“Un’altra osservazione rivelò la prima volta un fatto molto semplice. I bambini usavano il materiale,ma era la maestra che lo distribuiva e poi lo rimetteva a posto. La maestra andò un giorno a scuola un po’ in ritardo e aveva dimenticato di chiudere la credenza. Trovò che molti bambini l’avevano aperta e vi stavano raggruppati attorno. Qualcuno prendeva poi gli oggetti e li portava via. La maestra giudicò questo procedere come un istinto al furto. Io credetti di interpretare che i bambini ormai conoscevano così bene gli oggetti che potevano sceglierli da sé. E così fu. Da allora vennero adottate le credenze basse dove il materiale è posto a disposizione dei bambini che lo scelgono secondo i loro bisogni interiori. E così il principio della libera scelta, accompagnò quello della ripetizione dell’esercizio. È dalla libera scelta che si sono potute fare delle osservazioni sulle tendenze e sui bisogni psichici dei bambini” (Maria Montessori ne “Il segreto dell’infanzia”).
Lasciare i bambini liberi di scegliere la loro occupazione permette di verificare se il proprio lavoro (la preparazione dell’ambiente adatto al suo sviluppo psichico) è stato un buon lavoro o meno.
Pensiamo a quante scelte facciamo noi durante la giornata… Molti di noi possono addirittura scegliere, nell’ambito del proprio lavoro, di che cosa occuparsi e questo ci rende sicuramente un ritorno emozionale positivo. Pensiamo invece a quando siamo obbligati a sottostare a regole dettate da altri sul nostro lavoro: quanto è più faticoso? Quanto stress si accumula?
Nelle scuole tradizionali (non tutte ovviamente!) il DIRITTO del bambino di seguire la sua individualità, che comprende il suo maestro interiore e i suoi periodi sensitivi, non viene rispettato.
Dice la Montessori: “Si offre un ambiente denutrito perché il bambino resti affamato fino a tal punto da accettare l’indigesto nutrimento intellettuale che la maestra impartisce“.
Questo può far comprendere come coloro che dovrebbero proteggere l’unicità di ogni individuo in realtà si frappongono fra lui e i periodi sensitivi attraverso la deprivazione dell’ambiente.
Noi genitori possiamo fare molto per non porci come ulteriore ostacolo: preparare un ambiente adatto ad accogliere il bambino e la sua sete di conoscenza, nel quale sia libero di agire seguendo le sue naturali tendenze.
Un ambiente che deve essere:
1- Calmo: contornato da movimenti lenti e voce bassa facilmente comprensibili dal bambino.
2- Limitato: negli oggetti (1 per ogni attività) e nello spazio.
3- Proporzionato: adeguato alle dimensioni, alla forza e alla mentalità del bambino.
4- Lavabile e pulibile: il riordino e la pulizia sono gli elementi compositivi della fine del lavoro.
5- Invitante ed attraente: gli arredi e gli oggetti devono essere belli, poco colorati, in modo da attirare l’attenzione del bambino e spingerlo al lavoro;prediligete oggetti in legno,materiale vivo,caldo,dotato di anima.
6- Denunciatore dell’errore: gli arredi leggeri e proporzionati, gli oggetti frangibili concorrono all’autoeducazione che il bambino opera sul suo coordinamento motorio: è il materiale stesso che, rompendosi o spostandosi dice al bambino che è successo qualcosa.
Con l’ambiente adatto il bambino potrà operare la “libera scelta” senza l’opposizione dell’adulto e quest’ultimo può rilassarsi sul fatto che il bambino in virtù di questo motivo di attrazione, lavoro e concentrazione, sarà occupato a costruire sè stesso e non a “scomporre” la casa.
Quando non rispondiamo con diligente intelligenza ai bisogni dei bambini ecco che si scatena quello che viene comunemente definito capriccio.
Prontamente la definizione di Maria Montessori : “Di fronte all’adulto il bambino è disposto all’obbedienza fino alle radici dello spirito. Ma quando l’adulto gli chiede che egli rinunci,in favor suo, al comando del motore che sospinge la creatura secondo norme e leggi inalterabili, il bambino non può obbedire. Sarebbe come pretendere di fargli interrompere lo spuntare dei denti nel periodo della dentizione. I capricci e le disobbedienza dei bambini non sono altro che aspetti di un conflitto vitale fra l’impulso creatore e l’amore verso l’adulto, il quale non lo comprende. Quando, invece di trovare obbedienza,insorge un capriccio,l’adulto deve pensare sempre a cotesto conflitto e individuarvi la difesa di un gesto vitale necessario allo sviluppo del bambino”.
Vivere Montessori vi augura un Buon lavoro di ristrutturazione dell’ambiente!
Educatrice Manuela Griso