Il Brasile? Il quinto paese più grande del mondo, per capirsi ha una superficie pari a 30 volte quella dell’Italia.
Abitato da 200 milioni di persone, parlanti portoghese, il Brasile è considerato da sempre “la Mecca del Calcio” e quest’anno ne ospita i Campionati Mondiali 2014. I brasiliani sono considerati storicamente i più ferventi cultori, virtuosi e tifosi di questo sport… ma la storia a volte prende delle svolte impreviste e anche in questo 2014 abbiamo avuto una sorpresa: il popolo brasiliano è infatti insorto contro la manifestazione dei Mondiali 2014!
Come spiegarsi una protesta così cruenta da parte della popolazione contro uno dei simboli e degli amori di questo paese?
Ex colonia Portoghese, il Brasile è una Repubblica dal 1889. Dopo un ‘900 travagliato e segnato anche dalla dittatura, oggi il Brasile è una Repubblica presidenziale moderna ed è entrato a far parte delle 10 economie più grandi del mondo.
Cosa rende il Brasile una potenza economica?
Pensate che questo immenso stato si estende dall’Amazzonia equatoriale, lungo il tropico, fino ad arrivare agli altipiani coltivabili ed alle coste sconfinate che si affacciano sull’Oceano Atlantico.
Le risorse naturali sono incalcolabili, come la preziosità della varietà della flora e della fauna presenti. Negli ultimi 50 anni inoltre il settore industriale è cresciuto vertiginosamente creando eccellenze in tutti i settori: elettronica, chimica, alimentare, tessile, meccanico e metallurgico.
Industria, risorse naturali, enormi aree coltivabili, infinite spiagge per una crescita turistica balneare continua.
Ma la popolazione come vive in Brasile? Chi beneficia di queste enormi potenzialità?
Scuola e sanità raggiungono livelli buoni se non di eccellenza in molte realtà, tuttavia la società brasiliana risulta spaccata in fasce di popolazione che possono permettersi o meno questi servizi di buon livello che sono spesso a pagamento.
Ecco la svolta che sta avvenendo in Brasile: il Brasile di ieri non è quello di oggi.
Se fino ad una generazione fa c’era una netta spaccatura tra i poveri, lasciati soli nella loro ignoranza, ed i ricchi che beneficiavano delle enormi ricchezze del paese, ora sta via via nascendo un ceto medio, mediamente istruito, non ricco, ma acculturato, conscio dei propri diritti, delle ingiustizie sociali latenti nel paese, delle disuguaglianze inaccettabili presenti nella realtà quotidiana brasiliana.
Questa classe media, soprattutto i giovani, si sta ribellando ad un presente che segue le logiche del passato e non ha accettato che enormi ricchezze vengano messe a disposizione dei Mondiali di Calcio a beneficio dell’entourage mediatico e della Federazione Internazionale Associazioni Calcistiche (FIFA) senza che il paese e la popolazione ne abbiano un beneficio.
Oltre al danno anche la beffa: i brasiliani adorano il calcio e questa manifestazione rende gli stadi inaccessibili a chi vive nella povertà, quindi la gran parte del paese viene esclusa a priori dal godimento dei match proprio nel loro paese. In altre parole i Mondiali sono in Brasile, ma non per i Brasiliani o perlomeno solo per i ricchi.
I brasiliani di oggi hanno in comune con quelli di ieri l’amore per il calcio e per lo sport, ma al contrario del passato gran parte della popolazione si sta liberando dalle catene dell’ignoranza, accedendo all’istruzione sta capendo cosa siano davvero dei diritti ed una Repubblica, la Democrazia e la Giustizia.
Speriamo quindi che i prossimi Mondiali in Brasile siano per tutti i Brasiliani e che noi tutti si possa andare a seguirli in un paese migliore, dove ogni bambino abbia accesso alle scuole ed alle cure migliori… allora sì il sorriso dei brasiliani diventerà la vera mascotte di qualsiasi manifestazione sportiva!