Come acquistare case con 1 euro!
Acquistare una casa con 1 solo euro? Detta così sembra una barzelletta, ma si tratta di pura verità.
Si tratta infatti di un progetto attuato da tre diversi comuni italiani per provare a contrastare l’abbandono da parte della popolazione e dare nuovo valore ad aree in difficoltà, borghi in stato di abbandono.
Insomma, un’iniziativa che permette ai proprietari di disfarsi di immobili che per loro sono diventati più che altro un peso, e favorire investimenti di chi invece, a costi ridotti, sogna un piccolo appartamento in una località di provincia.
Il passaggio di proprietà costa 1 euro, ma l’acquirente in cambio deve ovviamente rispettare degli accordi, che prevedono un progetto di ristrutturazione e rivalutazione della stessa.
Anzitutto bisogna sostenere tutte le spese notarili per la registrazione, le volture e l’accatastamento. Entro un anno dall’acquisto, poi, bisogna aver presentato un progetto di ristrutturazione.
Una volta rilasciate tutte le autorizzazioni, si hanno due mesi di tempo per far partire i lavori.
A garanzia dell’impegno da parte dell’acquirente, invece, il comune chiede all’acquirente di di stipulare una polizza fideiussoria di 5mila euro della durata di tre anni.
I tre comuni che hanno aderito all’iniziativa.
I tre comuni impegnati nel progetto sono Salemi (Trapani), Gangi (Palermo) e Carrega Ligure (Alessandria).
Per Salemi, l’iniziativa era nata da un’idea dell’ex sindaco Vittorio Sgarbi per rimediare all’abbandono del centro storico, devastato dal terremoto del Belice nel 1968, prima che il comune venisse commissariato per infiltrazioni mafiose nel 2012.
Carrega Ligure, invece, ha lanciato l’iniziativa (tuttora attiva), per contrastare l’isolamento di un paese già piccolo di suo, a causa delle troppe persone che si sono trasferite in periferia in nuove case. Basti pensare che conta soli 98 abitanti divisi tra 13 frazioni. L’intento di questa iniziativa, dunque, sarebbe quello di ripopolare e ridar vita al paese .
A Gangi, invece, si trattava di recuperare immobili fatiscenti nel centro storico. Erano stati stipulati 4 contratti su 22 case a disposizione, ma oggi, a distanza di cinque anni dal lancio del primo bando, le case in vendita a 1 euro sono 40, e si parla di 7 accordi firmati, altri 2 in via di finalizzazione, ma soltanto di 3 interventi completati.
Date le condizioni e le dimensioni delle case, i costi di ristrutturazione dovrebbero andare dai 20mila ai 25mila euro.
Insomma, quello che appariva come un progetto molto interessante sulla carta, non ha dato gli stessi risultati da un punto di vista pratico.
Secondo il sindaco di Gangi, Giuseppe Ferrarello, è troppo poco per ridare vita e linfa al paese: se da una parte è infatti riuscita ad ottenere un buon impatto mediatico, attraverso la pubblicità che ha riportato Gangi al centro dell’attenzione, dall’altra parte il progetto si è rivelato un vero fallimento.
La risposta di Gangi Libera a fronte di questi bilanci.
Nel comunicato diramato da Gangi Libera nel mese di Marzo si legge:
“Sono passati esattamente 5 anni da quando l’amministrazione comunale di Gangi ha lanciato l’iniziativa delle ‘Case a 1 euro’ ed è forse tempo di bilanci. I numeri parlano chiaro, dal 2009 al 2014, data di oggi, sono state ristrutturate solo 3 case.
Per la precisione il primo bando risale al 2009 e da allora sono stati stipulati 7 contratti, altri 2 sono in fase di stipula, e per altri 5 c’è un’istruttoria in corso. Mentre 23 sono ancora da assegnare. Di fatto, come già detto prima, ad oggi gli interventi completati sono solo 3.
Tirando le somme, è stata una buona iniziativa dal punto di vista mediatico. Gangi grazie a questa simpatica intuizione (suggerita ad onor del vero dal precedente tentativo che Sgarbi lanciò a Salemi) ha guadagnato qualche pagina di giornale, ciò a giovamento di tutti.
Per questo non vogliamo sparare a zero sull’iniziativa, una delle poche, che in 7 anni di amministrazione Ferrarello, ci è piaciuta. Piuttosto vogliamo chiederci il perché di questo flop ed intervenire con gli eventuali aggiustamenti necessari affinché tutto non si riduca in una enorme bolla di sapone.”
Un altro progetto sulla carta era quello di di creare, nel borgo, un albergo diffuso, sul modello di quelli aperti in Abruzzo e Basilicata, che offrissero ospitalità a basso impatto ambientale sfruttando proprio queste palazzine abbandonate.
Ma anche in questo caso le idee, almeno allo stato attuale, sono rimaste solo sulla carta.
Piuttosto che regalare immobili che non interessano a nessuno nel loro stato attuale, Gangi Libera propone di seguire il modello di Petralia Sottana, dove il Comune ha ristrutturato le abitazioni del centro storico per destinarle all’edilizia popolare:
“Guardiamo con interesse a quanto accaduto a Petralia Sottana ed in altri comuni siciliani, dove s’è deciso, e si è riusciti, a realizzare un piano di edilizia popolare nel centro storico. Una idea che a Gangi era stata lanciata addirittura 20 anni fa. Anche in questo caso le economie sarebbero state totalmente diverse perché:
1) i possessori delle case avrebbero potuto avere qualcosa in cambio e non cederle gratuitamente;
2) in poco tempo sarebbero iniziati i lavori di diverse unità immobiliari con conseguente agio per professionisti e artigiani;
3) avremmo ripopolato il centro storico e creato le condizioni per l’inserimento di nuove attività;
4) avremmo rinnovato il tessuto sociale del nostro Comune. Chiaramente tutte le iniziative sarebbero state sovrapponibili. Pensate che strumento potente avremmo avuto a nostro agio!
L’iniziativa non è paragonabile e comunque non è in contrapposizione, ma per potere attuare qualcosa del genere c’è bisogno di un bando attraverso il quale siano destinati dei fondi per tale obiettivo, non può il Comune farsi carico d’intervenire su immobili di privati. Se ci sarà la possibilità di sfruttare un’occasione del genere, sicuramente l’amministrazione non se la farà scappare ma oggi non c’è. L’iniziativa delle case ad 1 euro è realizzata senza il ricorso a fondi pubblici, esclusivamente con capitali privati e senza spese per il Comune.”
Insomma, il progetto poteva avere una base interessante, ma da un punto di vista pratico sembra non essere abbastanza convincente. Voi che cosa ne pensate?