Uno dei motivi per cui il progresso inteso in senso eco-compatibile va più lento di quello legato alle dinamiche capitalistiche di sfruttamento dell’ambiente è la mancanza, fittizia nella maggior parte dei casi, ma percepita come reale, di alternative eco-sostenibili che possano garantire lo stesso tipo di funzionalità e durata.
Prendiamo ad esempio il caso dei mobili in legno e del grande disboscamento che ne consegue. Allora, la plastica inquina e siamo d’accordo sul fatto che non può piacere a tutti, può essere riciclata, ma sicuramente non corrisponde al gusto di tutti, il legno è resistente naturale, bello, ma l’iper consumo sta causando disboscamento, dunque quali potrebbero essere le alternative?
Una più immediata e diretta è il riciclo di materiali già usati, di mobili di seconda mano e/o di antiquariato, anche in quel caso non si va ad incrementare l’odierno mercato del legname, ma un’altra soluzione, forse non da tutti conosciuta, è il cartone.
Un’altra alternativa è rappresentata dal cartone: è un alternativa ecologica ed efficace, i mobili in cartone sono leggeri, eleganti nel design, facili da trasportare ed eco-sostenibili al 100%. Proprio recentemente l’edizione di Culinaria che si è tenuta a Roma ne ha dato un esempio, tutte le sedute, infatti, erano di cartone riciclato e pressato. Si ottengono panche, librerie, scaffali, tavoli, sedie, ed il tutto con un materiale che ha tre fondamentali caratteristiche:
1) la robustezza
2) il basso impatto ambientale, secondo un’analisi del ciclo di vita del cartone ondulato, per ottenere 1 kg di cartone occorrono 260 grammi di legno, quindi basta fare una banale proporzione per capire quanto è più conveniente per le foreste rispetto ad un mobile in legno, inoltre,l’energia per la produzione di 1 kg di pannelli di legno è paragonabile a quella per 1 kg di cartone
3) la possibilità di utilizzare materiali di riciclo e quindi cartone di scarto che viene poi trattato e rielaborato.
Un’altra soluzione sono i mobili che utilizzano materiali misti, come paglia e legno o legno e metallo e/o vetro, che riducono la quantità di legno necessaria.
Ognuna di queste soluzioni ci allontana chiaramente da i grandi mercati e ci avvicina invece alla personalizzazione dell’ambiente in cui viviamo, lontani dal mercato del “tutto uguale” e più vicini alla nostra creatività. Ritrovare noi stessi negli oggetti che scegliamo di avere intorno, nella qualità del cibo che mangiamo, nello stile di vita che decidiamo di adottare è una scelta che va automaticamente a favore dell’ambiente, perché se è l’individualità a vincere allora sarà proprio la grande varietà di scelte ad escludere la “totalitarietà insostenibile”che ha caratterizzato l’ultimo ventennnio.
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