Ci sono cose che sarebbe meglio non affrontare mai, lo stupro è una di queste, e a farne le conseguenze di solito sono giovani donne, vittime della violenza, che un po’ per paura e un po’ per vergogna non ne parlano con chi potrebbe aiutarle a superare il trauma e a punire il colpevole.
Ma c’è una giovane donna che ha deciso di rompere il silenzio e scrivere una lettera alle sorelle per rivelare loro il fatto di essere stata vittima di abusi.
Pippa Biddle, 22 anni, della contea di Westchester, vicino a New York, ha concesso a The Post Internazionale un’intervista e la possibilità di tradurre la sua lettera.
Vittime della Violenza: Parte della lettera tradotta
Care Martha and Abigail,
Nella primavera del 2013, mi ero concessa una rara uscita con un gruppo di amici, che comprendeva anche un amico di un amico, che non avevo mai incontrato prima. Quella sera avevo bevuto e io e lui abbiamo flirtato, ci siamo anche baciati. Ma quando sono andata a dormire nella stanza degli ospiti e lui mi ha chiesto se avessi bisogno di un compagno di ‘coccole’, ho risposto con quello che all’epoca mi era sembrato un ‘no’ chiaro e tondo.
Più tardi, quando mi ha svegliata intrufolandosi nel mio letto, io ho detto nuovamente ‘no’. E quando ha cominciato a soffocarmi, io ho lottato, dicendo di ‘no’ con il mio corpo. Da giovani donne ci viene insegnato che la parola ‘no’ ha un potere insito. Sfortunatamente, nel mio caso, dire di ‘no’ non ha funzionato.
Ciò che mi ha spaventata di più è quello che il mio silenzio potrebbe aver significato per voi. Quasi 1 donna su 5 in America è stata vittima di abusi sessuali. Il fatto che voi vi state tenendo dentro lo stesso segreto, dal momento che provate la stessa vergogna, la stessa paura o vi sentite isolate, mi terrorizza.
Non avevo superato il trauma di quella notte. Condividevo la mia vita con un parassita che aveva eroso la mia capacità di formare amicizie, fidarmi del prossimo e di avere una relazione affettiva sana. Ancora oggi, spesso sono nervosa, agitata e ho problemi a dormire da sola la notte senza alzarmi diverse volte per controllare di aver chiuso bene la porta o verificare che non ci sia nessuno dietro la tendina della doccia.
Condividere questa lettera con voi, con i nostri genitori e con il mondo intero è il centesimo, ma non ultimo, passo del mio processo di guarigione. È stato un percoso tutto in salita e avervi accanto è stata una benedizione. Anche se non sapevate quello che stavo passando, mi avete dato il sostegno e l’amore di cui avevo bisogno. Per questo, vi sarò eternamente grata.
Siate forti, non abbiate paura di dire quello in cui credete e condividete le vostre storie. Le parole possono farvi guarire, oltre che cambiare il corso della storia. Siete una fonte d’ispirazione, donne potenti che stanno trovando la propria dimensione in un mondo che a volte può essere difficile da navigare. Spero che voi non abbiate mai subìto violenze sessuali in passato, così come mi auguro che non vi accada in futuro. Ma anche se fosse, ricordatevi che non vi amerei mai di meno e che averte sempre una voce. Usatela.
Uomini e donne devono essere consapevoli che per porre fine al problema delle violenze sessuale devono proteggere se stessi tanto quanto gli altri. Non si tratta di un problema che affligge soltanto le donne, o soltanto gli uomini. È qualcosa che ci riguarda tutti da vicino.
La lettera in versione integrale la trovate qui -> www.ryot.org
Parlare, sfogarsi, condividere o scrivere può essere un’ottima terapia per le vittime della violenza anche per superare il trauma, oltre che per portare alla luce la violenza, e magari proteggere altre ragazze. Non solo in caso di violenza sessuale, ma in qualsiasi caso di stress, che sia una paura, un esame da affrontare, una violenza domestica, un intervento, qualsiasi cosa affrontata scrivendo quello che si prova può aiutare a liberarsi più facilmente e più velocemente dell’ansia, della paura.
Mantenere il proprio fisico sempre sotto stress peggiora la situazione logorando non solo la mente ma anche il corpo.
In caso di stupro ancora più fortemente è indispensabile condividere, nonostante lo sporgere denuncia, il raccontare e il rivivere quella situazione possa portare a chiudersi in se stessi, è fondamentale riuscire ad aprirsi per non venire schiacciati.
Negli Stati Uniti sono il 60% delle violenze avvenute negli ultimi cinque anni a non essere state denunciate.