Gli Amish, perché parlare di loro vi chiederete; perché in un contesto storico e sociale come questo in cui la stragrande maggioranza delle scelte sono indotte, dettate dai media e dalle varie forme di costrizione sociale, in cui la coda del capitalismo la fa ancora da padrona su molte delle popolazioni in via di sviluppo, dove l’emancipazione si misura in base a ciò che si ha e non a ciò che si è, sicuramente può essere utile allargare l’orizzonte ed aprirsi a guardare realtà diverse.
Non per cambiare radicalmente da un giorno all’altro o per sposare una scelta che non è la nostra, ma per soffermarsi su chi è altro da noi, imparando dalle differenze e arricchendo così il nostro punto di vista ed il nostro modo di essere.
Gli Amish sono una società religiosa protestante, un braccio della più grande e antica comunità Mennonita. Negli anni caldi della seconda metà del 1600 quando le lotte tra cattolici e protestanti bagnavano di sangue la Francia, prese piede il movimento degli anabattisti, un movimento radicale all’interno della riforma, il gruppo dei cosiddetti “ribattezzatori”, perseguitati come eretici sia dai cattolici che dai protestanti. Da qui ebbero poi origine anche gli Amish, con tutte le differenze ed evoluzioni, infatti tra i più moderati si distinsero i mennoniti e poi dai Mennoniti gli Amish.
La comunità si formò alla fine del 1600 sotto la guida dello svizzero Jacob Amman. Il primo gruppo quindi si formò proprio tra quelle Alpi svizzere e tedesche che avevano dato rifugio ai Mennoniti perseguitati, ma da lì emigrarono poi in America, principalmente in Pennsylvania dove si trova ancora la comunità più antica.
La comunità degli Amish vive tutt’oggi in base ai principi stilati nel 1632 nella Confessione di Fede di Dordrecht e si sostiene, anzi sarebbe meglio dire, auto-sostiene, grazie all’attività agricola a cui si dedicano per tutta la vita.
Sono assolutamente convinti che il principio pacifista sia l’unica soluzione per risolvere i problemi all’interno della comunità e se un membro non adempirà ai doveri che la comunità impone sarà prima avvertito privatamente e poi, solo dopo un secondo avvertimento, allontanato dalla comunità.
Hanno scelto di vivere al di fuori dei rumori del mondo e questo è l’aspetto più interessante: scelgono consapevolmente di rinunciare agli agi della vita moderna che a loro parere comporterebbero uno svantaggio piuttosto che un vantaggio, una perdita di tranquillità e di umiltà, quell’umiltà che esprimono nei vestiti, così come nelle abitudini sociali e nella scelta di dedicarsi al lavoro nei campi, ma non rifiutano quelle innovazioni, ad esempio le moderne stufe a legna, che garantiscono comfort e risparmio.
Il rifiuto della cosiddetta modernità non è a priori, ma finalizzato al mantenimento di uno standard di vita di un certo tipo, cadenzato da ritmi antichi forse, ma anche più naturali, motivo questo per cui solitamente, evitano l’uso dell’elettricità.
Queste scelte però sono accompagnate dalla convinzione che ogni membro debba decidere liberamente se rimanere o no all’interno della comunità e per questo i ragazzi, quando raggiungono i 16 anni di età, entrano nella fase della rumspringa , ovvero escono nel mondo e solo alla fine di questo periodo decideranno se tornare a far parte della comunità oppure no.
I principi fondamentali sono:
1- Il “battesimo dei Credenti” che avviene in età adulta
2- Il distacco dal mondo ed il rifiuto di qualsiasi forma di violenza
3- La separazione tra Stato e Chiesa (non assumono cariche pubbliche e non votano)
4- Il valore assoluto della parola data
Sicuramente è una scelta assoluta e particolare, anche se forse, per molti versi, più rasserenante e facile da gestire, ma in ogni caso, che la si condivida o no, potremmo imparare, osservandoli, a prenderne il meglio ed utilizzarlo come spunto per uscire un po’ fuori dal rumore del mondo.