmoreo, collocato sulla colonna a fianco del pergamo di Giovanni Pisano. L’uovo simboleggiava già nella Mesopotamia, nell’Antico Egitto, nell’India, i misteri della vita e della creazione del mondo, la primavera, e il suo significato è rimasto inalterato nel nostro inconscio collettivo.
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I rituali per accogliere al meglio l’equinozio di primavera
L’equinozio di primavera è un tempo di passaggio tra due stagioni, che ci parla di seminare la terra ma anche i nostri sogni affinché possano mettere radici nella nostra realtà e nutrirci. Questo tempo ci invita a risvegliare in noi il potere creativo e soprattutto ad ascoltare i preziosi messaggi di speranza che la natura fa fiorire sotto i nostri occhi: tutto è in perenne trasformazione, in divenire. L’inverno non può durare per sempre.
Ecco alcuni rituali da fare per accogliere al meglio l’equinozio di primavera!
Raccogli le erbe spontanee per riconnetterti alla natura
Un rituale semplice per riconnettersi alla natura consiste nell’andare a “erbette” per raccogliere asparagi selvatici, tarassaco, rucola, barba di frate e altre erbe commestibili spontanee (di cui ognuno di noi conosce un nome dialettale diverso), così preziose per la depurazione dell’organismo.
Nella sua semplicità, questo modo di celebrare la primavera può portarti a stretto contatto con madre natura, aprire i tuoi occhi sull’abbondanza e la bellezza che ti circonda e permetterti di recuperare quel bagaglio di antichi saperi una volta tramandato di generazione in generazione prima che venga totalmente dimenticato.
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Fai le pulizie di primavera per prepararti ad un nuovo inizio
Puoi rinnovare casa e dare il via alle tradizionali pulizie di primavera che possono avere una grande funzione introspettiva, se ti darai il giusto tempo per svolgerle con calma. Aprire le finestre, svuotare gli armadi, fare spazio fuori e dentro di te avrà la funzione di preparare il terreno ai nuovi progetti che vorrai vedere “fiorire” nella tua vita. Potrai allora decorare la tua casa con tanti fiori di campo per accogliere lo spirito della primavera nella tua vita.
Crea un mandala per seminare nuovi intenti
Il Mandala è di forma sferica e rappresenta l’universo, somiglia simbolicamente ad un seme che racchiude dentro di sé i segreti della vita, della creazione. Per seminare nuovi intenti, puoi creare un mandala fatto di semi e fiori sulla terra nuda e piantare nel suo centro una foglia d’alloro sulla quale scriverai il desiderio che vuoi vedere crescere quest’anno. Poi, ricoprilo di terra, annaffialo e offrilo a Madre Terra affinché abbia cura dei semi che avrai piantato in lei e li faccia crescere, assieme all’intento che risuona nel tuo cuore.
Fonti:
• Accademia platonica, i misteri eleusini
• Aequinoctium Vernum, l’equinozio di primavera
• Bati Marso la tradizione che scaccia l’inverno
• Capodanno pisano
Sandra “Eshewa” Saporito Autrice e operatrice in Discipline Bio-Naturali www.risorsedellanima.it