Per conoscere la prima matita dobbiamo andare indietro nel tempo fino alla seconda metà del XVI secolo, quando a Cumberland, in Inghilterra, fu scoperta la prima miniera di grafite, e la prima matita in legno, di solito pioppo, venne inventata da due italiani, Simonio e Lyndiana Bernacotti.
Esistono moltissimi tipi di matite, ma quelle di colore giallo sembra siano le migliori, infatti nel 1890, L. & C. Hardtmuth in Austro Ungheria, creò una linea chiamata come il famoso diamante Koh-I-Noor, e il colore giallo era il simbolo della grande qualità del prodotto.
Da allora sono cambiate tante cose, la grafite viene mischiata ad argilla per produrre una mina più dura dal tratto più leggero, al posto della grafite sono usate mine colorate per creare le matite colorate ovvero i pastelli, ma una cosa è sempre rimasta fissa in tutti questi anni: il legno.
Se si pensa che nel mondo, in un anno, vengono vendute più di 14 miliardi di matite, è anche facile immaginare quanto legno serva per produrle, e la Terra non ha risorse infinite, per questo motivo Chris Stangland ha fondato ‘TreeSmart‘, una società con sede in Oregon che si propone di portare matite, pastelli e righelli fatti di giornali riciclati in tutte le scuole degli Stati Uniti.
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Innanzi tutto vengono raccolti e riciclati vecchi giornali che diversamente finirebbero al macero, poi vengono tagliati e messi a bagno in una colla apposita e poi ogni cilindro di grafite viene ricoperto da un pezzo di carte e arrotolato fino alla misura stabilita, e questo è un processo che viene fatto manualmente. Una volta essiccata la carta avrà una notevole consistenza e durezza, e su alcuni modelli di matite viene anche inserita una gomma ad una delle estremità.
Ora vi chiederete quante matite si possono fare con un giornale… rimarrete stupiti dal fatto che con un solo giornale si producono circa 200 matite!
Due o tre giornali e un albero è salvo!
L’iniziativa di TreeSmart è importante perché oltre a salvare gli alberi insegna ai bambini l’importanza di riciclare e non utilizzare materie prime come se fossero infinite, perché non lo sono e il nostro pianeta è sempre più a rischio.
Dovrebbe essere un iter normale quello proposto da questa società, la scuola fornisce la carta inutilizzata e da quella vengono create nuove matite da rivendere agli studenti, così si ricicla e si ottengono dei fondi da adibire all’acquisto di materiale didattico.
Ovviamente è possibile limitare l’uso delle matite utilizzando dei porta mine in plastica o metallo che hanno una durata infinita e non sfruttano gli alberi.
Valeria Bonora