I luoghi più belli offerti dalla Natura: 12 paesaggi naturali che lasciano a bocca aperta!
Ed eccoci ancora qui a presentare lo splendido spettacolo regalatoci, ancora una volta, dalla natura: i protagonisti della scena sono gli elementi che la compongono e lei, da buona “regista”, dirige egregiamente il panorama che ci troviamo di fronte.
Oggi, grazie ad una raccolta del sito Focus.it, vi mostriamo alcune meravigliose immagini che ci presentano alcuni dei luoghi e paesaggi più incredibili e spettacolari della terra.
Si tratta di immagini che, di primo acchito, potrebbero sembrare modificate, “photoshoppate” come si suol dire. E invece no, tutto vero e autentico, così come madre natura ha voluto.
La parola ai vostri occhi…
1- Ci troviamo in Bolivia, uno Stato dell’America meridionale, 3.600 metri sulle Ande. Qui il cielo si fonde con il mare. Si chiama Salar de Uyuni ed è un enorme deserto di sale che, con i suoi 10.582 chilometri quadrati, è catalogata come la distesa salata più vasta del mondo. Il Salar si presenta normalmente come un piatto deserto bianco, ma durante la stagione delle piogge viene ricoperto da uno strato d’acqua che lo trasforma in un gigantesco specchio, facendolo diventare un tutt’uno con il cielo.
2– Le stelle sono “cadute” in mare? Non proprio. Si tratta di un semplice effetto della bioluminescenza di alcuni microbi marini chiamati fitoplancton, alla base della catena alimentare nella stragrande maggioranza degli ecosistemi acquatici. L’effetto è a dir poco spettacolare.
3- Veri e propri cristalli di ghiaccio. Ci troviamo nella Siberia meridionale, nei pressi del Lago di Baikal, uno dei più grandi del mondo. Ogni anno, in Primavera, la superficie del lago inizia il suo processo di scioglimento. In poche settimane, centinaia di imponenti lastroni di ghiaccio si staccano dal restante strato stagliandosi sul paesaggio come fossero enormi cristalli di un bicchiere o di un vaso andati in frantumi. Un altro effetto a dir poco straordinario.
4- Il Great Blue Hole (letteralmente “Grande Voragine Blu”) è una grande dolina carsica subacquea situata a circa 60 km di distanza da Belize City, nel Mar dei Caraibi. La cavità è quasi perfettamente circolare, larga oltre 300 metri e profonda 123 metri. Jacques-Yves Cousteau, colui che fece le prime esplorazioni in questo sito, elesse il Great Blue Hole come uno dei dieci siti di immersione più interessanti al mondo, dopo esservisi recato nel 1971 con la sua nave Calypso per monitorarne la profondità. Il Great Blue Hole si è formato come grotta calcarea durante l’ultima Era glaciale quando il livello del mare era molto più basso: quando l’oceano iniziò a rialzarsi la grotta si allagò e il tetto collassò verso il basso, dando forma ad una valle di crollo sommersa.
5- Sembra una scena tratta da qualche film di Tim Burton, ma non è affatto così. Ci troviamo in Pakistan, nella provincia di Sindh, dove gli alberi sono “invasi” da enormi ragnatele. Tutto risale al 2011, quando le inondazioni che hanno colpito il paese hanno costretto milioni di ragni ad abbandonare le loro “case” terrestri. E per sfuggire all’acqua si sono arrampicati tra le fronde. Ma il terreno è rimasto allagato a lungo, e col passare del tempo i ragni si sono stabiliti sulle piante tessendo la loro tela tra le foglie. E questo è quello che si è presentato agli occhi della popolazione quando le acque si sono finalmente ritirate.
6- Ci troviamo in Kazakistan, con precisione nel Lago Kaindy, nei cui fondali vive una foresta subacquea. Il lago, lungo 400 metri, è collocato a 2000 metri al di sopra del livello del mare e raggiunge in alcuni punti una profondità pari a 30 metri. Il Lago Kaindy si è formato nel 1911 dopo il terremoto di Kebin, a causa dello smottamento che sbarrò il corso di un fiume. Ciò che rende questo lago particolare è, appunto, la presenza di alberi parzialmente sommersi, i cui rami affiorano nella superficie dell’acqua.
7- Un enorme tappo tolto improvvisamente da un altrettanto immenso fondale: è questa la prima impressione che si ha nel vedere un’immagine di questo tipo. E invece no, ancora una volta è tutto vero ed è la Natura a presentarci i suoi luoghi più “magici”. Ci troviamo nella riserva forestale “Siuslaw national Forest”, a Cape Perpetua, sulla costa dell’Oregon. Si chiama Pozzo di Thor, ed è un cratere marino nel quale defluisce costantemente acqua di mare. Questo cratere collega la terraferma all’oceano attraverso una serie di caverne sotterranee. Ciò non toglie che sia particolarmente pericoloso: in presenza di onde “sputa” l’acqua marina fino a un’altezza di 6 metri, e con l’alta marea viene sommerso e diventa invisibile. E quindi ancor più pericoloso, perché se ci si avvicina troppo si rischia di essere trascinati all’interno. Ogni turista ne sarebbe attratto, ma visitarlo e fotografarlo è un’impresa molto ardua a causa delle rocce scivolose e della violenza delle onde, che possono raggiungere un’altezza di 6 metri. In presenza di alta marea, inoltre, il cratere diventa “invisibile” e, pertanto, diventa ancora più pericoloso perchè se ci si avvicina troppo si rischia di essere trascinati all’interno.
8- Queste montagne vi sembrano familiari? Sì, probabilmente le avrete viste nel film “Avatar”. Perchè loro, le montagne di Tianzi, esistono davvero. Si trovano nello Zhangjiajie, nella provincia di Hunan, nel sud-est della Cina. Si tratta di una serie di pinnacoli che si innalazano fin quasi a toccare il cielo. Il loro picco più alto misura 1262 metri sul livello del mare. Quando sono immerse nella nebbia sembrano effettivamente fluttuare nel vuoto. Insomma, uno spettacolo della natura davvero unico.
9- Anche in questo caso sembra di trovarsi di fronte ad una scena tratta da un film, e invece questo straordinario “effetto scenografico” è tutto vero. Viene definito “dirty thunderstorm” (letteralmente “temporale sporco”), un fulmine vulcanico. Sono proprio fulmini, infatti, quelli che balenano nella nube di polveri e gas emessa dal famoso vulcano islandese Eyjafjallajökull. Si tratta di un fenomeno del tutto normale in occasione di eventi di tale portata, che furono osservati durante l’ultima eruzione del Vesuvio del Marzo 1944. Uno studio ha spiegato che questi fulmini vengono generati quando frammenti di roccia, cenere e particelle di ghiaccio in un pennacchio vulcanico si scontrano producendo cariche statiche, così come avviene con le particelle di ghiaccio che si scontrano durante i comuni temporali. Le eruzioni vulcaniche rilasciano anche grandi quantità di acqua, che possono contribuire ad alimentare questi temporali.
10- Di primo acchito, di fronte ad un’immagine del genere, pensereste che qualche teppista ha imbrattato i tronchi degli alberi con della vernice. E invece no. Si chiama Eucalipto Arcobaleno (Eucalyptus deglupta), e sorge nella foresta pluviale di Maui, nelle Hawaii. Il nome, di certo, non è casuale: da come si può dedurre, infatti, si tratta dell’albero più colorato al mondo, e può assumere sfumature di verde, giallo, arancione e viola.
11- Nessun fotomontaggio: le acque di questo lago sono realmente rosa. Ci troviamo a Kalbarri, nel Western Australia. Il protagonista di questa foto è la laguna di Hutt, un lago salato situato in prossimità prossimità dell’oceano, qualche metro al di sotto del livello del mare. Il colore rosa del lago è provocato dalla massiccia presenza dell’alga Dunaliella salina, la quale produce grandi quantità di beta carotene che, appunto, fornisce all’acqua la particolare colorazione rosea.
12- La miniera di Naica, situata nei pressi di Naica, nello stato di Chihuahua (Messico), è una miniera di piombo e argento in funzione, che è conosciuta per i suoi straordinari cristalli di gesso. La Grotta dei Cristalli è stata scoperta nel 2002: al suo interno risiedono cristalli di selenite che possono raggiungere i 15 metri di lunghezza e quasi 2 metri di diametro. Insomma, dei cristalli davvero enormi: basta vedere le dimensioni della persona, presente in basso a destra, rispetto ai cristalli per rendersene conto. La temperatura della grotta si aggira attorno ai 48 °C, con un’umidità quasi al 100%, condizioni insopportabili dall’uomo se non per pochissimi minuti. Per questo motivo finora sono state possibili soltanto poche esplorazioni per indagare sulle cause delle formazioni mineralogiche.
[Fonte: www.focus.it]