Quando parliamo di autostima non possiamo non citare due elementi importanti e strettamente correlati, il complesso di superiorità ed inferiorità.
Questi due aspetti rappresentano i due estremi verso i quali la nostra autostima può dirigersi. Ed entrambe possono creare delle difficoltà all’individuo, in quanto non dimentichiamo che in ogni cosa in medio stat virtus “la virtù sta nel mezzo”.
Vediamo meglio di cosa si tratta…
Nel complesso di superiorità l’individuo:
– Si sente superiore
– A volte inizialmente si nasconde dietro una finta maschera di umiltà
– Si pone nei confronti degli altri “guardandoli dall’alto in basso”, “io ne so di più, io ho le conoscenze giuste, io ho le soluzioni migliori, il mio punto di vista è migliore del tuo”
– Si da continui riconoscimenti a spese degli altri
– Ha relazioni poco gratificanti
– Ha una scarsa lettura di se stesso e dell’altro
Nel complesso d’inferiorità l’individuo:
– Si sente inferiore
– Cerca continuamente l’approvazione
– È ipersensibile alle critiche altrui
– Spesso si identifica in quello che fa
– Ha una scarsa lettura di se stesso e tende a leggere il mondo in base all’altro
Come possiamo ben comprendere si tratta di due meccanismi in realtà disfunzionali. In quanto entrambe a lungo andare influiranno negativamente sulla percezione che l’individuo ha di sé, sulle sue possibilità, e sulle sue relazioni.
Complesso di Superiorità e Autostima
I supersicuri di sé potrebbero anche ottenere molto successo, soprattutto nel lavoro e nella carriera grazie alla propria modalità aggressiva e competitiva, ma tenderanno comunque a “raccontarsela per tutta la vita”. E inoltre non avranno relazioni molto gratificanti, in quanto questo loro modo di fare difficilmente li farà risultare simpatici agli occhi degli altri.
Per avere relazioni gratificanti infatti è necessario riconoscere ed avere rispetto anche per l’altro, come individuo e per le sue esigenze. Se questa abilità viene a mancare non sarà possibile instaurare un vero e proprio rapporto di reciprocità e collaborazione.
Nonostante quindi io possa avere molti contatti e frequentazioni nella mia vita privata e lavorativa, potrei nella realtà dei fatti essere solo.
Autostima e complesso di inferiorità
Gli insicuri saranno profondamente condizionati dalla loro insicurezza, e rischieranno di avere una vita meno gratificante di quanto potrebbero. Perché tutto quello che faranno o non faranno sarà filtrato dal proprio senso di inferiorità. Alcuni ambiti chiaramente più di altri ad esempio la carriera, ma anche tale modalità non sarà esente da difficoltà personali e relazionali.
Anche in questo caso le relazioni potrebbero essere poco gratificanti, in quanto una persona insicura di sé potrebbe facilmente farsi sovrastare, non rispettare e farsi manipolare dall’altro. Di cui ricordiamo come detto poco sopra, cerca ad ogni costo l’approvazione, e ne rifugge le critiche che rafforzerebbero il suo senso percepito di inettitudine.
Ricordiamoci sempre che sia l’eccesso che la mancanza non sono mai indice di buona autostima. Entrambe sono modi disfunzionali per cercare di far fronte e gestire una bassa autostima.
Nel primo caso tramite un meccanismo di iper-compensazione (se mi reputo superiore e migliore degli altri posso non venire a contatto con la mia mancanza, chi ne è affetto pensa di rimediare alla propria insicurezza imponendosi sugli altri), nel secondo utilizzando un meccanismo di resa (accetto, ammetto e continuo a ripetermi di essere inferiore all’altro, mi rassegno al mio inesorabile destino!).
Un individuo che possiede un autostima equilibrata non avrà ne la tendenza, ne la necessità di andare in una direzione estrema, ma sarà semplicemente se stesso, consapevole del proprio valore ma anche dei propri limiti, rispettoso verso se stesso e anche nei confronti degli altri.
Nella realtà queste due sfaccettature non saranno così nette e distinte, ma possiamo trovarle anche in uno stesso individuo in contesti e momenti differenti della propria vita. Anche se ci sarà di fondo un atteggiamento che prevale maggiormente sull’altro.
Chiaramente coloro che si rivolgono alla terapia saranno maggiormente gli insicuri. Molto meno i super sicuri i quali difficilmente decideranno di mettersi in discussione, a meno che la vita non li metta davanti a forti invalidazioni e li costringa quindi a fare i conti con la propria debolezza.
Alcuni spunti di riflessione
Prendere consapevolezza è sempre il primo passo da fare e anche il più importante da compiere.
Porci onestamente delle domande e darci altrettanto onestamente delle risposte può essere fondamentale.
Allora proviamo a chiederci:
Dove mi sta portando il mio modo di pormi nei confronti della vita? La mia vita in quali ambiti funziona e in quali ambiti no? Come mi pongo nei confronti di me stesso? come mi pongo nei confronti degli altri? Cosa posso fare?
Avere un’autostima più equilibrata è possibile, imparare ad avere maggiore rispetto per se stessi e per gli altri è altrettanto possibile. Chiaramente occorre prendere consapevolezza ed agire in modo adeguato.
La figura dello psicoterapeuta può accompagnarti in questo percorso, affinché tu possa raggiungere un migliore equilibrio e una vita più gratificante, perché tutto ciò parte sempre e solo da te.
Dr.ssa Monia Ferretti Psicologa – Psicoterapeuta
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