Dopo un grande dolore viene un senso solenne,
i nervi stan composti, come tombe.
Il Cuore irrigidito chiede se proprio lui
soffrì tanto? Fu ieri o qualche secolo fa?
I piedi vanno attorno come automi
per un’arida via
di terra o d’aria o di qualsiasi cosa,
indifferenti ormai;
una pace di quarzo come un sasso.
Questa è l’ora di piombo, e chi le sopravvive
la ricorda come gli assiderati rammentano la neve;
prima il freddo, poi lo stupore, infine
l’inerzia.
Emily Elizabeth Dickinson nata il 10 dicembre 1830 ad Amherst (Massachusetts), una donna contraddittoria, complessa, fiera. La sua vita è circondata da un alone di mistero, dopo un anno di scuole superiori, all’età di 23 anni, si ritira ad una vita solitaria, il motivo di questa scelta è rimasto ed è tutt’ora senza risposta, forse anche a causa di alcuni disturbi nervosi e di una malattia agli occhi.
La sua cultura e i suoi studi sono perlopiù svolti in autonomia, ma fu Benjamin Newton, un amico del padre a indirizzarli verso la letteratura.
Il Paradiso dipende da noi.
Chiunque voglia vive nell’Eden,
nonostante Adamo e la cacciata.
Ossessionata dalla morte, la poetessa vestiva sempre di bianco e rimase rinchiusa nella sua stanza, al piano superiore della casa dei genitori per tutta la sua vita, e quando alla sua morte la sorella entrò in camera sua scoprì ben 1775 poesie scritte su foglietti ripiegati e cuciti con ago e filo contenuti tutti in un raccoglitore.
La sua vita amorosa fu solo platonica. Nel 1855, a Philadelpia, conobbe il reverendo Charles Wadsworth, un uomo sposato, del quale si invaghì e al quale dedicò molte sue opere.
Portami il tramonto in una tazza
conta le anfore del mattino
le gocce di rugiada.
Dimmi fin dove arriva il mattino –
quando dorme colui che tesse
d’azzurro gli spazi.
Scrivimi quante sono le note
nell’estasi del nuovo pettirosso
tra i rami stupefatti – quanti passetti
fa la tartaruga –
Quante coppe di rugiada beve
l’ape viziosa.
~ Bring me the sunset in a cup ~
Alcune sue opere furono pubblicate dall’amico Samuel Bowles, direttore dello “Springfield Daily Republican”, proprio sul suo giornale. La donna ebbe con Bowles un intenso rapporto epistolare e scrisse circa quattrocento liriche contenenti un amore struggente, si pensa proprio per l’amico di penna.
Le sue poesie vennero apprezzate ma classificate come “impubblicabili” dal colonnello-scrittore Thomas W. Higginson, con il quale scambiò diverse lettere e al quale chiese consigli sulle sue opere.
Verso la fine del 1879, dopo che aveva perso il padre e l’amato Bowles, Emily si innamorò nuovamente di un amico del padre, Otis Lord, un anziano giudice, vedovo.
Se io potrò impedire a un cuore di spezzarsi
non avrò vissuto invano
se allevierò il dolore di una vita o guarirò una pena o aiuterò un pettirosso caduto a rientrare nel nido
non avrò vissuto invano.
Emily Dickinson fu una poetessa sensibile, le sue opere all’epoca furono considerate inusuali, ma oggi vengono molto apprezzate proprio per quelle particolarità che ne definiscono lo stile: digressioni enfatiche, l’uso poco convenzionale delle maiuscole, le lineette telegrafiche, i ritmi salmodianti, le rime asimmetriche, le voci multiple e le elaborate metafore.
Emily Dickinson morì di nefrite nello stesso luogo in cui era nata, il 15 maggio 1886 all’età di 56 anni.
Conosco una sola visione della poesia che sia pienamente soddisfacente: quella di Emily Dickinson quando dice che in presenza di una vera poesia è colta da un tale freddo da avere la sensazione che nessun fuoco potrà scaldarla. (Emil Cioran)
Per chi volesse approfondire la storia, la vita e le opere di Emily Dickinson può visitare il sito www.emilydickinson.org