Questo è un racconto che trovai alcuni anni fa su un giornale cattolico. Mi è piaciuto così tanto che decisi di ritagliare la pagina e ancora oggi lo tengo sul frigorifero della mia cucina . Mi piace leggerlo alle mie figlie, in modo che lo prendano come esempio e che imparino che con la prepotenza non si ottiene nulla.
“Dopo che Dio ebbe creato gli animali si accorse che nacquero delle rivalità tra di loro. Alcuni, i più forti e i più arroganti, vessavano quelli più deboli, e questo Lo faceva soffrire. In particolare, notò che l’agnello era proprio senza nessuna difesa. Così lo mandò a chiamare:
– Non ti piacerebbe avere qualcosa con cui difenderti?
-Certamente -rispose l’agnello.
– Che ne dici di un paio di zanne acuminate?
– Mi diventerebbe molto più difficile brucare l’erba tenera, quella appena nata, che a me piace tanto…
– Che ne dici, allora, di due poderosi artigli?
– Finirei per usarli a sproposito….
– E se ti dessi una saliva avvelenata?
-Finirei per essere odiato, come i serpenti…
– Che ne dici di due robuste corna?
– Con le corna, chi mi accarezzerebbe più?
– Ma allora tu non vuoi proprio fare del male a nessuno?
– No, Signore, non vorrei proprio…
Dio allora pensò di dargli come arma la dolcezza. Da allora l’agnello divenne simbolo di innocenza e purezza, grazie al suo manto bianco. Da allora, un Rabbi galileo, un saggio, lo prese come modello e ancora oggi i Suoi seguaci lo chiamano Agnello di Dio.